Estendere il Daspo anche ai genitori nelle giovanili: lo propone un parlamentare

Nella cronaca locale e nazionale sono sempre più frequenti i casi in cui, nei principali sport di squadra, i genitori dei ragazzi in campo sono i protagonisti di eventi spiacevoli sugli spalti: risse con gli altri spettatori, insulti agli arbitri (spesso minorenni) e perfino agli avversari dei propri figli. Si tratta di una problematica da non sottovalutare e che, nelle ultime ore, è diventata oggetto di confronto in Parlamento grazie alla volontà di un deputato di Fratelli d’Italia di introdurre il Daspo anche nel calcio (e, in generale, nello sport) giovanile.

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Estendere la legislazione anche nelle giovanili

Quando pensiamo al Daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) lo associamo a vicende che fanno da cornice alle partite giocate da sportivi professionisti. Ma l’onorevole Emanuele Prisco, esponente di Fratelli d’Italia alla Camera, ha proposto di estendere questa misura anche nelle giovanili: “La stessa legislazione del Daspo, già prevista per tenere lontani dagli stadi d’Italia i tifosi violenti, va estesa ai padri e alle mamme esagitate che con i loro comportamenti maleducati e provocatori rovinano momenti di sport e di divertimento”, ha spiegato il deputato 41enne all’interno di un comunicato stampa. Prisco ha sottolineato che il calcio rappresenta la disciplina in cui, sotto l’aspetto delle violenze (verbali e fisiche) da parte dei genitori, ci sono le maggiori difficoltà, ma il suo obiettivo è intervenire su tutti gli eventi sportivi di minor entità.

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Isolare atteggiamenti scorretti e violenti da parte dei genitori

Introdotto in Italia nel 1989 dopo l’escalation di violenza negli stadi nel corso degli anni Ottanta, il Daspo è un provvedimento che può anche essere emesso sulla base di una segnalazione (non serve per forza una condanna penale) e che ha una durata di minimo un anno e massimo cinque anni. La volontà di Prisco, perciò, è quella di utilizzare questa misura per cercare di combattere il clima antisportivo che spesso si respira nel mondo delle giovanili, dove si ha a che fare con ragazzini che stanno giocando per divertimento e passione: “L’obiettivo è isolare atteggiamenti scorretti, scomposti e violenti commessi da spettatori che offendono i loro avversari, gli arbitri e i supporter delle altre squadre, incitando i propri figli a interventi fallosi”, ha detto l’onorevole. Sempre per promuovere i comportamenti corretti sugli spalti, Prisco ha affermato che bisognerebbe proporre degli incentivi alle società sportive italiane con il pubblico virtuoso. Staremo a vedere se queste intenzioni prenderanno o meno la forma di una vera proposta di legge.

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