La Valle d’Aosta è un catalogo di fortezze, bastioni e torri che scandiscono la Dora Baltea come una teoria di sentinelle di pietra.
Oggi è nota come la Valle dei Cento Castelli, ma il nome non nasce da una tradizione romantica: è il risultato di secoli di rivalità feudali, di famiglie che nel Medioevo hanno costruito, ampliato, fortificato e rimaneggiato manieri per difesa, prestigio e potere.
Da fortezze a musei: i castelli più belli della Valle d’Aosta rinascono
Tra il X e il XV secolo la Valle era un sistema di signorie — Challant, Quart, Sarriod, Vallaise, Avise, Nus, Fénis — ognuna decisa a imprimere il proprio stemma sulla montagna.
I valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo erano corridoi strategici per merci, eserciti e pellegrini: chi controllava il passo, controllava tutto. Così, castello dopo castello, è nata la geografia fortificata più densa d’Italia.
Quando il potere dei Savoia inglobò le piccole signorie, molti manieri persero la loro funzione e caddero in un lungo sonno. Ma nessuno è mai stato demolito: in Valle un castello non si abbatte, si lascia dormire.
Oggi quello che per secoli è stato lo scenario di battaglie, riscatti e ribellioni è diventato un palcoscenico culturale. Fortezze militari trasformate in musei, torri diventate spazi performativi, residenze nobiliari riconvertite in hotel di charme. Una seconda vita che fa brillare ancora di più alcune tra le loro architetture più iconiche.
Forte di Bard: la sentinella che oggi ospita Botero
Il Forte di Bard è il primo gigante di pietra che accoglie chi entra in Valle. Napoleone provò a sfondarlo nel 1800 e ci mise due settimane: abbastanza da irritarsi e ordinarne la distruzione. I Savoia lo ricostruirono poco dopo e tra gli ufficiali impegnati nei lavori c’era un giovane Camillo Benso di Cavour.
Oggi quel bastione militare è uno dei poli culturali più importanti delle Alpi, con mostre internazionali, il Museo delle Alpi e percorsi immersivi.
Dal 29 novembre 2025 al 6 aprile 2026, il Forte ospita la mostra “Tecnica monumentale” di Fernando Botero, più di cento opere curate da Cecilia Braschi in collaborazione con 24 Ore Cultura e Fondazione Botero.
Castello di Saint-Pierre: una fiaba che custodisce la scienza
Sembra uscito da un libro di illustrazioni, con le sue quattro torrette e la posizione dominante sulla valle centrale. Il Castello di Saint-Pierre, costruito nell’XI secolo e rimaneggiato nel tempo, oggi ospita il Museo Regionale di Scienze Naturali “Efisio Noussan”.
Le sale che un tempo appartenevano ai nobili ora raccontano ghiacciai, fauna, geologia e fragilità delle Alpi.
Dal 2024 custodisce anche una rarità assoluta: la marmotta del Lyskamm, il più antico reperto mummificato d’Italia (Neolitico, intorno al 4600 a.C.), trovata nel 2022 e conservata in una teca progettata per durare cinquecento anni.
Il castello resterà chiuso tra il 26 novembre e il 4 dicembre per lavori interni.
Castello di Verrès: la fortezza che danza
Il Castello di Verrès è un monoblocco di pietra, essenziale e imponente. Ma la sua storia più celebre è legata a una donna: Caterina di Challant, che nel Quattrocento scese in piazza a ballare con i popolani, rompendo le gerarchie sociali e guadagnandosi la fama di signora libera e indomita.
Ogni anno, durante il Carnevale Storico di Verrès, quel ballo viene rievocato in una processione fiaccolata che risale al castello.
Oggi le sue sale ospitano performance, eventi culturali e spettacoli: la fortezza è diventata un luogo vivo, che usa la storia per parlare al presente.
Castello di Tour de Villa (Gressan): dal declino alla rinascita
Tra i vigneti appena fuori Aosta, il Castello di Tour de Villa è uno dei casi più emblematici di come un maniero possa trovare una nuova vocazione.
Un tempo sede del casato dei Tour de Villa, con il motto “Praecibus et Operibus”, poi passato alla gestione caritativa della parrocchia e conosciuto come Tour des Pauvres, oggi è stato trasformato in un elegante bed&breakfast e location per matrimoni, incontri, riunioni e cene di charme.
Sposarsi nei saloni di un castello medievale o lavorare da remoto tra mura cariche di storia qui è una possibilità concreta: il portale Booking Valle d’Aosta permette di scegliere facilmente tutte le strutture della regione senza intermediari.
Foto Vda
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