Le Pappardelle al Cinghiale tra profumo di bosco e ragù tradizionale: itinerario invernale tra Toscana e Lazio

Un viaggio tra Toscana e Lazio sulle tracce delle Pappardelle al Cinghiale, il piatto rustico per eccellenza dell'Italia centrale. Tra sentieri tra uliveti e castagneti e soste gourmet dove assaporare questa specialità autentica

Pappardelle al Cinghiale in inverno

Nel cuore d’Italia, tra colli che cambiano colore con le stagioni e boschi dove l’aria porta il profumo della terra, si trova un piatto la cui sola immagine scalda lo stomaco: le Pappardelle al Cinghiale. Ottime da mangiare in inverno perché la stagione esalta sia la qualità della carne sia l’esperienza del piatto, sono una lunga pasta all’uovo, rustica e corposa, avvolta da un ragù di cinghiale dal sapore profondo, ricco e con note di vino rosso e aromi selvatici.

Una combinazione, quindi, che somiglia al territorio che lo ha generato, anche perché qui le escursioni tra sentieri di macchia mediterranea, faggi o vigneti non sono complete senza sedersi (sudati e affamati) davanti a un piatto che narra storie di persone, boschi e stagioni.

Parliamo perciò di una ricetta che scandisce l’arrivo del freddo, accompagna le chiacchiere attorno a tavole di legno e si integra con i vini rossi locali che si rivelano compagni ideali di ogni forchettata di terra e tradizione.

Pappardelle al Cinghiale, Tra Lazio e Toscana

Origine del piatto e dove è tipico

Le Pappardelle al Cinghiale nascono nelle campagne della Maremma grossetana, della Maremma laziale e dell’alta Tuscia viterbese. Tre zone bellissime dell’Italia centrale, ma anche territori in cui la presenza storica della selvaggina ha inevitabilmente inciso sulla cultura gastronomica.

Da queste parti, la carne viene marinata nel vino rosso con cipolla, sedano, carota e aromi per molte ore, poi cotta a fuoco lento con passata di pomodoro (o no, dipende dalla ricetta) fino a diventare un ragù denso e saporito da abbracciare alle pappardelle.

Al giorno d’oggi questo piatto si è imposto come simbolo rustico della pasta all’uovo con condimenti corposi, legata alla vita dei borghi e alle stagioni più fresche. E, tradizionalmente, viene servito con un bicchiere di vino rosso robusto, il top dopo camminate nei boschi tra castagneti e panorami sull’Appennino o sulla Maremma.

Dove mangiarle in Toscana (con itinerari outdoor)

In Toscana l’esperienza delle Pappardelle al Cinghiale si lega naturalmente ai paesaggi. Dalle crete senesi, in cui pini e querce si alternano a distese di erba secca, sino ai sentieri del Parco della Maremma che si insinuano tra macchia mediterranea, colline ondulate e panorami che guardano il mare, nella regione ogni camminata apre l’appetito. Anche nel cuore del Chianti Classico, tra filari di vigne e boschetti ombrosi, il richiamo del piatto è altrettanto forte.

Un buon piatto di pappardelle al cinghiale

  • Osteria del Cinghiale Bianco, Firenze: perfetta sosta cittadina dopo un giro nei borghi o passeggiata nel centro storico.
  • Maremma bona, Grosseto: ambiente semplice e cucina di territorio con piatti tradizionali.
  • Trattoria Toscana, Capalbio: terra di confine tra colline e mare con piatti robusti, tra cui gustosissime Pappardelle al Cinghiale.
  • La Tana del Cinghiale, Tirli: immersa nelle alture maremmane.
  • Ristorante da Guido, Magliano in Toscana: fermata ideale dopo percorsi tra vigneti e uliveti.
  • Trattoria La Campigliola, Trattoria Orto 219 e Trattoria Cupi: altre trattorie nei dintorni di Manciano e Magliano dove le pappardelle spesso compaiono nei menù stagionali.
  • Oste Scuro VinOsteria, Braccagni: vino locale e piatti di selvaggina per chi ha pedalato o camminato nei dintorni.
  • Da Nada Locanda Toscana o Il Barilotto: opzioni eccellenti nei borghi più piccoli, ottime per chi ama fermarsi in luoghi in cui il tempo sembra rallentare.

Queste osterie e trattorie offrono un contesto, un bicchiere di vino rosso robusto dopo un’escursione tra i boschi, tappeti di foglie secche sotto gli scarponi e vallate che si perdono all’orizzonte.

Dove mangiarle le Pappardelle al Cinghiale nel Lazio (e quali itinerari fare)

Anche nel Lazio la cultura delle Pappardelle al Cinghiale si intreccia con boschi di faggi e querce. In particolare con quelle dei Monti Simbruini, le colline dell’Alta Tuscia viterbese e perfino con i paesaggi dei Castelli Romani. In questo territorio, tra le altre cose, i sentieri richiamano escursionisti e mountain biker: lo sforzo di salite e discese invita a fermarsi per un piatto rustico che racconta storie di terra e animali.

Tuscia, terra di Pappardelle al Cinghiale

Dopo ore tra sentieri immersi nella natura, alcune trattorie e osterie mettono a disposizione risposte solide alla fame:

  • Trattoria Il Casale La Foce, Trevi nel Lazio: cucina di campagna autentica a seguito di esplorazioni tra boschi.
  • Trattoria dei Cacciatori, Genzano di Roma: piatti locali con selvaggina vicino ai percorsi nei Castelli Romani.
  • Osteria Bonelli, Roma: meta urbana dopo giri nei parchi periurbani o camminate nei Colli Albani.
  • Trattoria La Lanterna, Vetralla: zona di confine con sentieri che si inoltrano verso la Tuscia.
  • Trattoria Leone, Al Piccolo Borgo Locanda Con Alloggio, Agriturismo Vazianello, Antica Taverna e La Fraschetta Di Jack o Mela Stregata: varie località della Tuscia e zone collinari ottimali per chi esplora i paesaggi antichi del Lazio settentrionale.
  • Trattoria Da Gino, Osteria Di Corte o I Sapori Della Maremma: altre possibilità in aree in cui la natura invita a camminare prima di sedersi a tavola.

Nei sentieri del Lazio, tra passo lento e panorami aperti, quel sugo rosso e corposo che avvolge la pasta larga sa di territorio e di ore trascorse sotto il cielo aperto: un’esperienza tutta da vivere (e da gustare).

Foto Canva

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