Questo ragazzo vuole ripulire gli oceani con un imbuto

Se l’idea vi sembra assurda, sappiate che al momento è anche la soluzione più semplice e intelligente per ripulire gli oceani dalle tonnellate di plastica che li infestano. Quella stessa plastica che Legambiente ha trovato in grandi quantità anche sulle spiagge italiane.

Il ragazzo si chiama Boyan Slat, ha 19 anni, è olandese e fino a tre anni fa faceva quello che fanno tutti gli adolescenti: andava a scuola, praticava sport e andava in vacanza con i genitori. Finché non è andato alle Azzorre e ha fatto un’immersione. Quando è tornato in spiaggia ha pensato: “Che schifo, è pieno di rifiuti di plastica, non si può fare niente per ripulire il mare?

Ora, la soluzione più semplice sarebbe in effetti quella di non gettare la plastica in mare, ma di riciclarla, come stanno facendo per esempio i ragazzi di Bureo Skateboards che ci costruiscono degli skateboard. Però mari e oceani sono veramente invasi dai rifiuti plastici, e le soluzioni finora escogitate prevedevano di andare a raccogliere la plastica con speciali navi raccogli rifiuti. Come svuotare il mare con un cucchiaio, con l’aggravante di inquinare ulteriormente.

L’idea di Boyan è molto più semplice: la plastica e i rifiuti non sono ovunque, ma vengono portati dalle correnti in determinate zone del mondo dove poi finiscono per depositarsi sulle spiagge. Con tutte le conseguenze che conosciamo, compresa la morte di numerose specie animali, spesso per soffocamento.

E allora perché non mettere degli enormi imbuti proprio dove passano le correnti marine, in modo da intercettare la spazzatura del mare, raccoglierla e smaltirla? Se vi sembra ancora un’idea assurda, sappiate allora che è piaciuta prima a quelli di Ted.

Poi l’idea è piaciuta anche a Intel, che pensa che Boyan sia uno dei 20 giovani imprenditori più promettenti del mondo. E infine a un sacco di gente che ha donato dollari su dollari su Indiegogo per sostenere lo studio di fattibilità del progetto The Ocean Cleanup.

Gli 80mila dollari necessari alla fase di start-up sono stati raccolti velocemente (anche perché con 6 dollari ti pulivi la coscienza di 1 kg di spazzatura di plastica) e ora siamo a 330mila dei 2 milioni che servono a partire veramente con il progetto.

Insomma, se tra 10 anni nel Pacifico ci sarà la metà della schifezza che c’è oggi, il merito sarà di un ragazzo olandese di 19 anni che, dopo aver fatto un tuffo in acqua, ha pensato che si potessero ripulire gli oceani con un mega imbuto.

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