Ikaria in Grecia è una meraviglia, ma per favore non facciamone un’altra Mykonos

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Sono stato a Ikaria in Grecia e vorrei tornarci, forse rimanere lì, forse nemmeno raccontarla in questo articolo. Ma dato che Lonely Planet l’ha inserita nelle migliori mete del 2024 (non potevano farsi gli affari loro?!), cercare di tenerla sottotraccia è una speranza vagamente inutile. Noi comunque l’avevamo messe fra i posti più belli della Grecia. 
Provo così a scrivere del mio viaggio a ikaria, cerco di mettere in ordine cosa ho scoperto di straordinario, dove andare, cosa fare, cosa vedere, come raggiungerla… ma seminando informazioni un po’ random da cercare nel testo, per tenerla un po’ nascosta come fanno gli ikarioti. Aggiungo qualche foto mia, ma poche e brutte.
Giusto qualche dritta per un viaggio da fare prima che diventi una nuova Mykonos, Ios, Santorini, Naxos, Paros. Cosa che forse nemmeno gli ikarioti vogliono, almeno non tutti.

Ma dov’è Ikaria?

In sintesi, Ikaria è un’isola un po’ sperduta nel mare Egeo, quasi al confine con la Turchia. Legenda narra che nacque dalla caduta di Icaro in mare, da cui il nome, ma ci nacque anche Dioniso (si fa un buon vino ispirato al dio e, sì, c’è da divertirsi di notte). Per la storia invece furono i fenici i primi a raggiungerla.
Non si capisce bene se faccia parte delle Sporadi Meridionali, in quelle Orientali, o nelle Egee; ci si arriva con il traghetto che percorre il Dodecaneso partendo da Kos. Insomma, è già qualcosa di unico e inafferrabile per definizione.ikaria-spiagge

Il “problema” è che ormai in estate comincia a vedersi troppa gente, ed è facile prevedere un’impennata del turismo anglosassone per il 2024.
Il bello di Ikaria è la scarsa ricettività, non ci sonno hotelloni mostruosi né caffetterie in franchising, ma se ne comincia a parlare.
Dobbiamo per forza aspettarci disco-pub, pizzerie, campi da padel e cocktail a base di blu curacao? O può essere l’occasione per pensare a un’evoluzione turistica diversa da quella subita dalle isole greche più famose? Speriamo di sì, augurando tutto il meglio ai locali.
In questo senso Ikaria è da tenere d’occhio.

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Come si vive a Ikaria?

Ikaria ha sempre vissuto abbastanza nascosta alle folle, anche perché non è facilissima da raggiungere: o traghetto da Atene via Mykonos, oppure da Kos; ma ora ci sono anche i voli da Atene (40 minuti).
Anche la maggior parte dei greci non l’ha molto considerata fino a qualche decennio fa, per questo è rimasta piuttosto isolata, lontana dalla capitale e dalle vicende storico-politiche-commerciali.ikaria-cosa-fare Iniziò a essere conosciuta quando divenne meta di esilio degli oppositori politici alla dittatura dei colonnelli, nel dopoguerra. Il grande poeta e compositore Mikis Theodorakis le ha dedicato un brano (“Un’isola divina, fatta da dei per le persone amate dagli dei”) e ora la sua casa di Vrakades è un micro-museo.
A rinforzare lo spirito ribelle e anarchico dell’isola, negli anni poi sono arrivati un po’ di militanti, qualche comunità hippy, intellettuali radical, cercatori di pace e relax.

Blue zone, ma per ridere

Quando approdi a Ikaria senti questa atmosfera sulla pelle e ti sintonizzi subito con il suo suo ritmo lento, le spiagge di roccia, le casette con il bersò, la cucina semplice, tanti anziani in formissima. Anzi tanti centenari, più che nel resto del mondo: per questo Ikaria è stata inserita nelle 5 Blue Zone, quelle aree del pianeta in cui si vive più a lungo e meglio che altrove (le altre sono la comunità di Loma Linda in California, l’Ogliastra in Sardegna, Okinawa in Giappone e Nicoya in Costa Rica).

