Handbike, per un ciclismo inclusivo anche a pedalata assistita

Quella delle handbike è una lunga storia che da mezzo di aiuto alla mobilità è diventata strumento sportivo anche a pedalata assistita

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A far scoprire l’handbike al grande pubblico è stato Alex Zanardi, straordinario campione (e uomo) capace di ricostruirsi una carriera sportiva nel paraciclismo conquistando 4 ori olimpici e 12 allori mondiali. Dal primo successo alle Olimpiadi di Londra del 2012 con un’handbike in carbonio realizzata dalla Dallara, uno dei più noti costruttori di telai di auto da corsa del mondo, i modelli dove si “pedala” con le braccia sono divenuti noti a tutti e amati anche dai normodotati desiderosi di allenare la parte superiore del corpo. Una notorietà che ha contribuito anche allo sviluppo di un settore fino ad allora riservato a una nicchia molto ristretta di persone.

Handbike: una storia con origini lontane

Si narra che la prima handbike della storia risalirebbe addirittura al 1655, anno nel quale l’orologiaio tedesco Stephen Farfler realizza una carrozzina a propulsione manuale per muoversi dopo l’incidente che gli provocò la paralisi degli arti inferiori. Un’invenzione senza grande seguito tanto che si dovette aspettare il secondo dopoguerra per riconsiderare l’attività fisica come una cura per corpo e mente.

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Il merito è di Ludwig Guttmann, neurologo che introdusse lo sport per la riabilitazione dei reduci di guerra e “padre” dei primi giochi paralimpici alternativi del 1952, divenuti “ufficiali” nel 1960 con l’Olimpiade di Roma. Un periodo, però, nel quale la bici a braccia rimane oggetto poco noto, tanto che per vedere nascere associazioni dedicate alle “hand” si deve attendere ancora qualche decennio, con la United States Handcycling Federation (USHF) fondata negli States nel 1998 e l’European Handbike Circuit ad approdare nel 2001. Non stupisce, dunque, che l’handbike debutti ai Giochi Olimpici soltanto ad Atene nel 2004, per altro con mezzi ancora primordiali. L’evoluzione, però, diviene rapida arrivando in pochi anni alla produzione di modelli altamente tecnologici come quello di Dallara.

Handbike assistita: l’arrivo dell’elettrificazione

Con il nuovo millennio l’evoluzione accelera con lo sviluppo di modelli più aerodinamici, con telai in carbonio, ruote prive di “scampanatura” e componenti di maggiore pregio, come i cambi wireless o i freni a disco idraulici. Con il secondo decennio del millennio arriva anche l’elettrificazione ampliando i potenziali utenti delle handbike e rendendole ideali per attività ludiche o di mobilità. Ai modelli sportivi si aggiungono quelli per spostarsi in città, per il turismo e per le escursioni offraod, delle sorte di MTB con gomme tassellate (anche fat), rapporti adatti per affrontare salite ripide e freni a disco per percorrere le discese in sicurezza. Rispetto ad altri modelli hanno pure imbottiture rinforzate per attutire le vibrazioni e, a volte, sofisticati sistemi di ammortizzazione.

Pochi modelli, ma variegati

I modelli sul mercato sono pochi, ma con grande varietà. I più semplici sono dedicati a scopi ricreativi o di semplice mobilità. Prevedono seduta comoda, buona stabilità e prestazioni modeste. Hanno telaio in acciaio o alluminio, ruote con copertoni diversi a seconda della tipologia della strada che si intende percorrere e manopole con pedivelle lunghe, per essere adattate ad ogni persona che le intenda usare. Quelle sportive hanno baricentro più basso per favorire la stabilità nei cambi di direzione e l’aerodinamica. Ampia è pure la varietà della componentistica con freni a contropedale o con classiche leve che agiscono su pattini o dischi, trazione anteriore o posteriore, trasmissioni tradizionali o wireless e cerchi di varie dimensioni. I prezzi possono variare da poco meno di 2.000 euro per un modello muscolare a oltre i 15.000 euro per un sofisticato esemplare a trazione elettrica, in parte rimborsabile per coloro che hanno disabilità certificata. Di seguito alcuni dei modelli più significativi presenti sul mercato a cominciare dalla Ti-Rex che si potrà provare a BikeUp di Bergamo dal 22 al 24 ottobre.

