Chi sceglie (e fatecelo dire, facendo bene) di esplorare il Piemonte in inverno accetta che il percorso comprende sicuramente i bellissimi chilometri da affrontare, ma anche ciò che finisce nel piatto. Passando per borghi piccoli e trattorie locali, soprattutto durante la stagione fredda, è facile notare che molte delle tavole sono governate da una particolare (e gustosissima) salsa. Parliamo della Bagna Cauda, una crema calda di aglio e acciughe che vibra nei fojòt di terracotta.
In genere ci si siede e si prende un pezzo di cardi o un topinambur, per poi intingerlo nella salsa stessa. Un gesto semplicissimo, direte voi, ma che in realtà racconta la storia di un rituale che attraversa decenni di cucine contadine: ogni movimento unisce i commensali, al punto che nessuno mangia mai da solo.
Il viaggio si intreccia con il cibo perché la Bagna Cauda è un modo di percorrere il territorio, soprattutto tramite strade secondarie che conducono verso cucine che conservano tradizioni familiari tramandate da anni e anni. Il viaggio invernale in Piemonte, quindi, inizia anche dallo stomaco.
Storia e tradizione
La Bagna Cauda nasce nel Basso Piemonte, una zona che si riconosce subito per la presenza di campagna vera, colline fitte di vigne, borghi di pietra, nebbia in inverno, trattorie che sembrano case private e una forte identità agricola. Inizialmente venne utilizzata per nutrire vendemmiatori e contadini nei mesi freddi, anche perché fatta di aglio del territorio, acciughe conservate con cura e olio a reggere la cottura lenta.
Le alici salate giungevano dalla Liguria lungo le vie del sale, integrate dall’olio d’oliva prodotto in zona o importato dai commerci con Nizza. Oltre agli ingredienti, però, a giocare un ruolo fondamentale erano i fojòt, tramite i quali la salsa era mantenuta calda. Ogni famiglia custodiva varianti precise: aglio cotto o pestato, qualche goccia di Barbera, burro o gherigli di noce.
Dove assaporarla: tappe, luoghi e tavolate
Un itinerario dedicato alla Bagna Cauda attraversa zone in cui il piatto rimane parte della quotidianità, tra filari che seguono le pendenze, cascine isolate, borghi che si aprono all’improvviso dopo un tornante e un paesaggio che rende naturale l’idea di sedersi a un tavolo e prendersi il tempo necessario per godere del momento.
Nizza Monferrato
Il centro storico di Nizza Monferrato si presenta con con un fitto e affascinante reticolo di vicoli in cui, osservando bene, si possono notare diversi ristorantini e trattorie dove vale la pena assaggiare questa preziosa salsa.
Ne è un esempio la Trattoria Vineria La Signora in Rosso: qui la Bagna Cauda arriva nei fojòt di terracotta con le verdure appoggiate su taglieri che ricordano le cucine familiari della zona. La sala è raccolta e si parla da un tavolo all’altro senza sforzarsi, tanto che la condivisione del piatto invita spontaneamente alla conversazione.
Monferrato Casalese
A Monferrato Casalese vale la pena fare una sosta a Ca’ San Sebastiano, locale in cui l’ambiente richiama l’atmosfera delle case di campagna grazie alla presenza di pavimenti in cotto, porte in legno pesante e luci che scaldano senza esagerare.
Da queste parti la Bagna Cauda viene servita in stanze piccole, e questo fa sì che il locale venga riconosciuto come uno di quelli in cui il piatto esprime al meglio la sua natura conviviale.
Alessandria
Uscendo dalle colline e raggiungendo Alessandria il paesaggio cambia un po’ perché compaiono strade più larghe e sì, anche del di traffico. Ciò non toglie che, chilometro dopo chilometro, si incontra il Nuovo Gianduja, ristorante in cui si lavora la Bagna Cauda con un’impostazione diretta, con verdure preparate con cura e odori che riempiono la sala in modo inequivocabile.
Asti o il Roero
Chi vuole proseguire il viaggio verso Asti o il Roero trova trattorie e cantine presso cui la Bagna Cauda accompagna vini locali corposi come Barbera e Nebbiolo, trasformando qualsiasi pasto in un’esperienza che attraversa storia, territorio e cultura gastronomica.
La scelta dei ristoranti dove assaggiarla diventa quindi l’essenza stessa del viaggio, offrendo una mappa concreta per chi vuole vivere il Piemonte attraverso i sapori.
Non solo Italia: dove si mangia la Bagna Cauda nel mondo
La Bagna Cauda ha persino superato i confini nazionali: in Argentina è nota come bañacauda e qui si celebra a Calchín Oeste e Humberto Primo; in Giappone ha trovato popolarità a Tokyo grazie a ristoratori piemontesi; negli Stati Uniti, le comunità di immigrati del Piemonte hanno mantenuto viva la tradizione in Illinois.
In sostanza, sedersi davanti a un fojòt caldo permette di scoprire il Piemonte tramite il gusto (e anche stando lontano).
Foto Canva
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