Iditarod, in Alaska, oltre 1800 km su slitte trainate dai discendenti di Balto

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Ogni anno in Alaska, nel primo week end di marzo, si rinnova un ‘rito’ il cui fascino è rimasto immutato negli anni, l’Iditarod, una gara con slitte trainate da cani che attraversano l’Alaska per 1868 km da Anchorage e Nome. Una gara di livello mondiale dove i cani sono i veri protagonisti insieme ai ‘musher’ (i guidatori  della slitta) in una prova durissima in ambienti spettacolari, ma anche molto ostili.

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Balto e i suoi fratelli

Quella che oggi è un competizione che richiede 10 giorni di viaggio, basata su 27 tappe  e con tre soste obbligatorie dove registrare il proprio passaggio, rifocillarsi e rifocillare i cani, così come lasciare quelli feriti nelle strutture gestite dai molti veterinari impegnati lungo il percorso, prende origine da un fatto realmente accaduto nel secolo scorso, nel 1925, quando un’epidemia di difterite colpì la città di Nome e le condizioni metereologiche erano tali da impedire l’arrivo dei medicinali con mezzi tradizionali come navi o un aereo. Per poter intervenire in tempo fu organizzata una carovana di slitte con cani, l’ultima delle quali era trainata da un gruppo guidato da Balto, che anni dopo ispirò un famoso film d’animazione. Ci vollero 5 giorni per coprire la distanza per un totale di 127 ore, una vera impresa.

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Una statua a Central Park

Balto è stato un simbolo, così come un altro cane, Togo, di quell’impresa e divenne protagonista di un documentario dell’epoca e uno scultore realizzò una sua statua che ancora oggi si trova al Central Park di New York. Balto è morto nel 1933 e il suo corpo imbalsamato è al Museo di Storia Naturale di Cleveland. Quel cane così come tutti gli altri protagonisti, uomini e animali, di quella lunga e difficile traversata sono stati gli ispiratori di quella che oggi è l’Iditarod.

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Nel 1973 la prima edizione dell’Iditarod

Molti anni dopo, nel 1973, nasce grazie a Sir Joe Redington la Iditarod e da allora, ogni anno, l’appuntamento si ripete raccogliendo i migliori ‘musher’  a livello mondiale che si affrontano su un percorso durissimo dove l’incidente è sempre dietro l’angolo, così come l’incontro con animali decisamente ‘selvatici’ come orsi e lupi, ma anche dove bisogna lottare contro temperature a dir poco proibitive rischiando l’ipotermia.

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Come vincerla ?

Non esiste una ricetta magica per arrivare primi al traguardo che negli anni pari come questo è Nome, mentre nei dispari è Anchorage. Serve una muta di cani allenati (il massimo sono 16 e all’arrivo devono almeno essere 6),  conoscere bene il territorio, ma come ha detto tempo fa un giornalista che ha preso parte alla gare “Ci sono un sacco di modi per vincere l’Iditarod, uno è non fermarsi mai”.

[photo credits: sleddog valtellina]

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