Sprechiamo cibo in quantità esagerata e i motivi sono futili

sprechiamo cibo in quantità esagerata e i motivi sono futili

Sprechiamo cibo e l’estetica gioca un ruolo importante.  Alcuni studiosi danesi e svedesi affermano che siamo fortemente condizionati dalle nostre emozioni durante gli acquisti che facciamo, compresi quelli alimentari. Secondo lo studio condotto da Karin Wendin, professore all’Università di Copenaghen, saremmo, infatti, portati a scartare quel cibo che ha un aspetto imperfetto perché influenzati sul suo possibile sapore. Questo studio dimostra che così facendo la Danimarca spreca circa 716.000 tonnellate di cibo ogni anno. Scartiamo principalmente frutta e verdura, prodotti facilmente deperibili che spesso si buttano anche perché di un colore non abituale.

Wendin evidenzia un problema anche nella comunicazione alimentare che ci porta a sposare la logica secondo cui un alimento esteticamente non bello è sinonimo di cattivo: nei supermercati, ad esempio, i prodotti ammaccati hanno prezzi inferiori di quelli “belli” ma non c’è alcuna correlazione diretta che ne garantisca un sapore migliore. Tutto questo non fa che incrementare lo spreco di cibo.

In Italia

Lo spreco alimentare è un problema ambientale ma anche economico e riguarda indistintamente tutto il mondo. Le stime italiane ci dicono che lo spreco alimentare raggiunge i 36 chili annuali ciascuno e che questo numero aumenti durante i mesi estivi. Nel nostro paese si getta via una quantità di cibo pari a 4,91 euro alla settimana, cioè un totale di circa 6,5 miliardi. Il motivo principale dello spreco di cibo sarebbe riconducibile, secondo un sondaggio Ipsos per Waste watchers international on food and sustainability, al fatto che ci dimentichiamo di consumare i prodotti. Il problema si estende, purtroppo, anche alla ristorazione e alle mense scolastiche che portano lo spreco alimentare ad un costo di quasi 10 miliardi di euro per l’intera filiera italiana di cibo.

Con il Covid

L’anno della pandemia ha fatto registrare un piccolo calo nello spreco di cibo. Il Covid, costringendoci in casa per parecchi mesi, ha infatti comportato una notevole diminuzione dello spreco di cibo. Nell’anno appena terminato si contano 27 kg di cibo sprecato a testa ovvero l’11,78% in meno rispetto al 2019. Questo calo ha, da una parte, permesso di preservare più di 220.000 tonnellate di cibo cioè l’equivalente di 376 milioni a livello nazionale ma ha, dall’altra parte, comportato un aumento degli imballaggi che rappresentano un’altra faccia del problema.

Unendo la lotta allo spreco di cibo con la solidarietà, meritano attenzione il Centro Agroalimentare di Roma e il Comune di Milano che hanno recuperato diverse tonnellate di cibo da destinare a famiglie bisognose. La Coop, cooperativa dei consumatori, tramite la merce donata, ha raccolto 5 tonnellate di cibo da devolvere in volontariato.

Come contrastare il problema?

Nel corso degli anni la sensibilità al problema dello spreco alimentare è aumentata. Le persone considerano oggi, oltre alle conseguenze a livello economico anche quelle ambientali: subentra infatti un sentimento morale nei confronti dell’inquinamento che comporta a maturare una maggiore consapevolezza verso il problema. In questi anni, ad esempio, va sempre più di moda l’idea di portarsi a casa il cibo avanzato al ristorante. Ciò rappresenta una pratica comoda e intelligente per riutilizzare cibo che altrimenti sarebbe buttato. Sullo stesso concetto si basano anche le ultime edizioni di Masterchef dove i concorrenti, alla fine delle varie prove, raggruppano gli avanzi per riutilizzarli e contribuire alla sensibilizzazione sul tema. A conferma dell’importanza per il tema dello spreco alimentare, c’è la giornata la giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare istituita dalla campagna Spreco Zero e Università di Bologna – Distal con il Ministero dell’Ambiente, su iniziativa di Andrea Segrè, coordinatore PINPAS. Dal 2014, il 5 febbraio di ogni anno, viene dedicato allo “spreco alimentare, un giorno che pone l’attenzione alla prevenzione e alla riduzione degli sprechi come principi chiave per proteggere la salute dell’uomo e dell’ambiente.

Foto di Carlo Martin Alcordo da Pexels

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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