A piedi sul Sentiero Italia Cai con un cane trovatello, l’incredibile avventura di Renna e Pulce

Hanno fatto a piedi il Sentiero Italia Cai, un cammino di 4500 km in quasi un anno: è l’incredibile avventura di Renna e Pulce. Lui si chiama Renato Frignani, ma si fa chiamare Renna, lei è Pulce, un pastore maremmano diventato suo compagno di viaggio. Il viaggio di Renna inizia il 30 marzo 2019, un’avventura a piedi su quello che dicono sia il tracciato più lungo al mondo per camminatori: il Sentiero Italia Cai. Questo percorso collega fra loro le diverse catene montuose italiane, incluso quelle delle due isole maggiori.
Ecco la loro storia, un’esperienza fatta non solo di natura e montagne, ma di cambiamenti, opportunità, adattamento.

A piedi sul Sentiero Italia Cai con un cane trovatello, l’incredibile avventura di Renna e Pulce

Renato è partito da solo e ha affrontato questo viaggio in autosufficienza: ha iniziato a camminare dall’Isola d’Elba, Sardegna, Sicilia e seguendo gli Appennini e le Alpi fino a Muggia di Trieste. Il viaggio è durato 295 giorni per 4513 chilometri. Arrivato in Calabria l’avventura ha preso una piega diversa: il 9 giugno sulla catena costiera, in mezzo alla spazzatura, Renna ha trovato un cucciolo di pastore maremmano di 40 giorni. E con lui il viaggio è cambiato.

Come è nata l’idea di questo viaggio sul Sentiero Italia Cai?

“Da quando mi hanno regalato da bambino un atlante geografico, ho sempre nutrito l’interesse per il nostro pianeta, una sfrenata curiosità di sapere. Dopo diversi viaggi in giro per il mondo mi sono chiesto: ma l’Italia? Ho girato tanto l’Italia, ma non posso affermare di conoscere il nostro Paese, soprattutto gli angoli di cui raramente si parla. Avevo voglia di viverlo all’avventura, lontano dai luoghi comuni. Quindi mi sono chiesto come faccio? Da dove parto e in che modo? Ho preso una cartina in mano e ho notato chiaramente che l’Italia viene attraversata da Nord a Sud e da Est a Ovest da catene montuose, una lunga autostrada naturale senza interruzioni che unisce lo stivale. Dopo aver riflettuto qualche minuto, giusto quel brevissimo tempo per pregustarmi l’idea, ed ecco che nella mia mente realizzo un’immagine di quello che sarebbe stato il mio viaggio: vivere l’Italia attraverso le bellezze della sua natura, vivere i luoghi di cui nessuno parla mai, conoscere tradizioni e popolazioni, vivere un’Italia non turistica. Così ho scelto di iniziare questa nuova avventura a piedi ed in autonomia. Da lì a poco ho scoperto il Sentiero Italia, questo tracciato ideato a metà degli anni ’80 e poi abbandonato poco tempo più tardi. Dopo un lungo letargo, il tracciato è tornato alla luce grazie all’intervento del Cai e dei suoi volontari. Io sono partito il 30 marzo attraversando l’isola d’Elba, benché non faccia parte del Sentiero Italia”.

La pianificazione del viaggio a piedi sul Sentiero Italia Cai

“I viaggi passati mi hanno aiutato a migliorare le mie conoscenze su come cavarmela e su come organizzare un’avventura a lungo termine. L’idea di viaggiare in autonomia mi permette di non avere ogni giorno una meta fissa, ma di poter decidere quanto camminare e dove fermarmi. Sapere cosa portare nello zaino è fondamentale: tutto l’occorrente per dormire e vivere all’aperto, kit di soccorso, il cibo ecc… Né poco né tanto, l’essenziale. Un’ottima conoscenza della cartografia e dell’uso dei dispositivi gps, sapersi orientare, avere un’eccellente manualità nell’allestimento di un campo e nel cucinare fai da te sono fondamentali, sono cose che si imparano facendole, non ci sono troppi segreti. E non per ultimo, è importante essere abituati a camminare con del carico sulle spalle”.

Qual è stato il momento più bello e quello più difficile del percorso sul Sentiero Italia Cai?

“Faccio molta fatica a sancire un singolo momento come il migliore, ma sicuramente posso classificare tra i momenti più belli, riuscire a portare a termine una dura giornata e sapere che sia io che Pulce stiamo bene. Trovare un bel posto dove accamparci o ancor meglio, incontrare qualcuno che vedendoci, ha piacere a consigliarci dove andare e in alcuni casi, ospitarci nel suo giardino. Il momento più difficile è legato al periodo in cui Pulce era piccolo e faceva fatica a camminare per ore. Mi ricordo che quelli erano i momenti in cui spesso non sapevo come agire. La fatica e il caldo non davano tregua e con un cucciolo non riuscivo ad avanzare, mi trovavo spesso in situazioni in cui lo dovevo prendere in braccio e camminare per 500 metri alla volta per cercare ombra. Questa fase è durata quasi 2 mesi”.

