Luni sul Mignone: la “città perduta” nel cuore del Lazio che il tempo ha dimenticato

Binari fantasma, gallerie dimenticate e un pianoro di tufo che custodisce un segreto di tremila anni: guida al trekking nella 'città perduta' a un'ora da Roma che sfida il tempo

Luni Sul Mignone, Tuscia

A meno di un’ora da Roma, in quell’angolo di Lazio dove la Tuscia si fonde con la Maremma, sorge un luogo che pare uscito da un romanzo di avventura: Luni sul Mignone. Oltre a essere a un sito archeologico antichissimo e ricchissimo, è un altopiano di tufo che domina la valle del fiume Mignone come una gigantesca prua di pietra.

Un posto dove la storia non è chiusa dentro le teche di un museo, perché è nuda, scavata nella roccia e immersa in una natura così prepotente da aver cancellato quasi ogni traccia del passaggio umano moderno. Visitare Luni permette perciò di scoprire la “città perduta” del Lazio, un territorio abitato per millenni e poi abbandonato (ma ancora carico di un fascino magnetico).

Il fascino del mistero: dai segreti del Bronzo al Re di Svezia

Perché Luni sul Mignone è considerata una meta magnetica per gli amanti dell’insolito? La risposta sta nella sua stratificazione millenaria: questo pianoro ha ospitato civiltà dall’Età del Bronzo al Medioevo, passando per gli Etruschi che qui trovarono una fortezza naturale inespugnabile.

Il sito divenne celebre negli anni ’60, quando Gustavo VI Adolfo, il Re di Svezia, decise di condurre personalmente gli scavi archeologici. Il sovrano, innamorato della Tuscia, riportò alla luce strutture uniche al mondo come imponenti case ipogee dell’Età del Bronzo scavate profondamente nel tufo, che testimoniano l’esistenza di una comunità organizzata e potente ben prima della fondazione di Roma.

Il trekking della Ferrovia Fantasma: come arrivare

L’accesso a Luni è di per sé un’esperienza di archeologia industriale. Il percorso più spettacolare per raggiungere l’altopiano, infatti, segue il tracciato della vecchia ferrovia Civitavecchia-Orte, dismessa da decenni e oggi diventata un paradiso per i camminatori. Passarci sopra è davvero emozionante.

Ponte Luni sul Mignone, Tuscia

Foto by Dino Michelini – Own work, CC BY 3.0, via Wikimedia

  • Punto di partenza: vecchia stazione di Monteromano (facilmente raggiungibile dalla SS1bis).
  • Distanza: circa 12,5 km (andata e ritorno).
  • Difficoltà: E (Escursionistico). Il dislivello è minimo, ma la lunghezza richiede un buon allenamento.

Si cammina sulla massicciata della ferrovia dismessa, attraversando gallerie scavate nella roccia e ponti imponenti che regalano viste straordinarie sulla valle del Mignone. In questo tratto è comune avvistare bovini maremmani allo stato brado e rapaci che volteggiano sopra le pareti di tufo. Abbandonato il tracciato ferroviario, un breve ma ripido sentiero conduce alla sommità del pianoro, dove lo sguardo spazia a 360 gradi sulle Colline della Tolfa e sul viterbese.

Cosa vedere sul pianoro di Luni

Una volta raggiunta la cima, il sito si rivela come un labirinto a cielo aperto:

  • Le Capanne Monumentali: enormi fosse rettangolari scavate nel tufo, un tempo basi di abitazioni preistoriche.
  • La Chiesa di San Pietro: resti di una piccola chiesa medievale che testimoniano l’ultima fase di vita della città prima dell’abbandono definitivo.
  • Le Fortificazioni: le pareti a picco sulla valle del Mignone regalano una protezione naturale che rende comprensibile perché questo luogo sia stato scelto per tremila anni come rifugio.

Luni sul Mignone, cosa vedere

Foto by Robin Iversen Rönnlund – Own work, CC BY-SA 3.0, Via Wikimedia

Sono indispensabili scarponcini da trekking perché il terreno può essere fangoso vicino al fiume. Molto utile è anche una torcia carica per attraversare in sicurezza le gallerie ferroviarie. Il sito è completamente selvaggio, il che vuol dire che non ci sono punti di ristoro o fontanelle lungo il percorso. Infine non dimenticate il rispetto: Luni non è recintato ed è fragile. Bisogna quindi camminare con molta attenzione tra i resti archeologici e senza lasciare tracce del proprio passaggio.

Foto di Copertina by Dino Michelini – Own work, CC BY 3.0, Via Wikimedia

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