Bambini sicuri in seggiovia: la legislazione e i dispositivi di sicurezza

Bambini sicuri in seggiovia Marco Trovesi

Riceviamo e pubblichiamo, al fine di suscitare un sano e costruttivo dibattito, questa lettera aperta di Marco Trovesi, padre torinese appassionato di montagna, per parlare di sicurezza dei bambini in seggiovia, della relativa normativa e dei dispositivi di sicurezza.

Bambini sicuri in seggiovia: la legislazione e i dispositivi di sicurezza

Con il ponte di Carnevale alle porte e l’approssimarsi delle settimane bianche, sono molti gli appassionati di sci che vivono con apprensione il momento della risalita in seggiovia dei propri figli. Il motivo è dovuto alla distanza tra la sbarra orizzontale ed i seggiolini che dovrebbe avere un’altezza minima pensata proprio per evitare che i bambini scivolino, cadendo.
Marco Trovesi, manager torinese appassionato di montagna e padre di due bambini, ha creato un blog ed un gruppo pubblico e aperto su Facebook “Bambini sicuri in seggiovia” che riunisce 450 genitori appassionati di sci per sensibilizzare i Comuni, le Amministrazioni Pubbliche ed i gestori degli impianti a fune sul tema della sicurezza del trasporto dei bambini in seggiovia.

“Da quando i miei figli hanno iniziato a sciare, alla tenera età di 3 anni, ho sempre vissuto con apprensione il momento della risalita in seggiovia poiché loro, come tutti i piccoli sciatori, hanno fisicamente la possibilità di cadere dalla seduta scivolando nello spazio che rimane fra essa e la barra di sicurezza. Mi sono pertanto posto, in primis come padre, la questione della sicurezza dei bambini in seggiovia – dichiara Marco Trovesi, ingegnere e direttore delle Risorse Umane in una grande IT company italiana, appassionato di montagna e dello sci alpino come tanti altri genitori del nostro Paese, fondatore e amministratore del gruppo Facebook “Bambini sicuri in seggiovia”.

Bambini sicuri in seggiovia: la legislazione italiana non prevede l’obbligo di dispositivi anti-caduta

Esistono sul mercato delle soluzioni anticaduta già utilizzate in tutto il mondo – chiamate Safety Kid – costituite da piccole sbarre perpendicolari al seggiolino che separano le gambette dei mini-sciatori evitando che si sfilino dal basso. In Francia ad esempio tali dispositivi sono approvati dall’amministrazione francese STRMTG – Service Technique des Remontées Mécaniques et des Transports Guidés.

La Legislazione italiana non prevede però l’obbligo di tali dispositivi. Le norme, riguardanti i minori, che regolano la sicurezza sugli impianti di risalita prevedono la presenza obbligatoria di un adulto. Il testo contenuto nel Decreto Ministeriale del 11.05.2017 varato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che regola il settore degli impianti di risalita chiarisce che i minori con altezza inferiore a 125 cm e comunque minori di otto anni devono essere accompagnati da un adulto. Almeno un maggiorenne deve essere sul seggiolino ed il controllo della presenza spetta al personale della stazione d’imbarco.

Sono poche le seggiovie dell’arco alpino che hanno adottato accorgimenti anticaduta. Nella parte italiana della Via Lattea, non esistono, almeno per ora. Eppure al Monginevro ed a Serre Chevalier tutti gli impianti di risalita ne sono dotati: una semplice paletta di plastica che scende giù al momento di abbassare la sbarra e rende impossibile la caduta accidentale per i più piccoli. I genitori dei piccoli sciatori si chiedono perchè, in Italia, si fatichi ancora ad avere l’obbligo di questi dispositivi, semplici ed economici.

Pochi investimenti

Il livello di investimento dipende dal numero di sistemi da installare. Il singolo sistema ha un costo di poche decine di Euro che, se installato in un intero comprensorio, potrebbe rappresentare un investimento ingente. Tuttavia non tutti gli impianti trasportano bimbi piccoli (come nel caso delle piste nere). Inoltre non tutte le sedute dovrebbero averli: se ne potrebbe dotare una sì ed una no, considerando ad esempio che una scuola di sci ha mediamente 8 bambini allievi da portare a monte delle piste.

“Con le opportune “demoltipliche” l’investimento potrebbe arrivare ad un ordine di grandezza delle decine di migliaia di Euro. Tanto o poco non spetta a me dirlo – afferma Trovesi – ma posso constatare che è certamente confrontabile con gli investimenti che annualmente gli imprenditori dei nostri comprensori fanno e che trasparentemente ci rendono noti al momento delle conferenze stampa di presentazione della nuova stagione sciistica. Un esempio su tutti: 9 milioni di Euro di utili per Sestrieres S.p.A. nel 2018”.

Gli incidenti accadono

La cronaca annovera già tre casi durante la stagione sciistica 2019-2020: un bambino di 6 anni tenuto rocambolescamente per il bavero da un medico trevigiano in Trentino tra Ala ed il Garda; una bimba di 6 anni caduta dalla seggiovia al Passo del Lupo (Sestola – Mo), la cui caduta per fortuna è stata attutita dalla neve fresca; un bambino di 8 anni caduto da un’altezza di 8 metri dalla seggiovia del Monte Agudo ed elitrasportato in gravi condizioni all’ospedale di Bolzano. E la memoria corre tristemente indietro nel tempo al tragico incidente a Clavière nel 2013 in cui perse la vita la bambina inglese di 13 anni Poonam Bhattal. Nella sola Provincia di Bolzano sono stati rilevati 47 casi di bambini caduti nell’arco di 12 anni.

“Lo spirito non è quello di fare una crociata o di criticare, ma condividere un’angoscia comune a tutti i genitori che salgono con i propri figli in seggiovia o li affidano ai maestri – spiega Trovesi. L’ottica è promuovere la sicurezza e creare attenzione senza polemica. In Italia non è un obbligo, ma il buon senso ormai imporrebbe che lo diventasse. I passeggini hanno cinture a cinque punti, in auto ora sono d’obbligo gli anti-abbandono, non si comprende perchè in seggiovia a metri d’altezza ci possa essere questo rischio”.

Bambini sicuri in seggiovia: alcune considerazioni finali

I piccoli sciatori sono il nostro futuro. Il futuro del nostro Paese e del nostro sport. Esistono soluzioni già largamente implementate che non richiedono lo smontaggio degli impianti esistenti. L’investimento potenziale è ampiamente entro i limiti degli attuali interventi di gestione degli impianti di risalita. Auspichiamo una maggiore attenzione da parte dei Comuni, delle Pubbliche Amministrazioni e dei gestori degli impianti a fune sul tema della sicurezza del trasporto dei bambini in seggiovia.

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