Cos’è una fat bike?

In Italia si comincia a vederle con una certa frequenza solo ora (ma qualcuno, come il Bike Cafè di cui vi abbiamo parlato, comincia a puntarci forte), mentre altrove – States soprattutto – sono già più che la moda di un momento. All’ultimo Eurobike, la fiera europea delle due ruote a pedali, ne abbiamo viste a bizzeffe, e c’è da scommettere che questo inverno faranno il botto anche da noi.

Ma cosa sono le fat bike? Quali caratteristiche deve avere una mountain bike per essere davvero una fat bike? E soprattutto, dove è consigliato o sconsigliato usarle? Vediamo di fare un po’ di ordine.

La storia delle fat bike

Se le MTB risalgono alla fine degli anni Settanta (leggenda vuole che il primo prototipo sia quello di Joe Breeze del 1978), le fat bike fanno la loro comparsa all’inizio del decennio successivo. Anche in questo caso la nascita è leggendaria, ma qualcuno (Jean Naud, autore del libro Trois Roues Pour Tombouctou) racconta che il primo prototipo di bici con ruote grasse è quello da lui usato con pneumatici Michelin nel 1980 per pedalare nel Sahara da Zinder (Niger) a Tamanrasset (Algeria).
Dal deserto al ghiaccio, si trova un altro prototipo di fat bike in Alaska, sviluppato da Simon Rakower della All-Weather Sports agli inizi degli anni Novanta per la Iditabike. Nel frattempo anche altri smanettoni stavano lavorando a prototipi di bici con ruote larghe (come Ray Molina in New Mexico, anche qui una zona desertica), finché nel 2005 Surly Bikes non rese disponibile il telaio Pugsley con tanto di cerchi e pneumatici adatti. Erano nate le fat bike.

> Per approfondire: Fat Bike: nelle bici grasso è bello

Le dimensioni di una fat bike

Se il telaio è l’evoluzione di quello di una MTB, a cambiare sensibilmente sono i cerchi e gli pneumatici: i primi devono essere larghi almeno 44 mm, mentre la sezione dei secondi deve essere almeno da 3,7″ e può arrivare fino a 5″, il che rende il diametro della ruota molto vicina ai modelli con ruote da 29″ (ma le MTB con ruote da 29″ non sono delle fat bike).

Il peso di una fat bike

Nonostante l’aspetto grassottello, il peso di una fat bike non è diverso da quello di una MTB: gli pneumatici sono comunque pieni d’aria e il telaio si può trovare in acciaio, ma anche in carbonio o alluminio. Insomma, grasso in questo caso non significa più pesante.

Dove usare una fat bike

Virtualmente ovunque, anche in città, ma è chiaro che danno il meglio di sé su fondi morbidi e cedevoli (soprattutto neve e sabbia) grazie al fatto che gli pneumatici con sezione più larga e minor pressione aumentano l’aderenza e permettono di muoversi agilmente su questi terreni, così come su quelli sconnessi.

> Per approfondire: 2 percorsi per le Fat Bike a Cortina d’Ampezzo

Si fa più fatica con una fat bike?

Se vale il principio per cui maggior aderenza significa anche maggior attrito, allora sì, serve anche un po’ più di forza nelle gambe per spingere una fat bike. Poi dipende dal modello e dal tipo che si sceglie: normalmente non hanno ammortizzatori, ma a Eurobike qualche modello si è visto (e gli ammortizzatori aumentano il peso da portare in giro); i telai hanno geometrie diverse, da quelli soft da passeggio a quelli più spinti da competizione; cominciano a vedersi anche fat bike elettriche con pedalata assistita (qui trovate modelli, informazioni e percorsi per le e-bike); e poi ovviamente accessori vari come portaborse e cestini possono far lievitare il peso e influire sull’uso che se ne può fare.

> Per approfondire: Come si guida una Fat Bike

Credits: FlickrCC Dustin Gaffke

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