I Palmenti di Pietragalla sono un paesaggio irripetibile. Qui ci sono storie che nessun altro luogo possiede

Nelle colline di Pietragalla, i Palmenti emergono come un villaggio di gnomi, con tetti erbosi e vasche di tufo che custodiscono storie di vendemmie e ingegno contadino

Parco Urbano dei Palmenti, Basilicata

Come preannuncia il titolo, i Palmenti di Pietragalla danno vita a un paesaggio davvero eccezionale, quasi incredibile e fantastico. A prima vista, infatti, sembrano piccole costruzioni rurali addossate alla collina, ma avvicinandosi emerge un intreccio di cavità, vasche e canalette che racconta una pratica agricola modellata nei secoli.

L’aspetto è quasi fiabesco, perché sono simili a rifugi di creature immaginarie che avrebbero potuto scegliere questo angolo della Basilicata per abitarlo. Ma la verità è che la loro presenza testimonia un passato legato alla viticoltura familiare sviluppata soprattutto dall’Ottocento, epoca in cui il borgo conobbe una crescita demografica e agricola rilevante.

A cosa servivano i Palmenti di Pietragalla

Queste curiose strutture (funzionanti fino agli anni ’60 -’70) erano destinate alla lavorazione delle uve raccolte nelle colline orientali del territorio. Ogni costruzione era un laboratorio rurale: l’uva veniva raccolta e versata in vasche superiori, ricavate nella roccia o costruite in muratura, e pigiate a piedi nudi.

Successivamente il mosto scivolava in vasche più profonde, per poi fermentare lentamente. A contribuire al processo c’era anche il calore della pietra, che esposta alla luce solare manteneva la temperatura ideale per l’azione dei lieviti. Una piccola apertura sopra l’ingresso, invece, permetteva ai vapori di uscire senza compromettere la fermentazione.

Palmenti di Pietragalla, Basilicata

Foto Canva

Una volta pronto, il vino scorreva in apposite cavità, perfetto per essere trasferito nelle cantine ipogee del centro storico (chiamate rutt).

All’interno del Parco Urbano dei Palmenti: le varie tipologie

Il Parco Urbano dei Palmenti comprende più di 200 unità con caratteristiche diverse. Vi basti pensare che esistono esemplari con una sola vasca, altri con due, fino ad arrivare a complessi più articolati che suggeriscono un uso condiviso tra famiglie vicine. La costruzione richiedeva uno scavo accurato del tufo e un rivestimento interno liscio ottenuto con calcare e sabbia.

Le coperture potevano essere a botte o a crociera, mentre l’esterno veniva sigillato con terra riportata, generando un effetto mimetico che cambia aspetto in base alla stagione: tetti fioriti in primavera, pareti verde intenso in estate, superfici chiare e silenziose in inverno. Il risultato è un insieme di elementi tecnici e soluzioni pratiche che trasmettono una profonda conoscenza dei materiali e del clima locale.

Come visitare i Palmenti di Pietragalla?

È possibile accedere al Parco urbano durante tutto l’anno, ma è comunque consigliabile affidarsi alle visite organizzate dalla Pro Loco o alle iniziative locali, che includono percorsi narrati dentro questi affascinanti ambienti rupestri.

Pietragalla, invernoBy Giovannibrunophotographer – Own work, CC BY-SA 4.0, Via Wikimedia

In estate il borgo vive giornate dedicate al vino, con eventi che coinvolgono anche le antiche cantine. L’esperienza è imperdibile perché consente di osservare gli spazi interni, il rapporto con il pendio tufaceo e la disposizione degli elementi costruttivi senza perdere la dimensione quotidiana che ha guidato la creazione di questo affascinante insieme.

Come arrivare

Pietragalla si trova in provincia di Potenza. Il parco si estende su delle colline accanto all’abitato, tra la provinciale 169 che collega Potenza a Spinazzola e la strada comunale Breccia. Una volta raggiunto il paese, basta seguire le indicazioni per il Parco dei Palmenti: la zona tufacea appare subito riconoscibile grazie alle formazioni rocciose affioranti e alla presenza del piccolo “villaggio” in pietra che si adagia lungo il pendio.

Foto di copertina vy Alessia De Bonis – Own work, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia

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