Se provi a chiedere in giro qual è il segreto del loro benessere, ti guardano e ridacchiano: mah, il cibo, il sonnellino pomeridiano, la vita come una volta, il senso della comunità, le lunghe passeggiate fra costa e montagne.
E i Panigiri, le feste dove tutti, vecchi e bambini, ballano abbracciati tutta la notte: la danza dell’Ikariotico si insegna a scuola, per capirci.ikaria-dove-andare

E un po’ ci marciano: le scuole di danza promettono ai turisti di sciogliere il corpo e la mente, alcuni ristoranti propongono corsi sulla cucina ikariota per vivere più a lungo, altri si inventano l’olio della lunga vita, il vino dell’eternità, il miele della salute perenne, l’infuso della felicità (a base di perikathe, il biancospino che cresce qui.
A Therma e nelle sorgenti termali della costa sud, le acque che sgorgano a 58° da una faglia in profondità sono “acque immortali”.
Molti americani, che girano l’isola in pullman per carpire segreti dell’eterna giovinezza in mezza giornata, ci cascano in pieno.

Forse il succo è l’ironia, il gusto per la presa in giro. Quando nel 2012 il New York Times portò alla ribalta inserendola nelle Blue Zones, gli ikarioti chiesero un referendum per essere annessi all’Austria. Era uno scherzo!

Ikaria cosa vedere

Ikaria è davvero un luogo fuori da tutto, per ora.
L’isola è grande, con pochi centri abitati, per lo più minuscoli, in cui resiste la vita comune e comunitaria.
Il versante nord è coste rocciose, foreste di conifere, cipressi e mare mosso; il versante sud è coste rocciose, ambienti secchi, acque termali radioattive (un altro segreto). La parte interna dell’isola è ripida e boscosa: al centro c’è Christos Raches, un villaggio che da sempre dorme di giorno e vive di notte. Fino a poco fa succedeva per sorvegliare l’isola da attacchi dei turchi, ora per la piccola e entusiasmante movida a base vino rosso, carne di capra alla brace (rasko) e musica diffusa.ikaria-rakes

Non ci sono cammini ufficiali, ma ho fatto il giro dell’isola, un percorso da 120 km fra sentieri e asfalto. Faticoso, meraviglioso. È facile perdersi per la mancanza di segnaletica ma è la cosa migliore che ti possa capitare, finendo a inebriarti di mito e mirto, spiagge e spugne, lucertole blu-arancione e acque azzurre, misteri e monasteri.

Se non vuoi camminare troppo, affitti un motorino e corri nel vento lungo tutta la costa nord verso Capo Papas: a detta dei marinai esperti è il punto più pericoloso di tutto il Mediterraneo. Poi prosegui per lo sterrato verso la spiaggia di Trapalo, una baia nascosta dove arrostirsi al sole e mangiare sardine nella bettola (è davvero una bettola) lì sopra. Ce ne sono tante altre di spiagge: scoprile (una si chiama Seychelles, facile immaginare perché, ma si fa anche free climbing).

La Foresta di Rantis, con quel nome da Signore degli Anelli, è un magnete per gli esploratori; Armenistis va bene per gli sport acquatici e da spiaggia; Torre Drakano per chi cerca foche e tartarughe.
Ma se devi sceglierne uno di trekking, c’è un rito da non perdere: camminare fino a Christos Raches dalla spiaggia di Nas dopo aver vissuto il momento collettivo e un po’ mistico del tramonto, con il sole che scende in mezzo ai due scogli di un anfiteatro perfetto. È qui che decidi di tornare un’altra volta a Ikaria, o di rimanere.

Ikaria dove alloggiare

Pochi hotel, un po’ di appartamenti e case, zero megaresort.

Drakano Studios
Agios Kirykos

Cavos Bay Hotel & Studios
Armenistis

Kirki Rooms
Armenistis

Hotel Nefeli
Therma

Thea’s Restaurant e rooms
Nas

Dove mangiare a Ikaria

La cucina è bene o male sempre la stessa delle isole greche. Se cerchi pizza o sushi sei fuori luogo. Bello salire in montagna, a Raches o a Profitis Ilias. Anche la nightlife migliore è in quota.

Le taverne di Raches, a scelta
Christos Raches

Taverna Paschalia
Armenistis

Pasticceria Tsantiris
Armenistis

Anna’s Fish Tavern
Nas

Platanos Tavern
Agios Dimitrios

Argios
Profitis Ilias

Come arrivare a Ikaria dall’Italia?

Non c’è volo diretto dall’Italia, ma collegamenti aerei con Atene, Salonicco, Creta.
Oppure traghetto da Atene, da Mykonos, da Kos, da Salonicco.

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