La vitamina D migliora le nostre performance atletiche

Secondo una ricerca della University of Tulsa l'assunzione di vitamina D migliora le prestazioni di forza nello sport

Vitamina D migliora prestazioni sport

La vitamina D è il segreto delle performance sportive. Per ora lo sostiene una ricerca della University of Tulsa, che è stata pubblicata sulla rivista scientifica International Journal of sport nutrition and exercise metabolism. Gli studiosi americani sono giunti alla conclusione che assumendo un certo livello di questa vitamina, le nostre prestazioni saranno migliori. Soprattutto nelle discipline che coinvolgono la forza muscolare.

I test sulla vitamina D

I ricercatori hanno preso in esame cento atleti dei college americani e li hanno sottoposti ad alcune prove: una corsa sprint, il salto in alto, il salto in lungo e il sollevamento pesi a squat. Tutte attività che prevedono un notevole sforzo muscolare. I risultati sembrano sorprendenti: quasi un atleta su tre registra livelli troppo bassi di vitamina D, con performance che vanno di conseguenza: chi ha valori inferiori a meno di 72 nanomoli per litro di sangue ha tempi e misure peggiori rispetto a chi ne ha in quantitativi adeguati: il 77% in meno nel sollevamento pesi, l’80% in meno nel salto in alto, il 15% nel salto in lungo e il 18% nella corsa veloce.vitamina-D

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Il lavoro sui muscoli

Secondo il team di ricerca, guidato dalla dottoressa Rachel Hildebrand questi valori così differenti sarebbero dovuti al lavoro che la vitamina svolge nell’apparato muscolare, più precisamente nella fase di contrazione, spingendo le cellule a rilasciare il calcio in modo più o meno veloce a seconda del livello di vitamina presente nell’organismo. La conseguenza è una più efficiente azione muscolare e risultati migliori.

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I consigli

Basta quindi una dieta a base di pesce, uova e latte? No: è risaputo che la vitamina D svolge un ruolo importante nella forza muscolare, e lo studio lo dimostra, ma quella della Tulsa è una ricerca a raggio limitato (solo 100 campioni) e non riesce a spiegare quale sia il meccanismo di causa-effetto del fenomeno. Per ora si può seguire la regola empirica di assumere da 1500 a 2000 UI di vitamina D (cioè fino a 50 microgrammi) al giorno, quantitativo considerato parte di una dieta sana da diverse agenzie per la salute.
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