Coronavirus Fase 2: in città meglio bici elettrica, pieghevole o normale?

Coronavirus Fase 2: in città meglio bici elettrica, pieghevole o normale?

È cominciata la Fase 2 dell’Emergenza Coronavirus, che per molti significa anche ritorno al lavoro, oltre che la possibilità di ricominciare a fare sport. E però se il ritorno al lavoro non è, e non sarà, un ritorno alla normalità di prima, anche gli spostamenti da e verso il luogo di lavoro non potranno essere gli stessi. Vero che il disgelo dal lockdown è progressivo, vero che chi può fare smartworking continuerà a farlo, ma è anche vero che per chi vive in città o fa il pendolare utilizzando i mezzi pubblici gli spostamenti saranno decisamente più complicati. Le norme di distanziamento sociale impongono un limite all’accesso a bordo di treni, autobus, tram e metropolitane, e così alle stazioni e pensiline: a Milano per esempio si stima che la portata della metropolitana sarà limitata a 400mila persone al giorno, contro il milione e 400 mila pre-COVID19, e così potrebbe essere in tutte le medie e grandi città. Gestione dei flussi, tempi dilatati e un più che giustificato timore stanno allora facendo pensare a molti di usare la bicicletta per andare e tornare dal lavoro e affrontare tutti quegli spostamenti che prima di facevano con i mezzi pubblici. Un pensiero che c’è anche in alcune amministrazioni pubbliche – qui per esempio il piano di Milano – tanto che in molti si chiedono se in città è meglio bici elettrica, pieghevole o normale.

Coronavirus Fase 2: in città meglio bici elettrica, pieghevole o normale?

Decidere può non essere semplice, soprattutto se usare la bici è un lontano ricordo o se non si ha mai avuto l’opportunità di provare una bici elettrica o usare una pieghevole. Una regola unica non esiste e non può esistere, e però ci sono alcune situazioni tipo che possono aiutare a decidere, e alcune caratteristiche di bici elettriche, pieghevoli e tradizionali di cui tener conto.

Bici elettrica in città: quando è davvero utile

All’uso della bici elettrica in città abbiamo già dedicato questo approfondimento. Ma per riassumere: la pedalata assistita interviene fino a 25 km/h, la batteria basta e avanza per almeno 1 giorno (ma anche di più) e il vero vantaggio ce l’hai se devi affrontare dislivelli o lunghi tragitti. Per lungi tragitti in questo caso intendiamo attraversare una città da parte a parte (a Milano sono 20 km più o meno, a Roma da Mostacciano a Settebragni 35 km circa) o fare commuting dall’hinterland al centro, dove parcheggiare potrebbe costare come un mutuo. Per dislivelli non intendiamo invece il cavalcavia sopra l’autostrada (quello, in 1 settimana, arrivi a passarlo in scioltezza) ma vere e proprie salite, per esempio per andare a Bergamo alta. In pratica e in sintesi: se vivi e lavori in centro non ti serve una e-bike e puoi cavartela benissimo con una city-bike; se casa e lavoro sono ai lati opposti della città e prima avevi la metro o l’autobus comodi sotto casa, allora una bici elettrica può essere la soluzione ideale; se vivi nell’hinterland e ti facevi la vasca in metro o sui treni regionali dei pendolari e ora ne vuoi stare alla larga allora la bici elettrica è la soluzione perfetta: ti alleggerisce la fatica delle gambe, ti assicura spunto nel ripartire dai semafori ed entro i 25 km di distanza può essere concorrenziale anche rispetto ai tempi di prima dell’emergenza Coronavirus. Se vuoi approfondire la conoscenza sulle bici elettriche potrebbero interessarti anche questi articoli:

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Bici pieghevole in città: quando è davvero utile

La bici pieghevole in città ha due enormi vantaggi: il primo è che la porti comodamente sui mezzi pubblici, e quindi sarebbe il mezzo perfetto per l’ultimo miglio, facendo un’analogia con la fibra ottica; il secondo è che te la porti in casa o dentro l’ufficio ed eviti il rischio di non ritrovarla più nel posto in cui l’avevi parcheggiata. Ma francamente attraversare una città in sella a una folding-bike non è la cosa più confortevole da fare. Quindi quando ha senso prendere una bici pieghevole? Sicuramente se gli spostamenti sono limitati come distanza, diciamo fino ai 5 km; sicuramente se la Fase 2 ti impone di usare l’auto per arrivare al limite della città e poi devi fare un pezzettino ulteriore ma non vuoi salire sui mezzi, e allora è perfetta per stare nel baule anche di un’utilitaria; sicuramente se non hai un posto sicuro dove lasciare la bici, sia a casa che in ufficio, e non vuoi correre rischi che te la rubino ma preferisci averla accanto al letto o sotto la scrivania. Alle biciclette pieghevoli abbiamo dedicato anche questi approfondimenti:

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Bici tradizionale in città: quando è davvero utile

In una città di medie dimensioni, ragionevolmente di pianura, magari con già un buon sistema di piste ciclabili o un traffico che non sia folle e caotico come quello delle metropoli, la cara, vecchia bici tradizionale può ancora adesso essere la soluzione migliore. City-bike (così oggi si chiamano le bici da passeggio, da uomo o da donna), ma anche mountain bike front (quelle con gli ammortizzatori davanti, che possono aiutare molto laddove c’è pavé, sampietrini o comunque pavimentazioni storiche) o anche touring-bike (sono le bici da vacanza, perfette per visitare località, con una posizione in sella rilassata, ottima guidabilità, pneumatici abbastanza larghi da avere sicura tenuta di strada e anche sistemi portapacchi per le borse o lo zaino da ufficio) sono tutti modelli da prendere in considerazione per lasciare a casa l’auto, evitare i costi di uno scooter (assicurazione e carburante soprattutto) e stare alla larga dai mezzi pubblici. Oltre ovviamente fare del bene all’ambiente.

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