Koh Lanta si apre lentamente davanti agli occhi, un’isola che alterna calma assoluta e vita quotidiana concreta. Le strade di sabbia collegano villaggi di legno con mercati che si riempiono di pesce fresco e frutta tropicale, mentre le barche dei pescatori tornano al porto con reti bagnate e odore di mare. Le spiagge non sono solo panorami: la sabbia scricchiola sotto i piedi, le onde rompono sulle rocce con un ritmo costante, e il vento porta l’umidità e il profumo del legno bruciato.
Contemporaneamente, questo angolo di Thailandia è anche strumenti pratici grazie ai suoi traghetti minuscoli per le terre vicine, scooter che sfrecciano tra palme e negozi di alimentari e piccoli ristoranti con cucine che non cercano di impressionare.
Le spiagge più belle di Koh Lanta
Le spiagge di Koh Lanta non sono tutte uguali, e non tutte sono perfette come nelle cartoline. Alcune hanno sabbia fine che scotta sotto il sole di mezzogiorno, altre sono punteggiate di rocce e alghe che il mare trascina a riva. Ogni spiaggia ha il suo carattere, ma tutte mostrano l’isola com’è davvero: concreta, viva e inattesa. Tra le più belle ci sono:
- Long Beach (Phra Ae Beach): tratto continuo di sabbia chiara e acqua bassa. È frequentata, ma si può trovare spazio senza sentirsi soffocati. I bar sono piccoli, senza pretese, e le acque sono tranquille, adatte a nuotare senza correre rischi.
- Klong Dao: più larga di Long Beach e con sabbia più morbida, è l’ideale per camminate al mattino presto. L’acqua qui degrada lentamente, ma la corrente può essere sorprendente verso la fine della baia. Non è spettacolare e non ha scogli scenografici, ma ha un ritmo rilassato e costante, con qualche barca che passa a distanza e bambini che giocano senza troppe regole.
- Kantiang Bay: più appartata e meno frequentata, ha un mare profondo a due passi alla riva e rocce sparse che interrompono la sabbia in punti casuali. La vegetazione arriva vicina all’acqua, offrendo zone d’ombra naturali. Non è facile da raggiungere senza scooter o taxi, e proprio per questo mantiene un carattere più selvaggio.
- Klong Nin: spiaggia breve che alterna tratti di sabbia e rocce affioranti; alcuni ristoranti vicini servono piatti semplici per chi sosta su di essa.
- Ba Kan Tiang: una delle più isolate, con sabbia chiara ma piena di vegetazione caduta dalle palme. L’accesso richiede un piccolo percorso tra sentieri sabbiosi, e il mare è limpido ma con fondali variabili.
Oltre le spiagge, cosa fare e vedere a Koh Lanta
Oltre le spiagge, Koh Lanta vive nei dettagli concreti della sua quotidianità e della natura. Al porto principale dell’isola, dove attraccano i traghetti, si trova un piccolo centro di negozi, mercati e ristoranti su palafitte che vendono pesce fresco e riso al cocco: è da qui che partono gli spostamenti e gli itinerari più pratici.
Lontano dal mare, la Thung Yee Pheng Mangrove Forest consente di camminare su passerelle tra canali pieni di acqua scura e alberi che si allungano fino alla superficie, oppure di muoversi in kayak tra le radici sommerse, incontrando scimmie e (talvolta) monitor lizard senza folla intorno. Nel cuore dell’isola, la grotta Khao Mai Kaew offre un percorso tra stalattiti e rocce, con scalette e sentieri nella giungla che ricordano quanto questo luogo, oltre al mare, sia da esplorare davvero.
Verso la punta meridionale, il Mu Ko Lanta National Park regala sentieri tra rocce e alberi bassi che conducono al faro e a baie isolate, con mare aperto che mostra colori veri e mai costruiti. Per chi cerca esperienze pratiche, ci sono lezioni di cucina thailandese, immersioni nei punti più ricchi di barriera corallina come Hin Daeng e Hin Muang, e piccoli villaggi interni in cui officine, ristoranti e strade polverose mostrano la vita senza filtri.
Popoli di Koh Lanta
Lungo le coste e nei villaggi interni convivono diverse comunità che danno colore all’isola. I più noti sono gli Urak Lawoi, chiamati anche “sea gypsies”, un popolo tradizionalmente legato alla pesca e alla vita sul mare. Accanto a loro ci sono comunità musulmane di origine malese‑thailandese, con villaggi e moschee che segnano il paesaggio, e famiglie thai‑cinesi che si concentrano soprattutto nella zona dell’Old Town, occupandosi di commercio e piccole attività.
Queste diverse culture si intrecciano nella vita del territorio, tra mercati, riti religiosi e mestieri tradizionali.
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Come arrivare e quando andare
Raggiungere Koh Lanta richiede qualche passaggio, perché l’isola non ha aeroporto proprio. La via più comune è atterrare a Krabi o Phuket e poi spostarsi via terra e mare: da Krabi si prende un autobus o un minivan fino al porto di Ban Saladan, seguito da un breve traghetto per attraversare il canale che separa l’isola dal continente. Da Phuket ci sono opzioni simili, con traghetti più lunghi o combinazioni di bus e barca.
Il periodo migliore per visitarla va da novembre ad aprile, quando il clima è più secco e il mare calmo. Da maggio a ottobre le piogge monsoniche rendono alcune strade interne fangose e le attività all’aperto meno affidabili, anche se il verde è più intenso e le spiagge poco frequentate. In generale, Koh Lanta si visita meglio in bassa stagione solo se si cerca tranquillità, ma per la combinazione di sole e facilità di spostamento, i mesi secchi restano la scelta più pratica.
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