Il mattino inizia ad Assisi con l’aria fredda che punge le guance e la nebbia che scende tra le colline. Sì, si è di fronte a un tipico paesaggio invernale umbro nitido e silenzioso, caratterizzato da uliveti che brillano di brina e boschi di lecci e faggi privi della loro chioma.
È la giornata migliore per combinare antichi sentieri, piccoli borghi del Monte Subasio e il piacere di fermarsi a mangiare dopo la fatica un bel piatto di Strangozzi fumanti: pasta lunga, ruvida, fatta a mano solo con farina e acqua, condita con ragù, funghi porcini o tartufo nero. Un pasto sostanzioso e caldo, il top per chiudere una giornata piena di sorprese (ma anche faticosa) con energia.
Partenza da Assisi a arrivo a Collepino: percorso breve
Bisogna dirigersi al parcheggio di Porta Cappuccini a nord di Assisi, ovvero verso il punto in cui parte il Sentiero Francescano 10. Proprio da lì, infatti, inizia un percorso che sale tra uliveti e boschi. Occorre farlo con attenzione, però, perché è molto probabile che il terreno sia scivoloso a causa della brina. Si cammina in silenzio per circa 3-4 km, per poi arrivare all’Eremo delle Carceri (ad approssimativamente 800 metri di quota), uno dei luoghi più legati alla figura di San Francesco d’Assisi.
Il complesso si presenta con piccole cappelle, grotte e passaggi in pietra in cui il santo e i suoi compagni si ritiravano per periodi di preghiera e isolamento. È un posto ricco di quiete, che con la luce invernale assume un aspetto ancor più solenne.
Dall’Eremo bisogna poi scendere, e il consiglio è di farlo seguendo il Sentiero dei Frati che collega il luogo di culto a Collepino (piccolissimo borgo medievale) lungo mulattiere antiche. Si tratta di un tragitto che fa posare lo sguardo su scorci sulla Valle del Chiascio e sui paesi umbri che, in questo periodo dell’anno, spesso sono avvolti dalla nebbia.
Cipressi e piccoli campi delimitano i confini dei terreni, mentre la pendenza costante richiede attenzione a ogni passo. Arrivati a Collepino, il freddo è intenso e le gambe sono pesanti, al punto che il pensiero di un piatto caldo di Strangozzi diventa irresistibile.
Percorso lungo fino a Spello
Chi desidera un itinerario più impegnativo può seguire l’anello che parte da Collepino, attraversa il cuore del Parco del Subasio e termina a Spello. Sono circa 12 interessanti km tra faggete fitte e mulattiere storiche, talvolta impreziositi da punti panoramici che si rivelano quasi drammatici.
Bisogna essere diligenti, però, perché il rischio di terreno ghiacciato esiste. In più, è anche utile anche considerare un tempo di percorrenza di più o meno 4-5 ore (comprese soste fotografiche e visite ai piccoli borghi o alle cappelle lungo il percorso).
Strangozzi in inverno: tradizione e sapore
La giornata sta per terminare, ma per vivere al massimo l’essenza del Monte Subasio durante la stagione fredda è necessario passare anche dalla sua cucina. È il momento di mangiare gli Strangozzi umbri, un piatto che riflette la storia della gastronomia contadina che era capace (e che lo è anche ora) di dare energia dopo ore e ore di lavoro nei campi o di una camminata tra i boschi locali.
Gli Strangozzi sono una pasta lunga e ruvida, preparata a mano con farina e acqua. In inverno i condimenti diventano sostanziosi: ragù di carne cotto lentamente con vino e aromi, funghi porcini freschi raccolti nel territorio o tartufo nero di Norcia (del resto, sarebbe un sacrilegio non prenderlo in considerazione).
Per via della sua conformazione, la pasta trattiene il sugo rendendo ogni boccone particolarmente gustoso. Ci sono poi olio extravergine locale e una spolverata di pecorino stagionato a completare il piatto, trasformando un’esperienza invernale di trekking in un’avventura totale, autentica e memorabile.
Trattorie dove assaggiare Strangozzi autentici
Essendo un piatto tipico dell’Umbria (ma non solo), qui c’è ampia scelta su dove mangiare gli Strangozzi. Ma se volete assaggiare un piatto particolarmente autentico, il consiglio è di fermarvi a:
- La Cantina di Spello: Strangozzi al tartufo in un ambiente rustico, ideale dopo la camminata.
- Sapori Umbri: porzioni abbondanti con ragù e funghi, perfette per recuperare energie.
- Trattoria da Oscar, Assisi: pasta fatta a mano e condimenti stagionali, che completano la giornata con sapori genuini.
Consigli pratici per l’inverno
Più che in altri, in questo periodo dell’anno è importante muoversi con cautela in quanto il terreno potrebbe essere ghiacciato o fangoso. In particolare, sopra quota Eremo delle Carceri non è raro trovare neve battuta o tratti completamente innevati, soprattutto dopo ondate di freddo. In questo caso servono ramponcini da trekking, mentre in generale le scarpe devono essere robuste e impermeabili.
Vi consigliamo anche di portare un paio di ghette per evitare di bagnarvi i pantaloni nella neve fresca. Guanti e cappello, invece, sono obbligatori in ogni situazione poiché il vento del Subasio in inverno taglia la faccia anche nelle giornate serene.
Va tenuto a mente che la luce cala presto e, con la neve, la percezione della distanza cambia. È quindi utile stabilire in anticipo l’orario massimo di rientro e programmare eventuali soste nei borghi o sui punti panoramici tenendo il giusto margine.
Foto Canva
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