Alex Honnold in Groenlandia: “Il mio impegno per il clima”

Alex Honnold in Groenlandia: "Il mio impegno per il clima"

Alex Honnold, senza ombra di dubbio il miglior climber “free solo” di ogni tempo e tra gli arrampicatori che più hanno ispirato il mondo dei climber, portando questo sport a limiti anche solo impensabili, lo scorso agosto si è imbarcato in un’epica avventura alla ricerca di pareti mai scalate prima in uno degli angoli più remoti della Groenlandia. Dopo una vita alla ricerca della purezza più assoluta, nella sua vita e nelle sue scalate su roccia, culminata con la straordinaria scalata in free solo su El Capitan da cui è stato tratto l’omonimo documentario premio Oscar, con In Groenlandia con Alex Honnold è voluto andare alla scoperta di un territorio in prima linea nella crisi climatica.

In Groenlandia con Alex Honnold: la serie di National Geographic su Disney Plus

Insieme agli scalatori di fama mondiale Hazel Findlay e Mikey Schaefer, al famoso esploratore Aldo Kane, alla dottoressa Heïdi Sevestre, una glaciologa che lavora con l’Arctic Monitoring and Assessment Program, e alla guida groenlandese Adam Kjeldsen, ha voluto unire la prima salita dell’Ingmikortilaq, uno tra i monoliti più alti della Terra con 1200 di ascensione su roccia orribilmente fragile partiti direttamente dal gommone che li ha accompagnati alla base del monolite sulle acque ghiacciate del Nordvestfjord, nello Scoresby Sound, il sistema di fiordi più grande al mondo, nella Groenlandia orientale, con il suo impegno di lunga data di attivista per il clima.

Alex Honnold in Groenlandia: “Il mio impegno per il clima”

Ne è uscita una serie di National Geographic che è disponibile su Disney Plus dal 10 aprile 2024, e proprio in occasione del lancio di In Groenlandia con Alex Honnold abbiamo potuto fargli alcune domande.

Come è nata l’idea di scalare l’Ingmikortilaq?

È una delle più grandi scogliere marine non rivendicate al mondo, che io sappia mai scalata prima d’ora, ed è uno dei più grandi muri di ogni tempo al mondo. Alla fine sai è un’idea che è venuta anche un po’ in modo naturale quando con la casa di produzione del documentario stavamo cercando qualche idea nel territorio inesplorato della Groenlandia Orientale.

Qual è stata la parte più difficile di questa spedizione?

Be’, c’erano sicuramente tutte le sfide che ti aspetti quando vai in una delle aree più remote del mondo con l’intenzione di scalare delle Big Walls, poi certo abbiamo trovato della roccia terribilmente friabile a causa delle specifiche condizioni atmosferiche e dei cicli di gelo e disgelo, e anche il tempo è stato abbastanza brutto, o almeno insolitamente brutto per la Groenlandia in estate, abbastanza freddo e abbastanza tempestoso.

Alex Honnold in Groenlandia: "Il mio impegno per il clima"

E quale invece la più inaspetatta o inusuale?

Sicuramente un aspetto non legato all’arrampicata in sé, ma a quello che ho potuto imparare da Heidi (Sevestre Ndr.), aiutarla nelle sue ricerche e mettermi alla prova con gli esperimenti scientifici. Io sono sempre stato interessato a quel genere di cose, ma senza dubbio sono stato piacevolmente sorpreso da quanto fosse divertente aiutare Heidi con tutta la parte scientifica di questa spedizione.

E come è nata l’idea di trarne un documentario per National Geographic e Disney Plus?

Per me ha senso cercare di scalare una delle più grandi pareti al mondo perché sono un arrampicatore, ma anche l’obiettivo di sensibilizzare le persone sui cambiamenti climatici è uscito in maniera abbastanza naturale parlando con la casa di produzione.

La Groenlandia orientale è remota e inesplorata, eppure è di fondamentale importanza per il clima globale, importante per l’innalzamento del livello del mare e per tutto quello che comporta. Ed è qualcosa di cui quasi nessuno sa nulla. E quindi è stato un abbinamento naturale per una serie di National Geographic, perché ci ha dato questa opportunità di mostrare alle persone una bellissima parte del mondo che in realtà è molto importante per il mondo in senso più ampio, e della quale appunto quasi nessuno sa nulla.

E quindi penso che quella combinazione di un obiettivo climatico che ispira veramente con uno scopo scientifico significativo per il pubblico globale ci è sembrato perfetto per la televisione.

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