Bonus bici: ora serve l’autocertificazione?

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Il bonus bici è in stallo da due settimane per un nodo sulla documentazione necessaria per ottenere il rimborso: ora, al di là dello scontrino, si parla di un documento di autocertificazione.
C’è tanta, probabilmente troppa, confusione attorno al bonus bici fino a 500 euro previsto dal Decreto Rilancio. La piattaforma web per ottenere il rimborso (del 60%) degli acquisti effettuati dal 4 maggio dovrebbe uscire entro il mese di luglio, ma ogni settimana c’è qualche novità che potrebbe destabilizzare i cittadini che vogliono usufruire di questo contributo. Il nodo attuale riguarda la documentazione necessaria per richiedere il rimborso. All’inizio, infatti, c’era l’obbligo tassativo della fattura, mentre la settimana scorsa è arrivato l’ok anche per lo scontrino parlante; nelle ultime ore, però, è addirittura uscita l’ipotesi di un’autocertificazione per chi ha solo lo scontrino normale.
Cerchiamo di capirne di più: continua a leggere qui sotto.

Il bonus bici è in stallo per un nodo sulla documentazione necessaria per ottenere il rimborso

A pochi giorni (si spera) dall’uscita della piattaforma web del bonus bici (più correttamente definito bonus mobilità), non c’è ancora un accordo sulla documentazione necessaria per ottenere il rimborso del 60% sugli acquisti effettuati nella “Fase 1” del bonus bici (dura dal 4 maggio fino al giorno di operatività del sito). Secondo il Messaggero, infatti, è in corso uno “scontro” tra il Ministero dell’Ambiente e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Paola De Micheli, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, vorrebbe inserire anche i classici scontrini (e non più solo la fattura e/o lo scontrino parlante) nella documentazione necessaria per usufruire del buono mobilità. L’obiettivo di questo snellimento della procedura è non lasciare indietro chi, per qualsiasi ragione (ma le regole erano ben chiare fin da subito), ha comprato una bici/e-bike/mezzo di micromobilità senza richiedere esplicitamente la fattura o lo scontrino parlante. Il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha però paura che in questo modo si rischia di perdere il controllo degli utenti che hanno diritto al rimborso. E anche, presumibilmente, di terminare i fondi stanziati per il bonus bici (che dovrebbero essere raddoppiate rispetto ai 120 milioni iniziali), lasciando tanti italiani a bocca asciutta.

Cosa fare se abbiamo solo lo scontrino normale? Potrebbe arrivare un’autocertificazione

Tra le ipotesi più probabili (nel caso in cui dovesse passare l’idea del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti) c’è quella di un’autocertificazione. Questo documento andrebbe compilato da coloro che hanno solo lo scontrino classico. L’autocertificazione, secondo Paola De Micheli, potrebbe essere introdotta per testimoniare la buona fede di chi ha comprato un mezzo (dopo il 4 maggio) senza chiedere lo scontrino parlante o la fattura. I più “sbadati”, in tal caso, dovranno dichiarare che gli acquisti effettuati sono conformi al regolamento del bonus bici (sotto vi spieghiamo bene come funziona). Dunque il buono mobilità, sempre secondo il Messaggero, è in stallo da due settimane per via di questo nodo sulla documentazione. Si tratta di un potenziale problema che potrebbe aggiungersi ai dubbi principali riguardanti questo contributo: ci sarà il click day? E i soldi basteranno per tutti? Per evitare situazioni spiacevoli, l’idea del Governo è quella di concedere il rimborso in ordine cronologico.

La Fase 1 e la Fase 2 del bonus bici: le differenze

Questo discorso dello scontrino parlante/scontrino normale è valido nella cosiddetta “Fase 1” del bonus bici, ossia quella attuale: il cittadino compra la bici (usata o nuova in qualsiasi negozio fisico o digitale), tiene la fattura o lo scontrino parlante e aspetta che esca la piattaforma web, in modo tale da registrarsi, caricare i dati della fattura o dello scontrino parlante e ottenere il rimborso del 60%. Quando la piattaforma web sarà disponibile e operativa al 100%, invece, comincerà la “Fase 2” del bonus bici: il cittadino dovrà indicare sull’applicazione il mezzo che intende acquistare e il negozio (anche online); a quel punto la piattaforma genererà il buono spesa digitale da consegnare ai rivenditori autorizzati per ritirare la bici (già scontata). Durante la seconda fase non si potranno effettuare gli acquisti in tutti i negozi, ma solo in quelli inseriti all’interno del portale del Governo. Intanto le vendite delle biciclette continuano ad andare talmente bene (mezzo milione di mezzi a pedali venduti in un mese) da creare, paradossalmente, delle problematiche. Le prime riguardano le preoccupazioni sul bonus bici: i fondi basteranno per rimborsare tutti questi acquisti effettuati dal 4 maggio? Inoltre c’è un alto rischio di click day, anche se il bonus (sotto forma di rimborso) verrà fornito in ordine cronologico: ad esempio, una persona che ha comprato una bici il 4 maggio avrà diritto al rimborso prima di chi ha effettuato l’acquisto il 26 maggio.

Il bonus bici e e-bike fino a 500 euro: come funziona

L’Articolo 205, a pagina 348 del Decreto Rilancio appena promulgato dal Governo Conte, è quello dedicato agli incentivi alla mobilità sostenibile. Ecco i punti fondamentali della nuova legge.
1 – Innanzitutto salgono i contributi per l’acquisto delle bici, dai 120 milioni previsti inizialmente ai 190 milioni attuali (l’obiettivo è arrivare a 240 milioni entro la data di pubblicazione del sito per richiedere il rimborso). 
2 – L’incentivo consiste in uno sconto del 60% (e non del 70% come si pensava) sul prezzo finale del mezzo, fino a un massimo di 500€ di rimborso. Il bonus si riferisce agli acquisti di biciclette classiche, biciclette a pedalata assistita (e-bike), segway, hoverboard, monopattini e monowheel elettrici.
In sostanza, se acquistiamo uno di questi mezzi al costo di 300 euro, avremo diritto a uno sconto (fase 2 del bonus bici) o a un rimborso (fase 1 del bonus bici) da 180€. Essendo il rimborso pari al massimo al 60% del valore del mezzo, per ottenere il massimo sconto di 500 euro dovremo acquistare una bici da 833 euro.
3 – Fino a quando non verrà pubblicato il sito, per ottenere il rimborso bisogna seguire questi passaggi: conservando la fattura o lo scontrino parlante, si accederà a una piattaforma ad hoc in cui inserire i dati per avere il conquibus. Il tutto si svolgerà in due fasi: lo spieghiamo bene sopra.
L’incentivo è utilizzabile anche per il pagamento di abbonamenti di bike sharing (no car sharing).
4 – Importante: il rimborso è retroattivo e vale anche se abbiamo acquistato una bici o un mezzo compatibile con l’incentivo dal 4 maggio 2020. Il finanziamenti sono validi per acquisti fino al 31 dicembre 2020.
5 – E’ riservato ai maggiorenni con la residenza presso i capoluoghi di Regione (anche sotto i 50.000 abitanti), i capoluoghi di Provincia (anche sotto i 50.000 abitanti), i Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti e i comuni delle Città metropolitane.
(Foto: Pixabay / Pexels)

Se stai pensando a una bici o un monopattino elettrico, ecco le nostre guide per capirne di più

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