Libri da leggere: “Wilderness in Italia. A piedi nei luoghi del silenzio” di Valentina Scaglia

La wilderness è una idea tutta americana, da Chris McCandless e dagli Off Gridder in giù, e di libri in italiano su questa dimensione della “selvaggità” non ce ne sono poi molti, tantomeno di autori italiani. C’è “L’invenzione della natura selvaggia” di Franco Brevini, ma è più un excursus culturale e storico, e ora c’è questo “Wilderness in Italia. A piedi nei luoghi del silenzio” (Hoepli, 24,90 euro) che colma finalmente un vuoto: quello di raccontare la wilderness nel e del nostro paese. Perché di aree remote, disabitate, difficilmente accessibili e ancora ampiamente sconosciute ne esistono anche in Italia.

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L’autrice è Valentina Scaglia, collaboratrice di Meridiani Montagne ma soprattutto viaggiatrice con una solida formazione in scienze naturali, e il suo scritto ha numerosi meriti, primo fra tutti quello di trattare un argomento “spinoso” in modo godibile e piacevole senza derogare a competenza e ricchezza d’informazioni.

C’è una breve introduzione sull’idea di wilderness, con una prefazione di Marco Albino Ferrari sulla seduzione dell’ignoto, che può essere l’aperitivo per approfondire il tema della selvaggità con il libro di Brevini, e poi ci sono diversi capitoli dedicati alle vere aree wilderness italiane. Aree selvagge dove Valentina Scaglia è stata per davvero, e lo si capisce a ogni riga: la Val Grande, il mito wilderness italiano, la Valsolda, la val di Vesta, le Dolomiti Bellunesi, le Foreste Casentinesi con Sasso Fratino, l’isola di Montecristo, lo sconosciuto Orsomarso, l’area disabitata più grande d’Italia, l’Aspromonte, il Supramonte e altre ancora.

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Ma non siamo dalle parti della semplice guida di viaggio, con le indicazioni di sentieri e percorsi da effettuare. Certo ci sono anche quelli, normalmente uno più semplice, per chi è affascinato da questo mondo nascosto e vuole cominciare a mettersi alla prova, e uno davvero impegnativo per chi cerca nuove sfide. Ma ogni capitolo è il racconto e la descrizione di un mondo attraversato a piedi in prima persona, con aneddoti personali, competenti descrizioni di flora e fauna, descrizioni di incontri di personaggi fuori dall’ordinario, indicazioni pratiche su dove e come bivaccare o trovare l’acqua, come organizzare la logistica e in definitiva come avvicinarsi alla wilderness italiana.

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Al netto di tutto ciò, c’è una grande scoperta che si può fare leggendo questo libro: che per immergersi nel mondo selvaggio non c’è bisogno di andare nel grande nord europeo o negli spazi sconfinati americani; anzi la wilderness è anche intorno a noi, spesso a pochi km di distanza dalla civiltà (esempio lampante la Val Grande, a 1 ora da Milano) e disseminata lungo tutto lo stivale, dalle Alpi alla Calabria e fino alle isole.

Insomma, “Wilderness in Italia. A piedi nei luoghi del silenzio” (Hoepli, 24,90 euro) di Valentina Scaglia è un libro da leggere e portare con sé durante le esplorazioni nelle aree selvagge italiane.

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