Il bonus e-bike fino a 1500 euro del Comune di Milano: come funziona e quanto fa risparmiare

bonus e-bike fino a 1500 euro

Proprio così: dopo il bonus bici del Governo arriverà anche il bonus e-bike fino a 1500 euro del Comune di Milano. E sarà cumulabile con il buono mobilità del Decreto Rilancio.
La mobilità elettrica e sostenibile continua a essere uno dei temi principali dopo la fase acuta dell’emergenza Coronavirus. Una delle città europee più attive su questo fronte è Milano, che entro la fine dell’estate realizzerà 23 nuovi chilometri (35 entro dicembre) di piste ciclabili in segnaletica, rapide da disegnare (attualmente sono già terminati i lavori in Corso Venezia e in Corso Buenos Aires) e caratterizzate da costi molto bassi. Si tratta di una importantissima novità che ha, sotto certi versi, rivoluzionato parte della mobilità cittadina, restringendo le corsie per le automobili in zone molto trafficate e dove, fino a qualche mese fa, nessuno si sarebbe mai immaginato di vedere una ciclabile.
L’altra iniziativa (più recente) del capoluogo lombardo per stimolare una mobilità alternativa riguarda gli incentivi comunali per l’acquisto di scooter/moto a basso impatto ambientare e biciclette a pedalata assistita. I contributi, per quanto riguarda le e-bike, arriveranno a rimborsare il 60% del prezzo (senza IVA) fino a un massimo di 1500 euro. E sono cumulabili con il bonus bici previsto dal Decreto Rilancio. Per capirne di più ci siamo rivolti a Claudio Giovanzana, proprietario del negozio di biciclette per la mobilità urbana Mi-Wheels (Milano, piazza San Materno 18), che ci ha spiegato bene come funziona questo incentivo (non ancora attivo) e quali potrebbero essere i pro e i contro.

Il bonus e-bike del Comune di Milano: come si calcola e fino a quando è valido

Gli incentivi sono inseriti all’interno di un piano comunale di contributi per privati e imprese che vogliono convertirsi a una mobilità meno dannosa per l’ambiente. I privati potranno ricevere un contributo di massimo 1800 euro per l’acquisto di scooter e di massimo 1500 euro per l’acquisto di bici ibride o elettriche, senza obbligo di rottamazione. Per gli scooter, il contributo passa a 3mila euro in caso di rottamazione o per coloro che non possiedono un veicolo da almeno quattro mesi. Gli incentivi sono destinati ai cittadini maggiorenni, senza limitazioni ISEE. Sul sito del Comune di Milano, inoltre, si legge che “i fondi sono destinati anche a micro, piccole e medie imprese, ai lavoratori autonomi titolari di partita IVA residenti a Milano, a enti del terzo settore e alle imprese artigiane non milanesi purché titolari di licenza per l’esercizio dell’attività di vendita su aree pubbliche rilasciata dal Comune”. Al momento non si può ancora richiedere quello che noi, per semplificare, abbiamo chiamato bonus e-bike del Comune di Milano: l’iniziativa prenderà definitivamente piede a partire dalla pubblicazione del bando sul sito del Comune. Sarà possibile presentare la domanda di rimborso per gli acquisti effettuati dal 4 maggio 2020 al 30 novembre 2020.

Un rimborso del 60% del prezzo della e-bike (senza IVA), cumulabile con il bonus bici statale

Ora che sapete le informazioni più generali in merito a questa iniziativa del capoluogo lombardo, cerchiamo di andare un po’ più in profondità. La prima cosa da specificare è che il provvedimento comunale è cumulabile con il bonus bici previsto dal Decreto Rilancio. Mentre il bonus statale è destinato a rimborsare il 60% della spesa di acquisto (fino a un massimo di 500 euro), quello comunale rimborserà il 60% del prezzo della bicicletta (solo se ibrida o elettrica) decurtato dell’IVA. E l’incentivo potrà arrivare fino a un massimo di 1500 euro. Questo è l’esempio che ci ha fatto Claudio Giovanzana di Mi-Wheels:

“Se una bicicletta costa 1220 euro, senza IVA il valore è pari a 1000 euro: su questo prezzo il Comune rimborserà il 60%, fino a un massimo di 1500 euro per i mezzi più costosi. Però deve essere una e-bike, mentre l’incentivo statale si rivolge a qualsiasi bicicletta. Quindi tu l’IVA la paghi e il Comune fa lo sconto sul valore dell’oggetto.”