Come hai incontrato il cane Pulce?

“Il 9 giugno mi trovavo sulla catena costiera calabrese e precisamente al passo della Crocetta, mi stavo riposando all’ombra accanto ad una vecchia caserma abbandonata. Mentre mi guardavo intorno, la mia attenzione fu attirata da un enorme cumulo di immondizia, materassi vecchi, bidoni e tanto altro. Mi avvicino e subito il mio sguardo incredulo cade su un cucciolo di cane che giaceva tra i sacchetti del pattume. Era ben mimetizzato, non si muoveva mi osservava e basta. Mi sono guardato intorno per vedere se ci fosse qualcuno, magari la madre del piccolo o il proprietario. Avevo già capito che era un cucciolo abbandonato ma non volevo crederci inizialmente.  Mente e cuore non esitarono un istante: adesso mi fermo, non posso lasciarlo qui da solo, ho pensato. Questa decisione ha sancito l’inizio di un grande cambiamento, sia sul viaggio che sulla nostra vita attuale.  Sono riuscito ad avvicinarmi e a dargli qualcosa da mangiare. Pian piano il cagnolino ha preso fiducia e mi ha seguito dove avevo lasciato lo zaino, si è avvicinato a me scodinzolando e si è messo a dormire proprio accanto al mio zaino”.

Come è cambiato il viaggio con un cucciolo al seguito?

Ci ho messo 5 ore a trovare qualcuno che mi aiutasse, che mi portasse insieme al cane da qualche veterinario. Per fortuna, alcuni volontari del CAI Cosenza si sono prestati in nostro soccorso e ci hanno trovato un posto dove stare, una veterinaria e un piccolo set di attrezzatura per cani, guinzaglio, ciotole, crocchette. Sono stato due settimane fermo nelle colline di Cosenza attendendo che il piccolo Pulce guarisse dalla rogna e si riprendesse un poco. La decisione era presa: avrei continuato il viaggio insieme a lui, mantenendo quello che mi ero prefissato e adattandolo alle esigenze di Pulce”.

Che percorso avete fatto insieme?

Abbiamo insieme risalito tutta la penisola lungo gli Appennini, l’ho allevato giorno per giorno mentre camminavo. L’inizio è stata la parte più dura, lui era piccolo e camminava pochissimo anzi, i primi 10 giorni l’avevo caricato all’interno di un apposito zainetto. Poi man mano che cresceva lo facevo camminare sempre di più. Ovviamente tutto questo rallentare ci ha portato a incontrare l’’autunno e l’inverno nel nord Italia e questo è stato un vero disagio da gestire, sia per le giornate brevi che per le condizioni meteorologiche”.

Quanto sono stati importanti gli incontri lungo la strada?

“Importantissimi! Era tra i miei obbiettivi incontrare casualmente persone in ogni piccolo luogo dove passavo. Conoscere la gente mi ha dato la possibilità di crescere come persona. Ho imparato a dare e a ricevere.
Un viaggio è un cocktail di esperienze, ci sono i momenti in solitaria, in silenzio. C’è la natura, così come è. Ci sono gli episodi casuali che ti portano a cambiare piano e a improvvisare e non per ultimo ci sono gli incontri con la gente. A volte questi incontri durano 5 minuti, a volte mesi o anni”.

I sentieri più belli d’Italia 

“Sono italiano anche se ammetto che prima di questo viaggio non pensavo ci fossero cosi tanti posti diversi in un unico Paese. Ogni regione ha le sue carte da giocare, una non esclude l’altra. Penso che il sentiero 00 che attraversa l’Appennino tosco emiliano sia un viaggio da fare. L’Aspromonte e la Sila in Calabria, ho camminato dentro fitti boschi per giorni. Un tratto breve ma super panoramico è quello della via dei Monti Lattari in Campania. La Sardegna invece è quella che probabilmente detiene il premio come regione super selvaggia, a parere mio. Il nord Italia, benché probabilmente sia il più battuto, nasconde ancora aree meno conosciute alla gente. Il Piemonte è tra le regioni più affascinanti per chi vuole cimentarsi in un viaggio impegnativo a piedi, io l’ho paragonata alla regione delle montagne russe, un continuo di su e giù attraversando innumerevoli catene e valli.
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