Gli animali selvatici vengono a vivere in città

Granchi di fiume a Roma
Alla fine degli anni '90  venne segnalata la presenza di alcuni grossi granchi in pieno centro a Roma, nell'area dei Fori Imperiali. I ricercatori che nel 2004 si interessarono al caso scoprirono con grande sorpresa che il crostaceo misterioso era il Potamon fluviatile, un abitante poco conosciuto dei torrenti di collina del Centro e Sud Italia, che arriva misurare fino a 5 cm di lunghezza del carapace. Tra le rovine romane non c’era solo qualche esemplare ma un’intera popolazione di individui in buona salute, mantenuti dai corsi d'acqua dell'antica Cloaca Massima. Questi crostacei terrestri, infatti, hanno comunque bisogno dell'elemento liquido per sopravvivere: riescono a respirare aria atmosferica solo se le loro branchie si mantengono umide. Si nutrono in gran parte di organismi morti, frutta e materiale vegetale ma, se l’occasione si presenta, sanno anche cacciare: catturano larve di anfibi, insetti, piccoli pesci, rane e sono anche cannibali verso gli individui più piccoli. Di giorno stanno nascosti in gallerie da loro stessi scavate nel detrito degli argini, profonde più di 50 centimetri ed escono quasi solo di notte. Credit Flickr CC Alastair Rae

Falco Tinnunculus
Hierophis
Ardea Urban
gechi
credit Flickr CC Alastair Rae
credit flickr CC Anthony Quintano
Pappagalli a Genova

Non fa più notizia ormai la cronaca di maiali che grufolano nella spazzatura a Roma, il “comune agricolo più grande d’Europa”, non lontano dal GRA. Non i cinghiali che da tempo frequentano l’Olgiata nella periferia della città ma veri e propri maiali che riescono a uscire e rientrare da un allevamento.

Lo scorso marzo, del resto, era diventato virale un video che immortalava una capra che scorrazzava nella stazione della Linea A della metro a Valle Aurelia, non lontano dai Giardini Vaticani, la stessa zona dove nella piazza del paese giravano perfino i cavalli. Non stiamo parlando dei gabbiani che ormai hanno raggiunto anche le discariche delle grandi città del Nord Italia né degli scoiattoli americani che stanno colonizzandone  parchi e aiuole. Non stiamo parlando di casi fortuiti e isolati come i cervi che scendono in centro a Bolzano o l’orso che l’anno scorso è comparso alla periferia di Lecco.

Pare palese ormai che questa sia una tendenza di questi anni, il segno evidente della natura che si adatta e conquista nuovi spazi per la propria sopravvivenza. Proprio in questi giorni è stato presentato il nuovo libro di Francesco Tomasinelli  “Vado a Vivere in città”, un volume che racconta proprio perché gli animali selvatici sono sempre più comuni nelle metropoli e come possiamo convivere con essi (Edizioni Il Piviere, Euro 20,00). Assolutamente sorprendente e mai banale.

Noi abbiamo parlato con l’autore che ci ha raccontato i casi più eclatanti: “La progressiva contrazione degli ambienti naturali in gran parte dell’Italia impone agli animali di convivere con noi”, dice Tomasinelli, laureato in Scienze Ambientali Marine presso l’Università di Genova e divulgatore scientifico. “Le città, anche quelle più grandi, non sono i deserti biologici che molti si aspettano ma un ambiente complesso che può ospitare un numero sorprendente di specie di uccelli, ma anche mammiferi, rettili, anfibi insetti e pesci (www.isopoda.net)”.

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