Nel cuore della costa sud-orientale dell’Islanda si apre una distesa che sembra uscita da un racconto di altri tempi. La Spiaggia dei Diamanti, conosciuta anche come Diamond Beach, accoglie chi arriva con uno spettacolo sorprendente: un manto nero come il carbone si stende sotto cristalli che paiono liquidi congelati, illuminati da un cielo che muta senza preavviso.
Ogni pezzo è simile a un gioiello, un frammento di memoria glaciale che ha viaggiato per chilometri prima di giungere da queste parti, dalla lingua di ghiaccio del Breiðamerkurjökull, discendente del maestoso Vatnajökull.
Il ghiacciaio più grande d’Europa regala alla spiaggia forme uniche. Blocchi di diverse dimensioni emergono dal mare e si adagiano sul nero della sabbia, subendo l’azione costante delle onde che li scolpisce con pazienza millenaria.
Le tonalità variano dal turchese intenso al blu profondo, e a volte un alone dorato del sole basso trasforma questi cristalli in piccole sfere che catturano il respiro del mare, come se la spiaggia custodisse una luce propria.
Come’è fatta la Spiaggia dei Diamanti
L’affascinante Diamond Beach si trova all’interno del Parco Nazionale Vatnajökull, accanto alla laguna glaciale Jökulsárlón. La zona è puntellata da sabbia scurissima a causa dei sedimenti vulcanici, accumulati in millenni di eruzioni, che diventa il palcoscenico perfetto per gli iceberg.
Sì, quei frammenti di ghiaccio non sono altro che pezzi di iceberg che rappresentano la storia del clima terrestre, e che mantengono nel loro cuore dati e memorie che si sono accumulati nei secoli. Al loro interno, infatti, minuscole bolle d’aria intrappolate raccontano la composizione dell’atmosfera di epoche remote, un archivio silenzioso della storia del clima terrestre.
Ogni frammento, trasparente o turchese, rappresenta un viaggio millenario dalla calotta del Vatnajökull fino al mare, plasmato dalle correnti e dalle onde. La sabbia scura su cui si adagiano crea un contrasto nettissimo e che, soprattutto, non è mai lo stesso: le correnti trasformano i “diamanti” in una scultura effimera, mai uguale a quella del momento precedente.
Nei mesi freddi, la luce dell’alba e del tramonto riflette su di essi tonalità calde e incantevoli, mentre l’aurora boreale aggiunge al paesaggio un tocco di magia indescrivibile.
A rendere la sosta ancor più speciale è la possibilità di fare incontri con la fauna locale: curiose (e deliziose) foche emergono tra i blocchi, osservando con attenzione i visitatori. Ci sono poi uccelli marini che volteggiano sulle onde, posandosi sui ghiacci come se fossero piattaforme di cristallo.
Come arrivare alla Diamond Beach
Per arrivare alla meravigliosa Spiaggia dei Diamanti d’Islanda è necessario un viaggio di circa 5 ore da Reykjavík seguendo la Ring Road. Gli alloggi più vicini si trovano a Höfn, Hof e Vik, con la possibilità di prenotare tour organizzati in autobus dalla capitale del paese.
La buona notizia è che questa scurissima distesa di sabbia puntellata da iceberg resta accessibile in ogni stagione, con parcheggi e un piccolo caffè a disposizione dei viaggiatori.
Nonostante ciò, il periodo migliore per raggiungerla è l’inverno, momento durante il quale il ghiaccio rimane intatto più a lungo e il contrasto con la sabbia nera appare più spettacolare. La marea regola il numero di iceberg visibili, mentre le onde danno vita a configurazioni sempre diverse (tornare, quindi, è come esserci arrivati per la prima volta).
Foto Canva
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