Lo skate fatto con la plastica del mare

Bureo Skateboard

Il mare è il cimitero della plastica, o forse la plastica è il cimitero del mare. Di fatto, come emerge anche dall’indagine di Legambiente sulla beach litter, la plastica è il primo rifiuto che il mare rigetta sulle spiagge. Ed è un rifiuto non degradabile, indistruttibile, eterno, che attenta all’ecosistema marino come al turismo.

A meno che non venga opportunamente riciclata. Per esempio tirandone fuori uno skateboard: è l’idea venuta a tre ragazzi californiani, che hanno messo in piedi la loro factory, la Bureo Skateboards, e poi sono andati a bussare alla porta del governo del Cile. Dicendo più o meno questo: le vostre spiagge sono invase dalle reti dei pescatori, che sono fatte di plastica pregiata, perché altamente riciclabile. Noi la raccogliamo, la ricicliamo, la tritiamo e rimestiamo, e poi ci costruiamo degli skateboard. Anzi, uno skate a forma di pesce, con tanto di squame per avere più grip.

Detto fatto, nel 2014 hanno lanciato e chiuso con successo una campagna su Kickstarter, anche perché, secondo i calcoli fatti, sulle lunghissime coste cilene si depositerebbero talmente tante reti da pesca da poter tranquillamente sostenere una produzione industriale di skateboard. Anzi, per ogni skate si libererebbero ben 3 metri quadri di plastica. E adesso Minnow (come lo hanno ribattezzato) è disponibile per l’acquisto sul sito ufficiale: 65 euro la tavola, 149 per lo skateboard con le ruote, completo e assemblato.

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