Oasi di Siwa, il deserto che custodisce un sogno tra palme e laghi salati

Nel cuore del deserto occidentale d’Egitto, l’oasi di Siwa unisce laghi salati, villaggi di pietra e palmeti in scenari senza tempo

Lago e Oasi di Siwa

L’Oasi di Siwa è un vero e proprio piccolo mondo nel deserto occidentale dell’Egitto, vicino al confine con la Libia. Villaggi di pietra e palmeti si alternano a laghi salati e sabbia che si stende fino all’orizzonte. Qui la vita segue ritmi antichi: mercati, coltivazioni di datteri e ulivi e strade sterrate che collegano villaggi quasi isolati.

In questo contesto, ogni angolo sorprende: laghi che riflettono il cielo azzurro, dune che cambiano forma con il vento e palme che oscillano come se misurassero il tempo. È un posto in cui i dettagli diventano grandi e il silenzio e la vastità del deserto fanno percepire la vita in modo diverso, più chiara e concreta.

Cosa vedere a Siwa

Non solo deserti e palmeti, perché Siwa offre molto di più. Questo, infatti, è un territorio dove storia, architettura e natura si intrecciano, e ogni luogo racconta un pezzo della vita e delle tradizioni locali. Tra templi antichi, laghi salati e villaggi fortificati, è possibile costruirsi un itinerario che combina archeologia, cultura e paesaggi unici.

Siwa, oasi d'Egitto

Tempio di Amon e l’oracolo di Alessandro Magno

Vicino al villaggio di Siwa sorge il Tempio di Amon, costruito a partire dal VII secolo a.C. e famoso perché qui, nel 331 a.C., Alessandro Magno venne riconosciuto come faraone. Il tempio, costruito in pietra calcarea, sfoggia colonne e bassorilievi che raccontano secoli di culto dedicato ad Amon, testimonianza della lunga storia religiosa dell’oasi nel deserto occidentale. Accanto a esso si trovano piccoli altari e cappelle votive, che suggeriscono come questo territorio fosse un punto centrale non solo per la devozione, ma anche per le rotte commerciali e i rituali che collegavano l’oasi ad altre zone desertiche.

Shali, la città fortificata in mattoni di fango

Shali domina ancora oggi il centro dell’oasi, anche se è stata abbandonata negli anni ’20 del XX secolo a causa delle inondazioni. Fondata nel XIII secolo e costruita interamente in mattoni di fango (kheshef), mostra case con cortili interni, terrazze, torri di guardia e strade strette. La città non è solo un museo a cielo aperto: la sua struttura difensiva, pensata per resistere agli attacchi e alle condizioni estreme del deserto, è esempio tangibile dell’ingegno degli abitanti e della capacità di adattarsi a un ambiente difficile.

Laghetti salati e il Lago di Siwa (Birket Siwa)

Con una superficie di circa 10 km², il Lago di Siwa è il più grande dell’oasi e ha un’acqua così salata da permettere di galleggiare senza sforzo. Intorno al bacino si alternano palmeti e vegetazione endemica, mentre le sponde sabbiose offrono viste sul deserto circostante che cambiano a ogni ora del giorno. Accanto al lago si trova la Cleopatra Spring, sorgente naturale che, secondo la leggenda, era frequentata dalla regina stessa.

Lago di Siwa, Egitto

Villaggi tradizionali: Aghurmi e Masara

Aghurmi e Masara rappresentano l’anima più autentica dell’Oasi di Siwa. Qui le case in mattoni di fango e pietra si stringono lungo vicoli stretti, con cortili interni e piccoli mercati che mostrano la vita quotidiana della comunità. Le tecniche di raccolta dell’acqua e di irrigazione, trasmesse di generazione in generazione, rendono possibile coltivare ulivi, palme e ortaggi in un contesto desertico.

Fortificazioni e siti archeologici secondari

Intorno a Siwa si trovano numerosi resti di forti e torri, tra cui il Forte di Shali e Qasr Ghilan. Queste costruzioni servivano certamente a proteggere l’oasi dagli attacchi esterni, ma anche a controllare le rotte commerciali che collegavano l’Egitto con Libia e Sudan. Molti siti conservano iscrizioni antiche e ruderi di abitazioni, unendo storia, architettura e geografia in un unico quadro.

Palmeti e coltivazioni di datteri

I palmeti di Siwa sono tra i più importanti dell’Egitto occidentale, con varietà locali come il Siwi Date, rinomate per sapore e qualità. Canali di irrigazione, alcuni secolari, consentono di gestire l’acqua in modo efficiente. Passeggiare tra i filari di palme aiuta a comprendere il rapporto millenario tra uomo e deserto.

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Qual è il periodo migliore per visitare l’oasi di Siwa?

Ci siamo! Perché il periodo migliore per visitare l’Oasi di Siwa va da ottobre ad aprile. In questi mesi le temperature giornaliere si aggirano tra i 20 e i 25 °C, mentre quelle notturne restano fresche ma sopportabili. Se preferite andare durante l’estate (giugno-agosto), il consiglio che vi diamo è di ripensarci perché è facile superare persino i 40 °C, rendendo le escursioni e le passeggiate nel deserto difficili e poco piacevoli.

Siwa oasis, Egitto

Come si arriva all’Oasi di Siwa

Siwa si raggiunge principalmente via terra perché non ha aeroporto. Dal Cairo ci vogliono circa 9-10 ore di auto o bus percorrendo la strada desertica che attraversa il Sahara occidentale. Gli autobus partono dalla stazione di Cairo Bus Station e impiegano circa 10 ore, con soste intermedie; il viaggio è lungo ma diretto.

Per chi preferisce il noleggio auto, la strada è percorribile tutto l’anno, ma conviene partire di giorno per sicurezza, soprattutto fuori dai centri abitati. Non ci sono collegamenti ferroviari diretti, e l’unico modo alternativo per giungervi rapidamente è organizzare un tour privato o un trasferimento in 4×4 da Marsa Matruh (circa 4-5 ore). In loco, per muversi tra villaggi, laghi e siti archeologici, l’uso di taxi locali, fuoristrada a noleggio o guide con 4×4 è la soluzione più pratica.

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