Perché dovresti prendere seriamente in considerazione l’Amazfit T-Rex Pro

Amazfit T-Rex Pro

Se cerchi informazioni online sull’Amazfit T-Rex Pro, nei gruppi Facebook e in qualche forum che ancora sopravvive, potresti essere indotto a cercare altro. Generalmente il tono dei pareri è: “Roba cinese che costa poco“. Commenti di chi non ha mai messo al polso l’Amazfit T-Rex Pro. Come invece abbiamo fatto noi. Ci siamo presi tutto il tempo necessario per provare l’ultimo orologio sportivo di Huami, che è l’azienda che produce Amazfit. Ci abbiamo corso, ci abbiamo pedalato, siano stati anche in montagna e nuotato in acque aperte oltre a usarlo day by day con le notifiche smart e per la misurazione della qualità del sonno. Davvero, se sei alla ricerca di un orologio smart, con funzioni di monitoraggio delle attività sportive e con anche qualche dato indicativo sullo stato di salute, dovresti davvero prendere in considerazione l’Amazfit T-Rex Pro.

Intanto l’unboxing: scatola essenziale, con l’orologio, il caricabatteria e il manuale di istruzioni (fondamentale viste le tantissime funzioni disponibili). A prima vista sembra il più famoso degli orologi rugged e indistruttibili, ma pesa molto meno (60 grammi da bilancino della cucina, tutto compreso) e già questo, date le dimensioni, è una sorpresa. Il cavetto di ricarica è proprietario e magnetico: niente USB (altrimenti addio certificazioni militari) e quindi purtroppo è un cavetto in più da tenere nel cassetto. La configurazione è facile, al netto che l’App si chiama Zepp e il logo non c’entra nulla con quello giallo di Amazfit: comunque la scarichi, inquadri il QR code sul display dell’orologio, e sincronizza il tutto, compresi gli eventuali aggiornamenti di sistema. A questo punto l’Amazfit T-Rex Pro te lo metti al polso e non è così “grosso” come sembra (diametro 4.77 cm, spessore 1.3) e al netto dei 3 colori militari (nero, grigio, blu) ci sta anche a un polso femminile.

Amazfit T-Rex Pro

Diciamo subito 2 cose: il cinturino è sì in silicone morbido ed elastico ma si è visto e sentito di meglio, le schermate di default sono proprio brutte e pasticciate (ma dall’App se ne trovano almeno un paio più chiare, ordinate e fruibili). Superate queste due perplessità c’era quella della batteria: la promessa è di 18 giorni in modalità normale (con le notifiche attivate) che si dimezza se usi le funzioni sport. Al netto di smanettarci per capire le diverse funzioni, e tenendo un ritmo più o meno di attività a giorni alterni, siamo arrivati a 13 giorni. Che per un orologio con tutte queste funzioni è tantissimo.

Delle notifiche smart non parliamo, se non per dire che puoi rispondere al telefono dall’orologio (situazione in cui per esempio stai correndo, il telefono è nell’armband e hai le cuffie) e non puoi gestire la musica in modalità attività. Quello che ci interessava davvero erano le funzioni sport.

Ce ne sono più di 100, con anche alcune funzioni interessanti che vediamo dopo. Per il momento concentriamoci su GPS e cardiofrequenzimetro. Intanto il GPS ora riconosce 4 tipologie di satelliti (GPS, GLONASS, BeiDou, Galileo) agganciandosi a due alla volta (tipicamente dalle nostre parti GPS + Galileo). L’aggancio è veloce (ma questo ormai è un tema superato per tutti i dispositivi) ma soprattutto preciso, anche dal confronto con la traccia di sportwatch di marchi ben più famosi e affermati. Bisogna chiarire una cosa: il GPS registra la traccia ma non serve per la navigazione, cioè non è possibile caricare mappe, seguire il percorso o eventualmente fissare dei POI durante le escursioni o tornare sui propri passi.
C’è poi il cardiofrequenzimetro, che è una tecnologia proprietaria di Huami, e su cui avevamo i maggiori riserbi. Su questo serve un po’ di spiegazione: nessun rilevatore cardio al polso è (e forse sarà mai) preciso e affidabile come una fascia cardio toracica; e proprio per la sua natura (le luci LED che deducono la frequenza cardiaca scansionando la pelle del polso) è impossibile fare un vero confronto. Due sportwatch diversi sui due polsi o in due diverse posizioni dello stesso braccio daranno inevitabilmente qualche differenza. Detto ciò, fatte un po’ di prove e confronti con altri sportwatch di altri marchi, sostanzialmente i risultati sono gli stessi. Cioè, se cercate un orologio che dia un’idea attendibile della frequenza cardiaca durante lo sport e durante il riposo (compresa la saturazione di ossigeno nel sangue che abbiamo imparato a conoscere in epoca Covid) l’Amazfit T-Rex Pro lo è.

