Le piste ciclabili di Milano: il Canale Villoresi


Oltre la ferrovia, il canale attraversa il Parco delle Groane. A destra della ciclabile, i campi ribassati sono il segno dell’estrazione del “ferretto”, la crosta superficiale di argilla che veniva utilizzata, fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, per fare mattoni. Più avanti si scorge anche la sagoma di una fornace con la sua ciminiera. Il Villoresi transita a nord di Senago (ab. 21.096, km 32), ma una breve incursione nell’abitato dà modo di ammirare la Villa Borromeo, con il suo ampio e ombroso parco. Fu dal 1639 il rifugio spirituale del cardinale Federico Borromeo. Il suo aspetto originario è stato alterato in chiave eclettica nel 1910 quando la villa passò alla famiglia Valsecchi.
Si ritrova il canale risalendo via XX Settembre (direzione Limbiate). Al ponte ritroviamo, sul lato destro, la nostra ciclabile che qui sfila lungo una teoria di orti per poi attraversare a raso (prudenza!) la strada statale ex-dei Giovi, ora sp. 44/bis (km 34,9), sul limite fra i comuni di Senago e di Varedo. Subito dopo, al di là del canale, si scorgono gli impianti dismessi dello stabilimento SNIA Viscosa di Varedo, altra enorme area in attesa di riconversione, in bilico fra speculazione e risorsa “verde”.

Un avveniristico ponte ciclopedonale (km 35,8), consente di superare la ferrovia per Erba-Asso e di avere una panoramica completa dei quasi 200.000 metri quadrati della ex-SNIA. Subito dopo si oltrepassa un’altra opera idraulica del canale: il ponte-tomba sul torrente Seveso, il famigerato corso d’acqua che periodicamente devasta con le sue piene la periferia nord di Milano.
Nel disordine urbanistico dell’hinterland è difficile ritrovare un disegno compiuto. Bisogna tornare indietro nel tempo e imbattersi a Varedo nel bellissimo viale d’invito alla Villa Bagatti Valsecchi (km 36,5). Un rettifilo alberato di un chilometro e mezzo non poteva restare inviolato a lungo e oggi lo vediamo già contaminato ai suoi margini da improprie costruzioni. E pensare che sul finire dell’Ottocento, quando fu realizzato il complesso, fu addirittura deciso di interrare il canale per non turbare la visuale. Oggi poi la villa, che campeggia in fondo al viale, è in abbandono. Si trattava di un’altra residenza della facoltosa famiglia Valsecchi, elaborata su un primitivo impianto settecentesco.

Credits: Edicilo

Andare in bicicletta sulle piste ciclabili dei dintorni di Milano: detta così non sembra un’avventura particolarmente affascinante. E invece il capoluogo lombardo ha numerosi percorsi per un turismo sostenibile, ecologico e attento alle realtà locali: per esempio il giro delle 30 cascine milanesi, o la ciclovia del canale Villoresi.

Le piste ciclabili di Milano: il Canale Villoresi

Il Canale Villoresi è una importante via d’acqua e canale d’irrigazione sviluppato nel corso del XIX secolo, che ha origine dal Ticino e corre per circa 60 km orizzontalmente da ovest a est nell’alta pianura di Milano per confluire poi nel naviglio Martesana e quindi nell’Adda.
Nella gallery sono descritti i tratti da Castano Primo a Monza e poi ancora fino a Groppello d’Adda, innestandosi nella ciclabile della Martesana.
Pubblichiamo questo itinerario grazie alla collaborazione con Ediciclo editore.
Il percorso è tratto dal libro Milano e i suoi parchi in bicicletta di Albano Marcarini

I 6 parchi di Milano in cui fare running e fitness

Se alcune zone milanesi possono essere affollate, in compenso in città c’è ampia scelta sui parchi in cui correre e allenarsi. Noi li abbiamo provati e ‘recensiti’:

Se vuoi, puoi cercare di fare kayak, canoa e canottaggio in città, trovando meno traffico.
O provare a uscire da Milano, sul Naviglio Martesana.
O ancora più fuori, nel Parco della Brughiera Briantea, o sulla bellissima ciclabile di Comabbio.

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