Peccioli è un borgo con un’idea.
Un micro villaggio diffuso nella campagna delle Valdera, in provincia di Pisa, ha una caratteristica rara: invece di rassegnarsi al proprio destino, lo riscrive ogni volta da capo.
Negli anni ’80 era un piccolo comune toscano destinato allo spopolamento, uno dei tanti dell’entroterra. Oggi è un laboratorio sociale, artistico ed energetico noto in mezzo mondo.

Per capire come ci sia riuscito, basta arrivarci (si va in auto): dopo l’ultima curva, appare un borgo dove l’arte dialoga con i calanchi, le sculture sbucano dalle colline e la sostenibilità non è un’etichetta, ma una pratica quotidiana.
E una meta da visitare per il suo mix di ambiente, umanità e creatività, un posto che vi rimarrà nel cuore, come è successo a me.
Peccioli oggi: il borgo che trasforma tutto in futuro
Il punto di partenza è sempre lo stesso: la vecchia discarica di Legoli. Là dove c’era un problema ambientale, il paese ha visto un’opportunità.
L’ha bonificata, resa efficiente, trasformata in una macchina che produce energia verde, cultura e denaro. Ed è da lì che nasce il modello che oggi chiamano Sistema Peccioli: un ecosistema in cui rifiuti, arte, servizi e comunità interagiscono come parti dello stesso organismo.
Grazie a una unica combinazione di intelligenza creativa, spinta comunitaria e un sindaco a dir poco illuminato (Renzo Macelloni, in carica addirittura dal 1988, con qualche pausa), Peccioli non ha mai scelto la via facile. Ha scelto quella creativa, radicale, collettiva. Ed è per questo che oggi è uno dei luoghi più innovativi d’Italia.
Un’economia che ricade (davvero) sulla comunità
Il motore del cambiamento è la Belvedere SpA, la public company che gestisce impianti, energia e servizi. È partecipata in larga parte dai cittadini di Peccioli e dalle sue frazioni, che ricevono dividendi e vedono reinvestiti nella valle utili e risorse.
Non è uno scherzo: fattura oltre 50 milioni di euro l’anno, e gli utili vengono distribuiti fra i cittadini che hanno scelto di acqujistare quote dell’azienda, rendendoli di fatto ricchi.
Gli utili vengono anche reinvestiti: scuola di musica per centinaia di ragazzi, biblioteca aperta fino a tardi, ascensori per collegare il borgo alto, microcar elettriche condivise, sostegno alle famiglie più fragili, defibrillatori diffusi ovunque. E l’arte contemporanea a cielo aperto, per cu ormai Peccioli è un polo d’attrazione internazionale.
A Peccioli la ricchezza prodotta non “va altrove”: resta qui, circola qui, cambia la vita quotidiana.
Arte contemporanea tra calanchi e vigneti
Chi arriva si accorge subito che il paesaggio non è solo naturale. È una combinazione di colline, vigneti e interventi artistici disseminati con cura. Nel Triangolo Verde, l’area che ospita gli impianti della discarica, si passeggia tra i colori di David Tremlett, i disegni di Staino e soprattutto le celebri Presenze, i giganti bianchi in vetroresina ormai diventati simbolo del borgo. Ti guardano, ti scrutano, ti fanno pensare.
E da pochi mesi non sono più soli: accanto a loro sono comparsi due mammut monumentali in resina, che ricordano che la Valdera, due milioni di anni fa, era territorio di fauna primordiale. Un cortocircuito visivo affascinante: animali estinti che dialogano con l’industria, l’arte contemporanea e il paesaggio collinare.
In tutto il territorio ci sono circa 80 installazioni, un vero museo a cielo aperto (MACCA) che si può esplorare a piedi, in bici, lungo l’anello cicloturistico di 53 km che tocca Ghizzano, Cedri, Legoli e Toiano — un borgo fantasma incastonato nel calanco, uno dei luoghi più magnetici dell’intera valle.
Il nuovo volto della comunità
Il cuore del paese oggi è un mix sorprendente: tradizione contadina, cultura contemporanea, innovazione. La Via di Mezzo di Ghizzano, ridipinta in colori saturi, è diventata un magnete per fotografi e viaggiatori.
Il Palazzo Senza Tempo, restaurato da Mario Cucinella, è una terrazza sulla Valdera che ogni sera accoglie tramonti carichi di rosa e arancio.
Poco lontano, Endless Sunset, la passerella colorata sospesa nel vuoto di Patrick Tuttofuoco, permette di camminare dentro una spirale di luce che cambia con le ore del giorno.
Qui gli interventi artistici non sono percepiti come intrusi: i pecciolesi li hanno fatti propri. Per molti, sono diventati un orgoglio identitario.
L’Acqua di Peccioli
Tra i progetti recenti c’è anche l’Acqua di Peccioli, un’iniziativa che unisce qualità, sostenibilità e promozione territoriale.
È un’acqua certificata, distribuita in bottiglie dal design essenziale e pensata come prodotto identitario, come lo sono già i vini, l’arte diffusa e i servizi comunitari.

L’obiettivo è valorizzare la risorsa locale riducendo sprechi, trasporti e plastica, mantenendo nel territorio la filiera del benessere e della sostenibilità. È un tassello in più nel mosaico della nuova identità pecciolese: un paese che sa fare economia anche dalle cose più ordinarie.
Un borgo che continua a guardare avanti
Il progetto non si ferma. In programma c’è un nuovo ascensore panoramico che arriverà fino al campanile, trasformandolo in un punto di osservazione e in un’installazione artistica.
Una visione che continua a evolvere, senza nostalgia né retorica: ogni spazio, anche il più comune, può diventare un contenitore di futuro.
Foto Martino De Mori
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