Mentre l’Italia si prepara al gelo, c’è un luogo dove la terra bolle: benvenuti a Rotorua, la città dello zolfo

Dimenticate il gelo invernale: esiste una città dove la terra respira vapore e le acque bollono a 100°C. Benvenuti a Rotorua, il paradiso primordiale del Pacifico

Parco Wai-O-Tapu, Nuova Zelanda

Situata nell’Isola del Nord della Nuova Zelanda, Rotorua è uno dei luoghi con la più alta concentrazione di attività geotermale al mondo. La città poggia su un complesso sistema geotermico alimentato dal calore magmatico profondo del Taupō Volcanic Zone, rendendo lo zolfo e il vapore elementi costanti del panorama urbano.

Entrando in città, infatti, l’odore acre dell’idrogeno solforato chiarisce subito che qui le regole le dettano i gas sotterranei (anche se, è bene saperlo, la località è anche normata, abitata e sicura).

La fisica dell’estremo: Te Puia e la Valle di Whakarewarewa

Il centro dell’azione è la valle geotermale di Te Puia, un posto in cui la terra pare letteralmente “bollire”. Da queste parti, infatti, il geyser Pohutu mette in scena uno spettacolo di termodinamica naturale: l’acqua piovana penetra nel sottosuolo, viene surriscaldata in condotti geotermici, accumula pressione e infine viene espulsa ciclicamente in una colonna di vapore alta 30 metri.

Te Puia, Nuova Zelanda

Wai-O-Tapu: La chimica che sfida i colori

A non molta distanza, la riserva di Wai-O-Tapu si presenta come una tavolozza di colori che, di primo impatto, sembrano artificiali. Spoiler: non lo sono. La verità è che queste sfumature sono il frutto di una chimica naturale dovuta ai minerali che risalgono dal sottosuolo:

  • Artist’s Palette: area in cui le pozze d’acqua assumono tinte incredibili. Il giallo acceso è dovuto allo zolfo, l’ocra deriva dal ferro, mentre il verde e il blu nascono dai silicati e composti di rame e ferro.
  • Champagne Pool: una depressione profonda 62 metri che è il frutto di un’eruzione di 700 anni fa. Il nome deriva dalle bollicine di anidride carbonica che risalgono in superficie, ma attenzione, perché il bordo arancione intenso non è decorativo. È un deposito solido di arsenico e antimonio che si accumula dove l’acqua calda incontra l’aria e si raffredda leggermente.

Champagne pool, Nuova Zelanda

Ingegneria Maori: vivere sopra l’ebollizione

A differenza di altre culture, i Maori della tribù Tuhourangi Ngāti Wahiao non hanno combattuto il vulcano. Loro lo hanno direttamente usato. Vi basti pensare che nel villaggio di Whakarewarewa molte case non hanno caldaie e il riscaldamento è fornito direttamente dalle bocche di vapore.

Il Parekohuru, la vasca di cottura principale, mantiene una temperatura prossima all’ebollizione. I residenti vi calano cesti di cibo, cuocendo carne e verdure a vapore naturale in pochi minuti. Un vero e proprio metodo di cottura senza combustione artificiale che dura da secoli.

Il silenzio dei Giganti: Redwoods Whakarewarewa Forest

Per fuggire dai vapori acidi ci si rifugia tra le Sequoie Sempervirens. Importate dalla California nel 1901 per scopi di silvicoltura industriale, queste piante hanno trovato nel suolo vulcanico (ricco di minerali e pomice) un acceleratore di crescita unico.

Redwoods Whakarewarewa Forest, Nuova Zelanda

Non per pura casualità, quindi, hanno raggiunto dimensioni notevoli in poco più di un secolo. Un dato assolutamente sorprendente perché in America questi alberi richiederebbero molto più tempo per innalzarsi verso il cielo.

Consigli per il Viaggiatore

Visitare Rotorua vuol dire anche avere alcuni accorgimenti tecnici che non si trovano nelle guide standard, a causa della natura chimica e fisica del luogo:

  • Gestione dell’olfatto: l’odore di uova marce (idrogeno solforato) si percepisce molto spesso e in maniera piuttosto intensa. Se siete sensibili, soggiornate nei quartieri a nord o vicino al lago, dove la ventilazione naturale è maggiore.
  • Non indossate gioielli in argento: i gas solforosi possono annerirli facilmente.
  • Il rito del fango: se volete provare i famosi fanghi termali, l’esperienza più autentica (e meno affollata) è quella di Hell’s Gate dove è possibile immergersi nel fango vulcanico attivo. Ricordate di portare un costume da bagno vecchio perché lo zolfo impregna le fibre e l’odore potrebbe persistere anche dopo molti lavaggi.
  • Logistica dei geyser: per essere certi di veder eruttare il Lady Knox Geyser occorre essere sul posto tassativamente alle 10:15 del mattino. È l’unico evento “indotto” della zona che viene attivato ogni giorno tramite un tensioattivo organico.
  • Sicurezza e percorsi: rimanete sempre sui sentieri tracciati nelle aree geotermali. La crosta di silice può sembrare solida ma nasconde sacche di vapore o fango bollente potenzialmente letale.

Lady Knox Geyser, Nuova Zelanda

Foto Canva

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