Dalla Mongolia all’Ungheria sulle orme di Gengis Khan

Freddo Natale
"Autoscatto sul Betpak Dala, nel Kazakhstan centrale, a due giorni da Natale e dopo sei mesi di viaggio. La temperatura era scesa a -30° C: il mio cavallo Taskonir ebbe un ascesso e la mia tenda si stava distruggendo. Poco più tardi mi rifugiai ad Akbakai, un villaggio nei pressi di una miniera d’oro, dove rimasi bloccato per quasi tre mesi."

Credits: Tim Cope

Classe 1978, riccioli biondi e naso all’insù. Ricorda vagamente l’hobbit Pipino del Signore degli Anelli, e non solo fisicamente. Tim Cope, australiano di nascita ma cittadino del mondo per vocazione, ha trascorso infatti la maggior parte della sua vita in viaggio; le sue imprese hanno qualcosa di epico. Ricordate Chris McCandless di Into the Wild? Ecco, Tim e Chris hanno qualcosa in comune: l’amore per l’avventura e la voglia di spingersi ai limiti delle proprie capacità di sopravvivenza.

Basta pensare alla sua impresa più eccezionale: questo trentacinquenne di Gippsland ha attraversato a cavallo l’Asia centrale, dalla Mongolia all’Ungheria, sulle tracce di Gengis Khan, il capo dell’impero più vasto mai esistito (XIII secolo), percorrendo da nomade 10mila km in tre anni e mezzo. Durante la spedizione ha raccolto testimonianze, girando filmati e annotando le sue riflessioni: il risultato sono un documentario pluripremiato distribuito in Australia e in Europa e il libro On the Trail of Gengis Khan – An Epic Journey Through the Land of the Nomads , che ha vinto il Best Adventure Travel Book e il Grand Prize al Banff International Mountain Book and Film Festival del 2013. Ora Tim lavora come guida per World Expeditions, tiene conferenze, e non smette mai di viaggiare.

Nella gallery le immagini e le parole di Tim Cope.

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