Amazfit T-Rex Pro

Come detto i profili sport sono tantissimi (pure troppi) con anche alcune chicche: i lap da 100 metri o lo start/stop per le ripetute nel running, il numero di bracciate per il nuoto in acque libere, quello delle vasche per il nuoto in piscina, la “lepre virtuale” per la corsa, le ripetizioni se stai facendo un allenamento funzionale a corpo libero o con gli attrezzi e il test della saturazione se superi quota 3000. Giusto per citare quelle che abbiamo notato.

Tutte queste funzioni sarebbero inutili se poi fosse difficile usarle. E qui bisogna dire un po’ di cose sull’Amazfit T-Rex Pro. La prima è che tutte le funzioni si attivano sia dal display touch che tramite i 4 tasti fisici laterali (che non è un dettaglio banale, se stai pedalando, sei in acqua o sulla neve con i guanti). La seconda che il display Amoled è da 1,3″, quindi abbastanza grande anche a prova di presbite, e i caratteri grandi e ben visibili. Unica accortezza settare la luminosità automatica dall’App (cosa che abbiamo scoperto perché nuotando in mare, in pieno sole, lo schermo lasciava un po’ a desiderare). La terza che per ogni profilo sport si possono impostare fino a 6 dati da visualizzare tra quelli rilevati. La quarta infine è che molte informazioni relative all’attività svolta si possono visualizzare anche sull’orologio oltre che, ovviamente, sull’App sul telefono.

Ecco, l’App Zepp è molto grafica e molto basica rispetto a quelle dei marchi più noti: può essere un limite, se vuoi una profondità di analisi maggiore, oppure un vantaggio, se il tuo obiettivo è avere un’idea veloce delle prestazioni e dello stato di forma. Ci sono ovviamente tutti i principali dati importanti, dalla VO2Max al carico di lavoro ai tempi di recupero e fino all’indice PAI, Personal Activity Intelligence che stima il livello di attività quotidiana. Trattandosi di dati indotti che dipendono dall’algoritmo del software (e ogni marchio ha il suo proprietario) bisogna evitare i confronti e prenderli un po’ con le pinze: man mano che usi l’Amazfit T-Rex Pro e raccogli più dati le informazioni saranno sempre più attendibili e credibili, benché potenzialmente diverse rispetto a quelle di altri sportwatch di altri marchi.
PS: Sì, è compatibile con Strava e con qualche altra App di fitness e registrazione tra quelle che vanno per la maggiore.

Amazfit T-Rex Pro

Infine la questione che più colpisce durante l’unboxing, cioè il fatto che l’Amazfit T-Rex Pro è rugged. Huami comunica che ha passato 15 test e conseguito la certificazione MIL-STD-810 G, che è lo standard dell’esercito americano. Dovrebbe resistere a temperature tra -40°C e +70°C, a pressioni fino a 10 ATM (più o meno 100 metri di profondità) e varie tipologie di urti severi. Noi non abbiamo fatto nulla di tutto questo ma è già molto rassicurante sapere che non dobbiamo maneggiarlo come un vetro di Murano ma possiamo tranquillamente maltrattarlo. E se vuoi dilettarti un po’ con il bushcraft sappi che tra le funzioni ci sono anche un meteo ben fatto, la bussola, il barometro e l’altimetro.

Il tutto al prezzo di 169 euro, che non è basso in sé ma è sicuramente concorrenziale, e anche parecchio, rispetto a sportwatch con le stesse funzioni.

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