4 consigli per scegliere le scarpe da trail running

Tomaia, puntale e tallone, intersuola e suola sono le caratteristiche da valutare quando si tratta di scegliere le scarpe da trail running

Consigli scarpe da trail running

Scegliere le scarpe da trail running più adatte a sé è decisamente più complicato che scegliere il giusto paio di scarpe da running: oltre alle caratteristiche individuali (quanto si corre, come si appoggia il piede, quanto si è alti e si pesa, etc) bisogna considerare anche numerosi fattori esterni, dal tipo di fondo che può essere sterrato o sassoso, alle mutevoli condizioni meteo e fino al fatto che ci si può ritrovare ad attraversare corsi d’acqua o tratti con neve. Il tutto contemporaneamente o in una serie di combinazioni che rendono il trail running decisamente più avventuroso di una corsa in città, e la scelta delle calzature più adatte un rebus pieno di variabili da considerare.

4 consigli per scegliere le scarpe da trail running

E allora eccola, dall’alto verso il basso, la guida ragionata all’acquisto di un paio di calzature da trail running, riassunta in 4 consigli:

  • Tomaia
  • Puntale e tallone
  • Intersuola
  • Suola

Scarpa Golden Gate Kima RT

1. La tomaia

Pensare che, poiché si può correre tra fango, neve, corsi d’acqua e pioggia, la tomaia debba essere impermeabile è un errore: la tomaia deve essere traspirante e impermeabile. Certo, proteggere l’interno della calzatura, i piedi e le calze dall’acqua è importante ma anche impossibile: ci sono anche le calzature con delle specie di ghette che coprono la caviglia ma inevitabilmente dell’acqua entrerà sempre, ed è quindi importante che possa anche uscire rapidamente. E poi non è detto che non ci si ritrovi a correre sotto un sole cocente, e in quel caso è fondamentale che il piede non finisca lessato dentro la scarpa. Sul mercato esistono ormai numerose membrane con queste caratteristiche, sia come ingredienti che proprietarie dei marchi e tra le caratteristiche tecniche sono specificate sia la resistenza alla colonna d’acqua che la capacità di traspirare.

Sempre sulla tomaia: alta o bassa? De gustibus, perché quello dipende davvero solo dal feeling personale.

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2. Puntale e tallone

Ecco, più che sull’alto o basso della tomaia è bene concentrarsi sul puntale e sulla conchiglia che racchiude il tallone. Fare trail significa correre tra sassi, radici, pietre e superfici instabili. Il puntale per questo è bene che sia rinforzato, fasciante e protettivo, e spesso protezioni in gomma più spessa si trovano anche sui lati della scarpa. Il guscio del tallone invece è fondamentale per evitare che il piede scappi nel caso di appoggi instabili: qui sì che c’è anche parecchia differenza rispetto ai modelli più destrutturati di scarpe da running. E una buona conchiglia per il tallone può fare di più, in termini di stabilità, anche di una tomaia alta.

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3. Intersuola

Qui il mondo si divide sostanzialmente in due grandi religioni quasi monoteiste: c’è chi vuole grande cushioning e chi invece preferisce sentire il fondo sotto i piedi. Tendenzialmente sono il peso del runner e il tipo di fondo a determinare la scelta, ma non è detto e non necessariamente, da cui ecco due tipologie di scarpe molto differenti: quelle massimaliste, con molti millimetri sotto il piede e spesso anche poco drop, e quelle minimaliste o quantomeno più tradizionali, con un leggero drop e alcuni millimetri di intersuola sotto il piede. Al netto delle preferenze individuali, ci sono due aspetti da tenere in considerazione: se si è neutri, pronatori o supinatori con le scarpe da running, questo vale anche con le scarpe da trail; in secondo luogo ormai molti marchi di scarpe da running prevedono anche la versione da trail di molti modelli, e questo può essere vantaggioso dal punto di vista del feeling con la scarpa.

E ultimamente anche nel mondo del trail sono comparsi le scarpe con la piastra in carbonio, o “con il tacco” come le chiama qualcuno: calzature ispirate a quelle da running che stanno facendo abbattere molti record e che presentano gli stessi pro e contro. Per esempio le The North Face Flight Vectiv e le Scarpa Golden Gate KIMA RT, tra quelle che abbiamo provato e recensito.

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4. Suola

Qui invece si gioca davvero la partita della specificità delle scarpe da trail, e spesso la differenza tra la versione da trail e quella da running di uno stesso modello è data proprio dal tipo di suola, ovvero della porzione di gomma che appoggia direttamente al terreno. Quando si valuta una suola bisogna per forza tener conto di due aspetti: il design e la mescola.

Dal punto di vista del design sono numerosi i fattori che incidono: intanto la tipologia dei tasselli e il modo in cui sono disposti nello spazio della suola. Ci sono tasselli disegnati per lo sterrato e i fondi sabbiosi, altri per i terreni fangosi ottimizzati per pulirsi da soli sfruttando il movimento del piede, altri ancora per avere trazione sulla neve e infine anche quelli che massimizzano l’area di contatto per le condizioni di pioggia. Quindi al momento dell’acquisto è bene avere in mente se si intende correre prevalentemente su sterrati di media montagna on in alta montagna, se si corre solo d’estate o anche in autunno inoltrato e inizio primavera, e così via.

The North Face Vectiv

Poi c’è da considerare la mescola, ovvero la composizione della gomma della suola, da cui può discendere più o meno grip. Anche in questo caso sul mercato ci sono compound diversi e specifici, soprattutto quando si tratta di massimizzare l’effetto anti scivolo. Ci sono suole adatte ai climi caldi e alle temperature elevate e suole che, come gli pneumatici invernali, aumentano la presa con il freddo; suole per terreni per lo più bagnati e umidi; suole con grande grip su sassi e pietre; e ovviamente suole polivalenti che si comportano mediamente bene in ogni condizione. Quando si compra un paio di scarpe da trail running è bene chiedere al negoziante informazioni sulla suola (o leggerle nelle specifiche sui siti dei marchi produttori) e avere ben chiaro cosa si compra.

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