Di alternative al Defender Land Rover non ne esistono. O meglio, così dice chiunque abbia avuto un vero Defender, diciamo dai Td5 a ritroso: solido, indistruttibile, spartano, efficace. Poi certo, era freddo d’inverno e caldo d’estate, scomodo da guidare, rumoroso, ci pioveva dentro e in compenso consumava un sacco. In pratica la miglior macchina del mondo, per chi se n’è innamorato un giorno e continuerà ad amarlo per sempre. Ma andato in pensione il vecchio Defender, da Solihull è uscito il nuovo Defender che sì, ha lo stesso nome, sì ha qualche richiamo al Mito, ma no, non ha davvero più nulla a che fare con la vettura che, dagli anni Cinquanta in poi, per prima ha raggiunto terre considerate inaccessibili. La buona notizia è che 3 esemplari di Land Rover Defender su 4 di quelli prodotti dal 1948 a oggi sono ancora su strada, e il mercato dell’usato è ancora vivo, anche grazie a un segmento after-market che consente di rintracciare praticamente qualunque pezzo da cambiare. Però le eredi del modello disegnato nel 1947 da Maurice e Spencer Wilks sulla sabbia dell’isola di Anglesey stanno raggiungendo quotazioni da collezionismo e per trovare un buon affare bisogna armarsi di tanta, tanta e ancora tanta pazienza. E allora in molti cercano le alternative al Defender Land Rover, 4×4 per andare ovunque con la garanzia che non si rompono (e se si rompono una soluzione si trova sempre, anche in mezzo al deserto).
Land Rover Defender Td4
Be’, la pria alternativa al Defender è il Defender. O meglio il Defender Td4, ultima versione uscita dalla fabbrica, quella con il motore 2.4 di derivazione Ford (lo si riconosce dal rigonfiamento sul cofano, contro quello del Td5 e versioni precedenti che è piatto). Per i puristi c’era già troppo comfort (addirittura l’aria condizionata funzionava) ed elettronica ma insomma, fatta la tara alle opinioni degli intransigenti è davvero un Defender, ci si può fare anche un lungo viaggio con la famiglia per le vacanze, spazio e look sono quelli del miglior 4×4 di sempre. E paradossalmente è meno ricercato delle versioni precedenti.
Iveco Massif
In pratica il cugino italiano per parte di parenti spagnoli del vero Defender. La storia è curiosa: la spagnola Santana assemblava i primi 109, poi “si mise in proprio” con la Anibal e infine venne acquisita da Fiat. E così dal 2006 al 2011 venne l’idea di produrre un vero fuoristrada robusto e spartano, per usi gravosi ma anche con allestimenti più vivibili, che sfruttasse l’eredità anglo-spagnola di Land Rover e Santana ma con un motore made in Italy 3.0 turbodiesel appunto Iveco. Ne uscirono anche delle versioni “lusso” come quella denominata appunto Campagnola, e altre più da lavoro come il pickup. Di fatto la produzione è cessata con il fallimento di Santana nel 2011, ma dei 4500 esemplari prodotti ce ne sono in giro ancora parecchi e può essere tutto sommato un affare (perché di meccanici che sanno mettere le mani su un motore Iveco in Italia ce ne sono).
Mercedes Classe G
La G sta per Geländewagen, qualcosa di simile a vettura da sterrato, e pur con una storia più breve ha lo stesso alone di mito del Defender. L’idea di un 4×4 essenzale e indistruttibile venne suggerita dallo Shah dell’Iran, e Mercedes si basò su un veicolo militare costruito da Steyr-Daimler-Puch. Di fatto dagli anni Settanta la G Wagen, o Mercedes Classe G come la chiamiamo noi, è diventata la macchina dell’esercito, delle forze speciali, di corpi forestali e pompieri e anche di chi vuole guidare qualcosa di indistruttibile. Certo le ultime versioni sono modelli e hanno prezzi al nuovo da sceicchi, ma se non spaventano i consumi e i costi di manutenzione di usato se ne trova parecchio.
UAZ Hunter
Ok, la più estrema delle scelte estreme, però se si cerca robustezza e poco comfort non c’è niente di meglio (o di peggio, dipende dai punti di vista) della UAZ Hunter. Look militare, allure post-sovietica, reputazione di indistruttibilità derivata dalla mitologica UAZ 469: in effetti lo chassis a longheroni e l’asse posteriore sospeso su balestre sono quanto di più vicino ci sia all’idea di fuoristrada per le condizioni più impegnative.
Morattab Khodro
A proposito di alternative estreme c’è sempre la Morattab, che dal 1962 ha prodotto la versione iraniana del Defender. In realtà quella che si ttrova ancora adesso sul mercato è una specie di Serie IV costruita sul modello della Santana spagnola negli anni Ottanta, quando poi la catena di montaggio venne spedita in Iran. Comfort, sicurezza, consumi ed emissioni sono quelle degli anni Ottanta, ed è praticamente impossibile riuscire a immatricolarla in Europa. Però sognare è gratis.
Jeep Wrangler
I fedelissimi del Defender storceranno il naso, ma chi ha un approccio più laico alla faccenda “alternative al Defender Land Rover” potrebbe trovare nel telaio separato dalla carrozzeria, nelle sospensioni a ponte rigido, nelle marce ridotte e nel bloccaggio dei differenziali (nella versione Rubicon) quanto di più vicino va cercando. E il cambio automatico a 8 marce la rende anche piacevolmente guidabile sull’asfalto e nel traffico.
Ineos Grenadier
Quello che per ora è solo lo sponsor di una squadra ciclistica diventerà tra un paio d’anni la vettura che colma il gap nell’offerta delle fuoristrada specialistiche. O almeno così si dice. Per farla breve: il colosso chimico Ineos si è messo in testa di rifare non “la” ma “una” nuova Defender, almeno per coloro che vogliono riassaporare il piacere basico e spartano del miglior 4×4 di sempre. Il motore sarà BMW, il look molto simile al Defender, il comfort decisamente adeguato ai tempi, le dotazioni di assistenza alla guida da requisiti minimi per entrare nei diversi mercati. Con in più le possibilità di personalizzazione pari a quelle della mitica Land Rover. Quando arriverà? Si vocifera che i test finiranno a fine 2021 e la produzione in catena di montaggio comincerà a cavallo del Capodanno. Incrociamo le dita, in attesa del listino prezzi.
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