A cosa serve la fatica nello sport? A proteggere i muscoli

La fatica nello sport è un meccanismo naturale che serve a proteggere i muscoli e di conseguenza anche a dettare i tempi di recupero

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A cosa serve la fatica nello sport? Come risponde il nostro corpo agli sforzi fisici? E come va trattato dopo un allenamento? È quello che si sono chiesti i ricercatori della University of Queensland, che hanno analizzato quello che potremmo definire il meccanismo della fatica fisica nello sport. Gli interessanti risultati hanno portato a elaborare una teoria scientifica su quali sono i tempi di riposo per recuperare completamente dallo sforzo, in modo da avere una vita sportiva controllata e ricca di benefici.

Il meccanismo della fatica nello sport

Nello studio, pubblicato su Nature Communications, i ricercatori hanno analizzato i tessuti delle cosce di un gruppo di volontari. Sono state condotte tre serie di biopsie: prima dell’attività sportiva, a distanza di 24 ore e di 48 ore. Si è così potuto stabilire il comportamento delle fibre muscolari in queste situazioni, con un risultato che di fatto cin racconta molto del meccanismo dell’affaticamento muscolare. Durante una sessione di corsa, come si pesi in palestra avviene un notevole aumento di concentrazione di calcio nelle masse muscolari: la sostanza di accumula in alcune zone delle fibre (delle cavità) attivando delle proteine che agiscono nel deperimento dei tessuti e, se non ‘interrotte’ danno luogo a una serie di micro strappi nelle fibre che alla lunga originano le patologie muscolari.

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48 ore di stop

Pensiamo al dolore agli addominali dopo una serie di crunch, o al mal di gambe dopo una corsa, o ai bicipiti che pulsano in seguito a esercizi con i pesi. I test hanno dimostrato che questo ‘sistema della fatica’ non è nient’altro che un meccanismo di autodifesa da parte dell’organismo contro la degenerazione dei tessuti. Di fronte a questo eccesso di calcio che si accumula, i muscoli rispondono inviando al cervello il segnale della fatica, che ci stimola a dare uno stop all’attività sportiva che stiamo facendo. Grazie alle biopsie a distanza di 24 e 48 ore dal momento di sforzo, gli accademici australiani hanno indicato in 48 ore il tempo necessario al nostro corpo per tornare ai valori abituali di calcio presenti nei muscoli.

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Ascoltare il corpo

Quello dei due giorni di riposo è un suggerimenti di tipo medico-scientifico, che può essere utile a chi fa sport a livello amatoriale, il cui messaggio, che può sembrare banale ma non lo è, fondamentalmente consiste in questo: quando senti dolore fermati. Altrimenti i tuoi tessuti muscolari rischiano di degenerare in patologie come l’atrofia.

Fatica nello sport come gestirla

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Mente e corpo

Abbiamo visto come uno studio della University of Kent dimostri che la fatica sia un fatto mentale.  Una che completa la ricerca australiana: è sempre il cervello a ricevere lo stimolo da parte dei muscoli a fermare l’attività. In realtà si tratta di un fenomeno piuttosto complesso, che coinvolge fisiologia e psicologia, ma i risultati emersi dai test condotti a Brisbane sono un importante passo avanti nell’individuazione delle patologie muscolari e nella loro eventuale cura: pensiamo ad esempio alla distrofia muscolare.

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Credits: Pixabay / Foto di Yaroslav Shuraev da Pexels

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