Le zone rosse (e arancioni) quanto tempo durano?

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Le zone rosse, ma anche le zone arancioni, per quanto tempo durano? Quando si può cambiare colore? In base a cosa?
Sono le domande più digitate sul web, per cercare di capire non solo come comportarsi in base alle norme più o meno restrittive per arginare il Covid-19 in atto nella propria regione, ma anche fino a quando resteranno attive.
La risposta è “dipende”, nel senso che esiste un termine minimo di revisione degli indici che corrisponde a 2 settimane, ma dipende da quando una regione è entrata in una certa zona di rischio. E non è detto che, dopo due settimane in zona rossa o arancione, una regione venga automaticamente declassata in una zona a minore rischio. Ecco cosa c’è da sapere in base alla regione in cui vivi.

Le zone rosse quanto tempo durano?

Ogni regione si è vista assegnare un colore dopo l’entrata in vigore del Dpcm del 3 novembre. Questo decreto prevede l’istituzione di 3 zone in concomitanza con un indice di rischio determinato da 21 fattori.
Zona rossa: zona a massima gravità di rischio
Zona arancione: zona a elevata gravità di rischio
Zona gialla: zona a media gravità di rischio

I provvedimenti in vigore i ogni zona sono destinati a durare fino al 3 dicembre. Ma alcuni dei criteri del nuovo lockdown possono essere rimessi in discussione dopo 14 giorni dalla data di assegnazione in una zona.
Nel corso degli ultimi giorni diverse regioni hanno cambiato ‘zona colore’, passando in una zona a indice di gravità maggiore (escalation) o minore (de-escalation) così la domanda su quanto tempo deve durare la permanenza in una zona è sempre più diffusa.
La risposta la fornisce il dipartimenti della Prevenzione del Ministero della Salute, guidato da Gianni Rezza. Ci sono due momenti:

Escalation
In caso di escalation, una regione passa subito al livello superiore (in zona arancione o rossa).

De-escalation
Quando una Regione si trova in una fascia rossa o arancione, per la fase di de-escalation bisogna aspettare 2 settimane per valutare uno spostamento di zona, in base a quanto gli indicatori si sono stabilizzati. Le 2 settimane son un lasso di tempo minimo: qualora i valori non fossero incoraggianti, si aspetteranno indici migliori per una valutazione.

Regioni in zona rossa, quanto tempo per cambiare colore

In zona rossa al momento ci sono sette regioni, sottoposte alle misure più restrittive su attività motorie e sportive.
Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano, Valle d’Aosta, entrate il 6 novembre. Per queste zone si aspetterà il 20-21 novembre per una valutazione sugli indici e eventuale de-escalation.
Campania e Toscana: si sono aggiunte domenica 15 novembre e hanno come termine minimo di valutazione i giorni 29-30 novembre.
L’eventuale ingresso dell’Abruzzo, previsto per il 17 novembre, porterà a revisione nei giorni 1-2 dicembre.

Regioni in zona arancione, quanto tempo per cambiare colore

La zona arancione vede la presenza di diverse regioni, entrate in diversi momenti, che devono rispettare queste regole in fato di attività motorie e sportive..
Puglia, Sicilia: sono arancioni dal 6 novembre, c’è bisogno di aspettare il 20-21 novembre per una valutazione sugli indici e eventuale de-escalation.
Abruzzo, Basilicata, Liguria, e Umbria: in zona arancione dall’11 novembre, verranno riesaminate il 25-26 novembre.
Emilia-Romagna, Friuli e Marche:
aggiunte alla zona arancione domenica 15 novembre, vedranno l’esame della loro posizione i giorni 29-30 novembre.

Quali sono i 21 criteri per stabilire le zone rosse, arancioni e gialle

La decisione sulle zone dipende da 21 criteri stabiliti dal Governo in accordo con le Regioni. C’è l’indice di contagio Rt, la capacità di accoglienza nei reparti ospedalieri, il numero di persone sintomatiche, forse i più conosciuti, ma anche tanti altri meno noti. Eccoli tutti:
1. Numero di persone sintomatiche
2. Numero di ricoveri
3. Numero di persone in terapia intensiva
4. Numero di persone in isolamento domiciliare
5. Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie
6. Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata
7. Percentuale di tamponi positivi
8. Tempo tra la data di inizio sintomi e la data di diagnosi
9. Tempo tra la data dell’inizio dei sintomi e la data di isolamento
10. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate al contact tracing
11. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate al prelievo e al monitoraggio di contatti stretti e delle persone in isolamento
12. Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati
13. Numero di casi riportati alla Protezione Civile negli ultimi 14 giorni
14. Indice Rt
15. Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella Covid-Net per settimana
16. Numero di casi per data della diagnosi e per data di inizio dei sintomi riportati alla sorveglianza integrata Covid-19 per giorno
17. Numero di focolai di trasmissione
18. Numero di nuovi casi di infezione confermata, non associati a catene di trasmissioni note
19. Numero di accessi al pronto soccorso con sintomi riconducibili al Covid
20. Tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti Covid
21. Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti Covid
[photo Foto di NickyPe da Pixabay]

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