Dunque, tornando a quell’esempio, una e-bike da 1220 euro ha un valore di 1000 euro, più 220 euro di IVA. Il rimborso del Comune di Milano, quindi, può arrivare fino a 600 euro, perché si calcola sul 60% del prezzo senza IVA. Dato che il rimborso comunale è cumulabile con quello dello stato, la fattura di quella e-bike possiamo usarla anche per richiedere il bonus bici del Decreto Rilancio, il quale fa riferimento al prezzo di mercato (compreso di IVA): 1220 euro. Grazie al buono mobilità del Governo, dunque, per quella bici elettrica potremo ottenere un rimborso di 500 euro (il massimo consentito dalla legge). Ed ecco che in totale, sommando il rimborso comunale a quello statale, accumuleremo 1100 euro, pagando una e-bike da 1220 euro solamente 120 euro. Un po’ eccessivo, secondo Giovanzana:

“Secondo me è eccessivo: o si accede a uno, o si accede all’altro. Pagare una e-bike da 1220 euro così poco è uno schiaffo a chi ci lavora e a tutto il processo di produzione. E l’oggetto perde valore”.

La produzione di biciclette rischia di andare in tilt?

Da una parte questa iniziativa del Comune di Milano potrà contribuire a incentivare la mobilità sostenibile in città, decongestionando il traffico e l’accesso ai mezzi pubblici (che in molti evitano di prendere per paura di contagiarsi). In AssoBici, l’associazione dei negozi di biciclette di Confesercenti Milano, è ormai questo il tema caldo delle ultime settimane, e tutti i negozianti stanno facendo ordini di e-bike molto costose che verranno incluse nel bonus e-bike del Comune di Milano. Ma se già adesso la produzione di mezzi a pedali sta andando in tilt, il rischio è che la situazione si aggravi ulteriormente. La paura di Claudio Giovanzana, e di tutti i negozianti, è di continuare a perdere vendite a causa della carenza di produzione. In poche parole, stanno finendo le bici (sia muscolari sia elettriche):

“Sicuramente questa iniziativa di Milano è interessante, e un sacco di persone si stanno informando. Il problema, però, è la fornitura di bici. I produttori di biciclette, in seguito al lockdown e alla recente impennata delle vendite, si trovano in carenza di produzione. Io ho perso almeno 30-40 vendite a causa di questa situazione. A me e a tutti quanti arrivano le biciclette col contagocce. Per oggi, fai conto, ho fatto un ordine di 30 biciclette, ma ne arriveranno 4. E quelle biciclette, nel giro di pochi giorni, saranno già vendute”.

Il motivo di questi problemi, come ci ha spiegato il proprietario di Mi-Wheels, è che i produttori si erano tarati sulle vendite degli anni scorsi, prevedendo comunque un aumento. Ma la clamorosa impennata dell’ultimo mese ha spiazzato tutti quanti:

“Le scorte sono state programmate sull’assorbimento medio annuale, ma nell’arco di un mese sono state vendute le biciclette generalmente venute nell’arco di un anno. Dunque i produttori si erano organizzati per tirare fuori un certo numero di biciclette, basandosi sulle annate normali. E invece si sono trovati spiazzati. Noi ci affidiamo a produttori locali, uno nelle Marche e uno in Brianza: le biciclette che producono non passano neanche dal magazzino, vengono costruite e spedite direttamente sui camion”.

>> LEGGI ANCHE: Bonus bici: rimborso in ordine cronologico per evitare il click day. Basterà? 

Come faremo a richiedere questo rimborso?

Al momento non si sa ancora come i milanesi potranno ottenere questo rimborso. I negozianti temono però che si creino le stesse problematiche del bonus bici nazionale: i clienti che tornano in massa a richiedere le fatture elettroniche (una cosa non banale se, all’inizio, era stato fornito solo lo scontrino parlante), i rischi legati al click day con il sito che potrebbe andare in crash, i fondi che non bastano, il portale online che tarda ad arrivare. Tra il Governo e i rivenditori non c’è stato dialogo, e la speranza è che non accada la stessa cosa con il Comune di Milano (in questo caso sarà importante il ruolo di AssoBici):

“Stiamo tutti aspettando che il Comune decida le modalità per poterne usufruire. In Consiglio Comunale il provvedimento è stato ufficializzato: ci sarà sicuramente. Però adesso è come se mancasse il decreto attuativo. Io e tanti altri negozianti ci siamo costituiti in un’associazione, l’AssoBici, che è nata con l’obiettivo di fornire al Comune un interlocutore con cui dialogare per capire quali sono le reali esigenze dei negozianti. Anche nei casi di queste iniziative. Noi, quindi, ci aspettiamo che il Comune di Milano, prima di attivare questo rimborso, venga da noi a chiederci il modo migliore per portarlo avanti. Così si crea un dialogo. Un dialogo che non è avvenuto a livello statale”.

(Foto: Nubia / Pexels)

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