69° Trento Film Festival: i film in programma

69° Trento Film festival: i film in programma-Snow

Il 69° trento Film festival vede come paese ospite la Groenlandia. «Per un territorio sconfinato ma che conta poco più di 50mila abitanti, è impossibile parlare di una riconoscibile tradizione cinematografica: ciononostante negli ultimi anni si sono affacciate ai festival internazionali alcune opere capaci di ritrarre la Groenlandia di oggi, raccontando il suo straordinario territorio e patrimonio naturale, ma anche la sua complessa storia recente, l’identità contrastata e le sfide della sua popolazione», spiega Sergio Fant, responsabile del programma cinema del Festival.

Sono questi i due assi sui quali si sviluppa il programma di Destinazione… Groenlandia: «Da una parte la fragilità di un ecosistema unico, in prima linea nel pagare le conseguenze già evidenti del riscaldamento globale; dall’altra i cambiamenti ugualmente drastici vissuti dalle popolazioni native, in seguito alla forzata modernizzazione del loro stile di vita e della loro società».

A quest’ultimo aspetto sono dedicati tre documentari in programma, a partire da Sumé – The Sound of a Revolution (2014) di Inuk Silis Høegh, il primo film capace di raccontare la Groenlandia recente, attraverso la vicenda della prima rock band groenlandese ad avere successo fuori dall’isola, cantando i conflitti e lo smarrimento di un’intera generazione. Dagli anni ‘70 ad oggi, due film fanno il punto sulle istanze cui i Sumé avevano dato voce, a partire dalla questione dell’indipendenza dal Regno di Danimarca: The Raven and the Seagull (2018) di Lasse Lau mette l’accento sull’emergere in Groenlandia come in Danimarca di una coscienza post-coloniale, che favorisca la conoscenza reciproca; The Fight for Greenland (2020) di Kenneth Sorento Dichmann segue una recente campagna elettorale, e attraverso le posizioni dei candidati su fronti opposti, e le preoccupazioni dei loro sostenitori, offre un ritratto coinvolgente della Groenlandia oggi.

In Winter’s Yearning (2019) di Sidse Torstholm Larsen e Sturla Pilskog la trasformazione dello stile di vita si confronta con i temi ambientali, seguendo attraverso gli anni il progetto di un colossale impianto industriale, e la battaglia tra i cittadini preoccupati per l’impatto su ambiente e attività tradizionali, e quelli decisi a sfruttare le risorse naturali offerte dal territorio. Per una minaccia ambientale finora evitata, un’altra molto più concreta è quella del riscaldamento globale: Sila and the Gatekeepers of the Arctic (2016) della svizzera Corina Gamma segue in parallelo le attività di sussistenza secolari degli abitanti dell’insediamento più settentrionale dell’isola, e quelle degli scienziati che nella stessa zona studiano la calotta polare per interpretare le drammatiche trasformazioni climatiche.

Uno sguardo particolare alle condizioni di vita dei giovani, colpiti da crisi identitaria, disoccupazione, elevata incidenza di dipendenze e maltrattamenti familiari, lo gettano due lavori: Eskimo Diva di Lene Stæhr (2015) è il coloratissimo e affettuoso ritratto di un musicista e perfomer che, sfidando i pregiudizi della comunità, rivendica la sua identità queer sognando di diventare una pop-star; e infine Arctic Spleen (2014) del fotografo e regista italiano Piergiorgio Casotti, che ha vissuto sulla costa orientale della Groenlandia per ben 3 anni, durante i quali ha documentato con sensibilità la vita dei teenager, tra noia, violenze domestiche e assenza di prospettive, cause di uno dei più alti tassi di suicidi al mondo tra i giovani.

Completano il programma di “Destinazione…” alcuni cortometraggi, incentrati sulla rappresentazione del territorio e delle tradizioni della Groenlandia: i documentari Snow (2017) di Nivi Pedersen e Hedtoft (2019) e In the Shadow of the Tugtupite (2020) di Inuk Jørgensen, il poetico film d’animazione Naja (2020) di Marc Fussing Rosbach, l’affascinante film sperimentale Translations (2018) di Tinne Zenner, e in anteprima assoluta Ella e l’ultimo cacciatore (2021) di Fabio Pasini.

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