Pico è una particolarissima isola che fa parte dell’arcipelago delle Azzorre (Portogallo) e che occupa una posizione isolata nel settore settentrionale dell’Atlantico. In sostanza, è un puntino nel bel mezzo di una pressoché infinita massa oceanica che però, a sua volta, stabilizza le temperature e attenua gli estremi stagionali tipici del continente europeo.
Ciò vuol dire che durante l’arco dell’anno (quindi anche quando da noi è così freddo che si fa fatica a uscire), l’aria mantiene valori moderati, spesso da primavera. Tali condizioni climatiche permettono che la vegetazione resti attiva e che il paesaggio conservi una vitalità costante che si rivela irresistibile.
Certo, tra dicembre e marzo non mancano pioggia e vento, ma alla fine se si sceglie una meta come questa si è consapevoli che le intemperie sono parte del “pacchetto”. Con un po’ di fortuna, tra le altre cose, è possibile trovare persino gelo e neve ma solo se li si va a cercare: restano confinati alla vetta dell’omonimo vulcano, che tra l’altro è anche la cima più alta del Paese. In poche parole, per chi pratica attività outdoor questo equilibrio climatico apre possibilità rare nel contesto europeo durante i giorni tradizionalmente freddi.
Il vulcano e l’altitudine accessibile tutto l’anno
A definire lo skyline dell’isola portoghese è il Monte Pico, vulcano di origine basaltica la cui cima è accessibile anche in inverno (in condizioni favorevoli). Con i suoi 2351 metri di altitudine, bisogna affrontare una salita che parte da circa 1.200 metri e che richiede diverse ore. No, non è facile, non è per tutti e non è nemmeno consigliato farlo da soli: c’è un dislivello importante, un terreno di origine basaltica, cambiamenti climatici rapidissimi e, da non sottovalutare, la discesa che è davvero complessa.
Con una guida esperta, però, è più facile intraprendere la salita tenendo sempre a mente che vento forte e umidità impongono equipaggiamento tecnico. Una volta arrivati sulla vetta, lo sguardo spazia su Faial e São Jorge (altre due isole delle Azzorre), con l’oceano che circonda l’orizzonte in tutte le direzioni.
Sentieri lavici, boschi e crateri
Pico può essere definita come il paradiso per gli amanti del turismo attivo: presenta una rete di percorsi segnalati che attraversano ambienti molto diversi. Le zone interne alternano boschi di laurisilva, pascoli e campi vulcanici solidificati. Durante la stagione fredda il terreno resta verde e compatto, adatto a trekking di media e lunga durata, anche se la varietà del suolo impone l’uso di scarpe robuste e attenzione all’aderenza sulle rocce bagnate.
- Trilho das Lagoas: itinerario situato sull’altopiano centrale, tra laghi vulcanici, pascoli e coni secondari. L’area conserva acqua durante tutto l’anno e mette a disposizione un paesaggio aperto, spesso avvolto da nebbie basse. In inverno il fondo rimane erboso e stabile.
- Caminho das Voltas: percorso ad anello che attraversa la parte più elevata dell’isola al di fuori del vulcano principale. Il sentiero tocca zone agricole, boschi e antichi campi di lava, offrendo un’alternativa meno impegnativa rispetto alla salita al Monte Pico durante i mesi più instabili.
- Trilho dos Mistérios de Santa Luzia: tracciato costiero che passa tra colate laviche recenti originate da eruzioni storiche. Il tragitto fa sì che si possano osservare la colonizzazione vegetale della lava e il rapporto diretto tra oceano e territorio vulcanico, con esposizione al vento tipica del periodo invernale.
Oceano protagonista anche nei mesi freddi
L’Atlantico rappresenta una risorsa centrale per l’outdoor invernale. Le acque intorno a Pico ospitano cetacei praticamente sempre, con capodogli che le abitano in modo stabile. Per questo motivo è possibile fare uscite in mare (condizioni meteo permettendo) con escursioni che partono dai porti di Lajes do Pico e Madalena.
A disposizione dei visitatori ci sono anche piscine naturali scavate nella lava: un’interessante alternativa alle spiagge tradizionali, con acqua oceanica e temperature più stabili rispetto all’aria. Sì, ci vuole coraggio ad entrarci, ma se si è fortunati con il meteo si può davvero fare. Infine, kayak costiero e navigazione restano pratiche diffuse grazie all’assenza di freddo intenso.
Paesaggio agricolo e orientamento sul territorio
Per ultimo, è bene sapere che la fascia occidentale custodisce il paesaggio vitivinicolo riconosciuto dall’UNESCO. Da queste parti, i currais in pietra lavica formano una griglia complessa che funge anche da riferimento visivo durante le attività all’aperto.
In inverno i vigneti mostrano la struttura del territorio, facilitano la lettura del paesaggio e, contemporaneamente, i muretti proteggono dal vento creando corridoi naturali utili per spostamenti a piedi su terreno pianeggiante vicino alla costa.
Foto Canva
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