In bilico su uno strapiombo del Monte Baldo e la Valle dell’Adige, il Santuario Madonna della Corona sembra nascere dalla roccia stessa. Non a caso, quando si arriva al suo cospetto pare di stare ad ammirare la pietra che si fonde con l’architettura, in un gioco di pulizia e maestria che lascia a bocca aperta chiunque. Ma osservando con più attenzione si nota persino che ogni angolo racconta una storia: la piccola statua della Pietà, il marmo bianco che riflette la luce e i bronzi e le vetrate che punteggiano la navata centrale.
Si è davvero di fronte a una struttura che colpisce immediatamente per la tensione tra il peso della storia e la leggerezza con cui si mostra, in un equilibrio instabile eppure perfetto.
Breve storia del Santuario Madonna della Corona
Le origini del Santuario occorre andarle a cercare nel Medioevo, quando eremiti legati all’Abbazia di San Zeno scelsero questi anfratti rocciosi per la preghiera e la meditazione. Già intorno al 1200, in questa zona, esisteva una piccola cappella dedicata a Santa Maria di Monte Baldo, accessibile solo attraverso sentieri stretti e difficili. Fu in questo contesto che, nel 1432, Lodovico Castelbarco donò probabilmente la statua della Pietà, oggi venerata come Madonna della Corona. Anche se, ed è interessante specificarlo, secondo la tradizione fu un intervento angelico a farla giungere proprio qui dall’isola di Rodi (Grecia).
Nei secoli successivi, i Cavalieri di San Giovanni contribuirono a trasformare questo angolo sospeso di Veneto in un santuario più accessibile, erigendo una chiesa e realizzando il Ponte del Tiglio insieme a due scale ricavate nella roccia. La chiesa venne poi ampliata più volte, inglobando la struttura originaria sotto il nuovo presbiterio e aggiungendo edifici destinati ad accogliere i pellegrini.
Alla fine del XIX secolo, la facciata fu rifatta in stile neo-gotico e decorata con statue in marmo bianco (per la precisione di Carrara). Nel XX secolo, tra il 1975 e il 1978, il Santuario venne ricostruito, preservando le parti più significative e assumendo la forma di basilica minore sui cui possiamo posare un sorpreso sguardo oggi.
Santuario Madonna della Corona: cosa vedere
Tra le sue possenti mura, tre navate incorniciano opere di scultura e bronzo che narrano storie di fede e devozione. La Pietà in pietra dipinta, alta 70 centimetri, poggia sull’altare maggiore e protegge l’iscrizione che ne ricorda la donazione. Lungo le pareti si trovano anche alcuni ex-voto che fungono da testimoni silenziosi di vite intrecciate alla grazia ricevuta: dai pellegrini del Cinquecento fino alle comunità contemporanee, sembra quasi che un filo invisibile unisca le generazioni attraverso i secoli.
Affreschi e vetrate riportano invece i misteri e gli episodi della vita di Cristo, mentre la Cappella delle Confessioni e la Scala Santa guidano il visitatore tra il piano inferiore e quello principale. All’esterno, i bronzi di Raffaele Bonente trovano posto sulla parete rocciosa dell’abside, tra angeli e scene sacre, accentuando la maestosità e la magia di questo luogo appeso tra la pietra e il cielo.
Perché il Santuario è incastrato nella roccia
Il Santuario si fonde con la montagna, sfruttando ogni cavità naturale, e la parete rocciosa (che è parte integrante della struttura architettonica) le conferisce stabilità e una forma unica che ne caratterizzano l’immagine.
La roccia diventa cornice e contenitore, creando un senso di protezione, di isolamento spirituale e di armonia con la natura circostante, come se il luogo sacro fosse nato dalla montagna stessa. Nei fatti, tuttavia, il Santuario è incastrato nella roccia a causa degli ampliamenti che ha subito nel corso dei secoli.
Come arrivare
Arrivare alla Madonna della Corona situata a Spiazzi (frazione di Caprino Veronese in provincia di Verona), è già un piccolo viaggio dentro la montagna. Da Brentino Belluno, a disposizione c’è il Sentiero della Speranza che si arrampica tra gradini scavati nella roccia e boschi ombrosi, aprendo squarci sulla Valle dell’Adige che cambiano a ogni curva.
Chi parte da Spiazzi percorre invece una breve via pedonale, accanto alla strada asfaltata, superando le stazioni della Via Crucis in bronzo. Il viandante ha quindi l’opportunità di intraprendere un cammino lento e riflessivo, in cui qualsiasi movimento sembra preparare all’incontro con la statua della Pietà e con la luce che filtra tra le rocce.
Come visitare il Santuario Madonna della Corona
Il Santuario resta aperto tutto l’anno, con orari che si estendono dalle prime luci dell’alba al tardo pomeriggio, variando leggermente tra estate e inverno. La visita può comprendere le navate interne, la Cappella delle Confessioni, il Sacellum Pietatis e il Sepolcreto degli eremiti.
Foto Canva
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