Quando arriva l’autunno, la Val Ceno si accende di colori caldi e silenzi profondi. I castagneti si tingono di rame, l’aria profuma di terra bagnata e funghi porcini, e nei borghi che punteggiano la valle si sente un’energia nuova.
A portarla sono soprattutto donne che hanno scelto di restare o tornare, lasciando città come Milano, Varese o Genova per costruire una vita più vera, tra natura, agricoltura biologica e ospitalità sostenibile.
Nell’Appennino parmense, tra le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia — il territorio di Visit Emilia — stanno scrivendo una storia di rinascita.
Una valle che dà il meglio in autunno
In autunno, la Val Ceno offre il meglio di sé: castagne, funghi, escursioni, cieli limpidi e una bellezza sobria che invita a rallentare. Ma è soprattutto la forza delle persone a cambiare il paesaggio: chi resta, chi torna, chi scommette su un’idea e la trasforma in impresa. L’Appennino qui non è più un luogo da cui partire, ma uno da cui ripartire.
Qui, dove la montagna riparte dalle donne
Diciannove anni fa Laura Bevilacqua ha lasciato Milano e la sua carriera nella grafica editoriale per aprire con il marito l’Agriturismo Bio Terra Antica, a Borgotaro, lungo la Via degli Abati. Oggi produce miele, zafferano, confetture e succhi di mela, tutto biologico.
“È stato un grande salto di qualità — racconta —. Serve impegno e costanza, ma raccogliere i frutti del proprio lavoro e incontrare persone da tutto il mondo è una soddisfazione unica”.
Pane, biscotti e torte fatti in casa sono il cuore della cucina, mentre la piscina panoramica e la sauna finlandese riscaldata con la legna dei boschi completano un luogo che unisce comfort e autenticità.
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Le yurte dell’Oasi dei Ghirardi
A pochi chilometri, Simona Terenzio è stata una pioniera: con il compagno Diego ha portato in Appennino le tende yurta mongole, creando l’Agriturismo Ca’ Cigolara nell’Oasi WWF dei Ghirardi. “Cercavamo un progetto compatibile con l’ambiente e il clima montano. Così sono arrivate le tende dalla Mongolia e un nuovo modo di ospitare”.
Oggi le sue nove yurte ospitano yoga retreat e viaggiatori in cerca di silenzio e natura, tra orti, cucina biologica e panorami aperti sulle cime.
Dal mulino dell’Ottocento all’home-restaurant
Storica dell’arte e guida turistica, Chiara Palumbo ha lasciato Varese per seguire un sogno ispirato da un film. Con il marito ha comprato un vecchio mulino a Bardi, oggi diventato il B&B Il Pozzo e la Macina.
Nel suo home-restaurant serve pasta fresca, conserve e dolci fatti in casa. “Volevamo un posto che raccontasse autenticità. E questo mulino ci ha scelti tanto quanto noi abbiamo scelto lui”.
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Strela di Compiano, il borgo che rinasce
Nel piccolo borgo di Strela di Compiano, meno di cento abitanti, si concentra un piccolo miracolo. Qui Simona Gambarini, genovese, ha fondato con il marito l’Azienda Agricola Costalta, un allevamento biologico di bovini di razza piemontese. Poco distante, Clara Ghinassi, ex architetta e project manager, ha trasformato un terreno abbandonato in Verde Strela, un “vivaio coraggioso di montagna” dove coltiva rose antiche, perenni e fiori da taglio, promuovendo laboratori e mercati locali.
E poi c’è Sara Tambini, 31 anni, che gestisce l’agriturismo Il Cielo di Strela con la famiglia, producendo zafferano e collaborando con le altre aziende della valle.
“Si è creato un circolo virtuoso — racconta —. Lavoriamo insieme, ognuno con la propria attività, ma con una visione comune di comunità e futuro”.
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