Green Pass per lo sport giovanile: chi lo deve avere, chi lo controlla, quanto dura

Settembre significa ripresa delle attività sportive per i ragazzi e le ragazze, ma quest'anno anche questione Green Pass: ci sono le indicazioni del Governo, quelle delle Federazioni, e anche le scelte di singole società sportive o sindaci. Un caos tra cui le famiglie devono fare un vero e proprio slalom

Green Pass per lo sport giovanile: chi lo deve avere, chi lo controlla, quanto dura

Tra tutte le discussioni sul certificato verde c’è anche quella sul Green Pass per lo sport giovanile. Un vero rompicapo per le famiglie che, con la ripresa di settembre, si trovano a voler iscrivere i figli alle attività sportive e devono fare i conti con le indicazioni del Governo (il decreto legge 105, articolo 6, che lo impone di fatto per lo sport al chiuso, quindi pallavolo, pallacanestro, ginnastica, arti marziali, etc, ma non per quelli all’aperto come calcio, rugby, atletica, se non per accedere agli spogliatoi), i protocolli delle Federazioni e le eventuali decisioni di singole società sportive, spesso su indicazione del sindaco. Insomma: un vero rompicapo.

Green Pass per lo sport giovanile: chi lo deve avere, chi lo controlla, quanto dura

Come prima cosa c’è da sottolineare che l’obbligo di Green Pass per lo sport giovanile non significa necessariamente obbligo di vaccinazione, nemmeno per ragazzi e ragazze di età superiore ai 12 anni. Secondo le indicazioni del Governo infatti sono 4 le modalità di ottenimento del Green Pass:

– Essere completamente vaccinati con mono o bi-dose di vaccino in base al tipo di vaccino somministrato
– Essere passati almeno 15 giorni dalla prima dose di vaccino (nel caso di vaccini che richiedono la seconda dose)
– Essere guariti da Covid negli ultimi 6 mesi (con diagnosi di positività e successivo tampone negativo)
– Aver effettuato un tampone molecolare o antigenico rapido con esito Negativo nelle precedenti 48 ore

Il Green Pass, in una delle 4 modalità previste, sostituisce l’Autocertificazione COVID-19 utilizzata in precedenza, ma il controllo del Green Pass tramite apposita App non escluderà la misurazione della temperatura corporea prima dell’accesso all’impianto sportivo o all’evento e tutte le altre prescrizioni – utilizzo dei DPI, igienizzazione delle strutture e degli attrezzi nonché delle mani, etc – già in essere lo scorso inverno.

Come già noto il Green Pass per lo sport giovanile non è richiesto per i gruppi con ragazzi e ragazze di età inferiore ai 12 anni, per i quali varranno comunque le autocertificazioni. Ma famiglie e società sportive dovranno gestire il problema dei gruppi “misti”, con atleti/e che potrebbero avere tra gli 11 e i 13 anni e quindi dovranno essere gestiti con protocolli diversi.

Sopra i 12 anni invece le possibilità sono 2: o si ha il Green Pass per avvenuta vaccinazione o guarigione, oppure le famiglie dovranno farsi carico di un tampone, della validità di 48 ore, per ogni allenamento o gara. I tamponi per il Green Pass devono essere effettuati in farmacia o comunque laddove sia possibile registrarli sui sistemi informatici della sanità regionale.

Il controllo del Green Pass, anche per le attività sportive giovanili, è di responsabilità del COVID Manager incaricato da ciascuna società sportiva oppure del custode o responsabile dell’impianto sportivo. Complicazione in più: il COVID Manager non può, per tutela della privacy, raccogliere i dati relativi al Green Pass (per esempio la scadenza) né avere copia del Green Pass. Quindi i controlli andranno fatti a ogni accesso all’impianto sportivo.

Green Pass per lo sport giovanile: le indicazioni delle Federazioni

Purtroppo non è finita: c’è il Governo, c’è il Coni, e poi ci sono le diverse Federazioni, che stanno emanando protocolli specifici.
La FIGC, per le attività giovanili e dilettantistiche, prevede anche un tampone molecolare o antigenico, prima dell’inizio dell’attività. Una sorta di screening iniziale dopo il quale, in ogni caso, solo chi ha il Green Pass può praticare l’attività (oppure esegue un tampone prima di ogni allenamento o gara).
Lo stesso prevede la FIP, con obbligo di Green Pass per chi ha più di 12 anni e uno screening iniziale con tampone prima degli allenamento di basket.

La FIDAL prevede il Green Pass solo per gli allenamenti indoor, non per quelli cosiddetti “in pista”. Ma poi il Green Pass serve per accedere agli spogliatoi ed eventualmente per partecipare alle gare, indoor o outdoor che siano.
Allo stesso modo si comporta la FIR per il rugby: obbligo di Green Pass per accedere agli spogliatoi e alle eventuali palestre, non per gli allenamenti sul campo all’aperto.

Delle piscine abbiamo già parlato, e comunque per la FIN chiunque acceda a una piscina e sia di età superiore ai 12 anni deve avere il Green Pass (anche i genitori che assistono i figli under 12 negli spogliatoi).
Le stesse regole valgono anche per la FIPAV, con obbligo di Green Pass per chiunque acceda all’impianto e sia di età superiore ai 12 anni.

Ultima annotazione: fin qui le regole che riguardano atleti, allenatori e dirigenti, che però in vista dell’inizio delle gare potrebbero estendersi anche al pubblico – quindi genitori, amici, parenti – con la solita distinzione tra le strutture indoor come palazzetti e piscine, e i campi all’aperto.

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Foto di Tania Van den Berghen da Pixabay

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