Guida Michelin 2021: i ristoranti stellati di montagna

Ristoranti stellati di montagna

Nella giornata di ieri è stata presentata la 66° edizione della Guida Michelin 2021 all’interno della quale la lista dei 371 ristoranti premiati in tutta Italia ha presentato molte novità (ben 29 nuove assegnazioni) e molte conferme. Per quanto riguarda le regioni di montagna, va anora una volta messa in evidenza l’assoluto dominio dell’Alto Adige che vanta ben 20 stelle in totale, il che pone la Provincia di Bolzano al terzo posto in Italia, davanti a capitali del gusto come Milano e Cuneo.

Guida Michelin 2021: i ristoranti stellati di montagna

Sono state confermate le 3 stelle allo chef Norbert Niederkofler al ristorante St. Hubertus, all’interno dell’Hotel Rosa Alpina (che invece, come albergo, di stelle ne ha 5) a San Cassiano, proprio davanti alle piste che scendono dal Piz Sorega. Sempre in Alto Adige sono state confermate le due stelle al Gourmetstube Einhorn di Mules, vicinissimo a Vipiteno, al Terra in Val Sarentino sopra Bolzano e al Trenkerstube di Tirolo, sopra Merano. Una piccola nota a margine riguarda la seconda stella guadagnata a Trieste dall’Harry’s Piccolo dello chef Matteo Metullio che per anni è stato lo stellato più giovane d’Italia e che – “diventato grande” alla Ciasa Salares sempre a San Cassiano – è stato fino ad un paio di inverni or sono protagonista di tutte le manifestazioni di alta gastronomia organizzate dall’Alta Badia, diventando un’icona della cucina di montagna.

Guida Michelin 2021: i migliori ristoranti in montagna in Italia

Abbiamo contato una trentina di ristoranti con una stella Michelin in quella che possiamo definire come zona di montagna, usando il criterio della vicinanza agli impianti all’interno di un raggio di una ventina di km. Come già detto, la grande maggioranza sta in Alto Adige (qui la lista completa): i più noti agli sciatori sono certamente La Stüa de Michil a Corvara all’interno dell’Hotel La Perla, l’Alpenroyal Gourmet a Selva di Val Gardena e l’Annastuben di Ortisei, a pochi metri dalla telecabina che porta all’Alpe di Siusi. In Trentino ce ne sono altrettanti in Val di Fassa (Malga Panna a Moena e ‘L Chimpl a Tamion) e ben tre nella sola Madonna di Campiglio (il Dolomieu, il Gallo Cedrone e la Stube Hermitage). Un record. In Veneto ne contano due sia Asiago (La Tana e la Stube Gourmet) che Cortina d’Ampezzo (il Tivoli e il neopremiato SanBrite). Ne ha uno anche Sappada in Friuli Venezia Giulia che si fa vanto del Laite, ce ne sono solo tre in tutta la Valle d’Aosta (il Vecchio Ristoro in città ad Aosta, premiato per la prima volta, Le Petit Restaurant di Cogne e il Petit Royal di Courma) mentre sembra latitare colpevolmente la montagna lombarda: non c’è una stella nè a Ponte di Legno, nè all’Aprica, nè a Bormio e nemmeno a Livigno. Se ne contano solo due, concentrate in pochi chilometri tra Chiavenna e Madesimo, la Lanterna Verde e il Cantinone & Sport Hotel Alpina.

E non dimentichiamoci il sud

A Castel di Sangro in provincia dell’Aquila, a una decina di km dagli impianti di Roccaraso, c’è addirittura il famoso Reale dello chef Niko Romito che di stelle Michelin ne ha ne tre mentre in Sicilia a Linguaglossa, a breve distanza dagli skilift di Piani di Provenzana – Linguaglossa sul versante nord dell’Etna a quota 1800 metri, c’è il Ristorante Shalai dello chef Giovanni Santoro.

[photocredit. La Stua de Michil]

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