Ti-Rex Jeetrike

Fondata da Murat Pelit, campione paraolimpico di sci, la Ti-Rex è un’associazione nata per stimolare le persone con difficoltà motoria alla pratica sportiva, come lo sci, il parapendio o il Sit-Wakeboard, una sorta snowboard acquatico. Tra le proposte non manca l’handbike promossa anche con la realizzazione di tre modelli specifici pensati per l’offroad intenso e tra i più attrattivi sul mercato grazie all’insolita impostazione con doppia ruota anteriore e per la qualità di telaio e schema delle sospensioni. I modelli sono la Jeetrike, la Fat Explorer e la Explorer III. La più soft è la Jeetrike, offroad con sedile verticale, trazione posteriore e un sofisticato sistema di sospensione full, con all’anteriore una soluzione a quattro link che consente ampie escursioni e nel posteriore un sistema multilink capace di un’elevata ammortizzazione senza penalizzare la trazione. Il motore è posto in posizione centrale e alimentato da batterie che consentono autonomie tra 25 e 100 km a seconda del terreno e del livello di assistenza adottato. Ha freni idraulici con dischi da 203/180 mm e cambio nel mozzo Rohloff Speedhub a 14 velocità.

Scrambler RS

Si viaggia nella natura anche con la Scrambler RS, il modello progettato, costruito e assemblato a Tradate (VA) da Handbike Garage. Un esemplare pensato per escursioni offroad nel tempo libero e con un cuore elettrico Made in Italy, il motore Olieds Sport con 85 Nm di coppia e una potenza di picco di 600 W utile per affrontare con meno patemi i tratti più impegnativi. Buona pure l’autonomia (90 km in condizioni ottimali) e la componentistica. A garantire la sicurezza sono gli pneumatici tassellati e i freni Magura a circuito idraulico con un disco da 203 mm davanti e due da 180 mm dietro, mentre al comfort contribuisce l’asse ammortizzato posteriore. Il cambio è a 10 o 11 velocità.

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Hase Bike Lepus

La Kettwiesel ha seduta sportiva, la Lepus più alta e rilassante. Per il resto le due handbike della Hase Bike sono quasi identiche e caratterizzate da componenti di qualità e telaio configurabile per ospitare ciclisti con diverse altezze. Ha leve dei freni e del cambio sulle impugnature e trazione posteriore con possibilità di aggiungere il differenziale per un guida più precisa e di montare i sistemi elettrici Shimano E-6100 o EP8. La lista degli accessori è lunghissima e, di fatto, consente di assemblare una versione su misura per le proprie esigenze.

Schmicking Classic Touring

La tedesca Schmicking ha modelli per ragazzi, per le gare e per l’offroad. La più interessante è la Classic Touring con sedile comfort e misure personalizzabili per ricavare sedute adatte per lunghe ore di attività. Si può configurare in molti elementi, come i cerchi da 20 a 26”, i cambi a 10 o 11 rapporti, i freni da corsa, V-brake o con dischi. Si possono aggiungere parafanghi, luci e altri accessori. Anche con motore elettrico da 250 o 500 W abbinato a una o due batterie.

Triride Tribike E

Dalla Triride arriva un modello tradizionale dalle dimensioni compatte pensato per comode escursioni urbane. Ha telaio in acciaio e alluminio e sistema elettrico con motore da 250 W nel mozzo della ruota anteriore con 5 livelli di assistenza e batterie con capacità per autonomie fino a 100 km. Le ruote sono da 16 o 20” con pneumatici city o cross, il cambio a 7 velocità. La dotazione di serie può essere arricchita da diversi optional e tanti accessori. Dall’azienda di Montegranaro (FM) segnaliamo anche il Dolomite Bike, kit per trasformare un’handbike manuale in elettroassistita in maniera semplice e completamente reversibile.

Ricordiamo che questo weekend (dal 22 al 24 ottobre) a Bergamo si terrà BikeUP, il più grande evento in Italia dedicato alle e-bike. Test ride anche guidati. Per maggiori informazioni e registrarsi gratuitamente. clicca qui.

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