Come camminare in montagna

Camminare su un sentiero. Procediamo con falcata e postura naturali, simili a quelle che usiamo in città, con l'unica accortezza di appoggiare sempre completamente il piede. Ma non appena il fondo diventa instabile e il percorso scosceso è bene che cominiciamo a separare il movimento delle gambe da quello della parte superiore del corpo, un po' come quando quando camminiamo in equilibrio sui sassi di un ruscello. Inoltre teniamo lo sguardo sempre leggermente in avanti, per anticipare i movimenti, e se lo riteniamo utile possiamo cominciare a usare i bastoncini, che ci aiuteranno a rimanere in equilibrio.

In montagna non si improvvisa, e anche la più semplice delle passeggiate può presentare delle insidie. Ecco perché all’inizio di ogni sentiero troviamo sempre un cartello che riporta la durata dell’escursione e le difficoltà che andremo a incontrare. Con Piergiorgio Vidi, istruttore delle Guide Alpine, direttore della Scuola Nazionale Tecnici del Soccorso Alpino Italiano, autore di “Alpinismo. Tutti i consigli per affrontare in sicurezza l’arrampicata su roccia e ghiaccio” (Hoepli, 2012, 240 pp, 24,90 €) abbiamo analizzato ogni tipo di fondo sul quale ci potremmo trovare a camminare durante una gita in montagna, e la tecnica migliore di camminata per affrontarlo.

Scala di difficoltà dei sentieri di montagna

T: itinerario turistico su sterrati, mulattiere o sentieri di montagna senza difficoltà.
E: itinerario escursionistico su sentieri, nevai, passaggi su brevi tratti rocciosi e non esposti, per il quale è consigliata una carta topografica.
EE: itinerario per escursionisti esperti, su sentieri scoscesi, terreni impervi, nevai e passaggi su roccia. Necessaria la carta topografica.
EEA: itinerario per escursionisti esperti con attrezzatura alpinistica, previsti superamenti di passaggi attrezzati e/o vie ferrate.

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