Puma Suede: perché dovresti averne un paio assolutamente

Puma Suede

Le Puma Suede oggi sono un paio di sneaker decisamente diffuso. Le vedi ai piedi dei teenager maschi e femmine, dei Generazione X in uscita casual, degli startupper e talvolta anche di qualche Baby Boomer che non si arrende ai capelli grigi. Ma se oggi sono conosciute essenzialmente come calzatura streetwear, hanno alle spalle una storia che le definisce assolutamente come capo iconico. Iconico da valere, in quanto sneaker, quanto un Rolex, un tailleur o una cravatta a tinta unita (rigorosamente solo per i matrimoni): un capo da avere sempre nell’armadio e da tirare fuori all’occorrenza.

Già, perché le Puma Suede hanno più di 50 anni e una storia tumultuosa e avventurosa alle spalle. La prima edizione delle Puma Suede risale infatti al 1968. E Sessantotto è sinonimo di rivoluzioni giovanili e lotte per i diritti sociali. Ma in quell’anno le Suede non erano ai piedi delle Pantere Nere americane, degli studenti del Maggio Francese o degli hippy di Berkeley e Woodstock. Nel 1968 le Puma Suede erano ai piedi di Tommie Smith e John Carlos, i due velocisti statunitensi interpreti della famosa protesta, sul podio delle Olimpiadi di Città del Messico, del pugno alzato al cielo e del capo chino. Una delle immagini simbolo del Novecento non solo nello sport. Anzi, più che ai piedi le Puma Suede erano accanto ai piedi, e poi nella mano di Tommie Smith, salito sul podio scalzo. Una presenza silenziosa ma al tempo stesso deflagrante tanto quanto lo fu quella delle antenate delle Adidas ai piedi di Jesse Owens quando vinse le 4 medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino nel 1936. E il fatto che i fondatori di Adidas e Puma fossero due fratelli, Rudolf e Adolf Dassler, separatisi nel 1947 per dissidi personali, politici e di affari, rende la cosa ancora più densa di significato.

Puma Suede

Però le Puma Suede non solo il “solito” paio di scarpe da running che finiscono per diventare sneaker da ogni giorno. Perché sembrerà strano ma con quella suola bianca, spessa e squadrata e la tomaia in suede così riconoscibile ma anche così poco traspirante per i criteri di oggi, le Puma Suede sono state anche delle scarpe da basket. da basket NBA visto che furono ai piedi di Walter “Clyde” Frazier, play dei New York Knicks prima e dei Cleveland Cavaliers poi, 7 volte NBA All-Star, due anelli e anche miglior giocatore dell’All Star Game del 1975. Nel 1973 Frazier chiese a Puma un modello personalizzato delle Suede, le cosiddette Clyde (il nomignolo perché Frazier portava il cappello come Warren Beatty nel film Gangster Story) alte sopra la caviglia.

La suola in gomma aderente e resistente, la tomaia flessibile e duratura le fecero uscire, nel corso degli stessi anni Settanta, dalle piste d’atletica e dai palazzetti, e finire ai piedi delle crew di skater californiani come dei Breakers di New York e della nascente sottocultura hip hop, breakdance e rap degli anni Ottanta. Ma come per pochissimi altri capi iconici di streetwear, le Puma Suede uscirono dal ghetto di una sola appartenenza e a fasi alterne finirono ai piedi di punk, grunge e altri movimenti giovanili fino appunto ai giorni nostri.

Ecco perché dovresti assolutamente comprare un paio di Puma Suede e tenerle nell’armadio. Perché non sono solo un paio di sneaker di tendenza, ma un pezzo di storia contemporanea con un’anima leggendaria.

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