Rannveig Aamodt, la climber norvegese che vive per la roccia (nonostante una caduta di 15 metri)

La prima cosa che salta all’occhio di Rannveig Aamodt è che è bellissima. La seconda è che in parete è ancora più spettacolare. Questa climber norvegese, che vive a cavallo tra la sua terra scandinava e i canyon rossi del Colorado, sulla roccia si muove come un ragno. Sarà forse merito delle tecniche di yoga che riesce ad applicare anche quando è a strapiombo sulle falesie. O anche del fatto che, dopo una caduta di quindici metri che le costò una serie di fratture gravi e qualche mese in sedia a rotelle, sia tornata ad arrampicare con una nuova consapevolezza e una convinzione mai provata prima.

Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua storia e di regalarci qualche consiglio per migliorare la nostra sicurezza in parete.

Quando hai iniziato ad arrampicare e perché?
Ho cominciato 16 anni quando mio fratello maggiore (il mio idolo) mi comprò un paio di scarpette da arrampicata e mi disse: “Hey sorellina, adesso imparerai ad arrampicare!”.
Lui e i suoi amici iniziarono a portarmi in parete insieme a loro. All’inizio non ero capace e facevo piuttosto schifo. Ma io, che ero e sono una vera testarda, mi incaponii e continuai ad esercitarmi finché non scattò qualcosa. E dopo quindici anni di pratica costante ecco dove sono arrivata.

Quali consigli daresti ai curiosi che vorrebbero avvicinarsi a questo sport per la prima volta?
Seguite un corso o andate in parete insieme a qualcuno che sa il fatto suo. Approfittate della vostra condizione di principianti – la curva di apprendimento è ripida e non rivivrete mai quei momenti una seconda volta. Siate come spugne, osservate i bravi climber e non abbiate mai paura di provare ad arrampicare più intensamente. Cadere, infatti, non significa fallire. Al contrario, è a volte l’unico modo per migliorarsi.

Sei anche insegnante di yoga. Questa disciplina può aiutare a diventare climber migliori?
Se vuoi diventare un buon scalatore, concentrati sull’arrampicata. È sicuramente l’uso migliore che puoi fare del tuo tempo. Arrampicare richiede un set di competenze fisiche e mentali davvero specifico che puoi sviluppare solo con un esercizio costante in parete. Detto questo, se già arrampichi molto, lo yoga è un ottima disciplina complementare che può aiutare indirettamente il climber durante l’arrampicata nel momento in cui l’atleta è in grado di esercitarla quando si trova in parete. Con lo yoga impari utili tecniche di respirazione e sviluppi la flessibilità, l’equilibrio e la forza, qualità essenziali sulla roccia.

Hai avuto un terribile incidente in parete, con una caduta che ti ha fratturato schiena, bacino, braccia e caviglie. Qual è il modo migliore per riprendersi dopo un episodio del genere e ricominciare ad arrampicare?
Sono rimasta in sedia a rotelle per alcuni mesi, ma appena ho potuto rimettermi in piedi mi sono rimessa ad arrampicare. Per quanto all’inizio fosse strano, mi accorsi che arrampicare sospesa nel vuoto era una delle poche attività che non mi facevano male quanto camminare. E dopo otto mesi di esercizio ho arrampicato le vie più difficili della mia vita.

Per affrontare la riabilitazione dopo una caduta il modo vi consiglio di affidarvi a un terapista di fiducia e di fissare obiettivi da raggiungere con una strategia “a piccoli passi”. Alla fine della terapia, quando ho ripreso ad arrampicare ero terrorizzata. Non ignorate la paura, ma guardatela in faccia come si fa quando si vuole diventare bravi a fare qualcosa, costi quel che costi. Anche in questo caso, avanzate un passo alla volta senza temere di affrontare le vostre debolezze.

A cosa dovrebbe sempre fare attenzione un principiante per prevenire incidenti?
Può sembrare ovvio, ma salva la vita: bisogna sempre eseguire un controllo generale di tutta l’attrezzatura, senza dare nulla per scontato. Controlla il tuo nodo, l’imbragatura, se sei assicurato correttamente e annoda l’altra estremità della corda. Insomma, devi mettere lo stesso orgoglio di quando arrampichi anche nelle procedure di sicurezza.

Quali sono i tuoi spot preferiti per arrampicare?
Kalymnos, una piccolo isola greca sperduta nell’Egeo, le falesie della Red River Gorge nel Kentucky, l’Indian Creek nello Utah e le scogliere della Tailandia.

Sogni, missioni, obiettivi nel cassetto?
Voglio spingere i miei limiti più lontano possibile e vedere quanto posso avvicinarmi al mio potenziale genetico. Questo per me è fortemente motivante e si tratta di un processo lungo una vita. Ma ancora di più desidero sempre intraprendere nuove esperienze e divertirmi più di chiunque altro. E portare avanti anche il mio studio di fotografia, Aamodt Studio.

 

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