Abbiamo un problema con il mercurio nel pesce che mangiamo: ecco le specie a rischio, i pericoli per la salute, e come proteggersi

Un documento del del Consiglio Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA) metterebbe in guardia sui rischi che comporta l'elevata presenza di mercurio nel pesce che mangiamo. Al netto di ogni allarmismo, ecco com'è la situazione, cosa dice la legge e cosa fare per continuare a consumarlo serenamente e responsabilmente.

mercurio nel pesce che mangiamo

Il pesce è un alimento prezioso per la nostra salute, ricco di omega-3, vitamine e proteine. Tuttavia, un’ombra si allunga sui nostri piatti: il mercurio. Una recente indiscrezione del Consiglio Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA), sulla scia degli avvertimenti dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), lancia un nuovo allarme: è tempo di rivedere le nostre abitudini di consumo per minimizzare i rischi legati a questo metallo pesante. Ma qual è la reale portata del problema? Quali sono i pesci più a rischio? E soprattutto, come possiamo continuare a godere dei benefici del pesce senza mettere a repentaglio la nostra salute? Facciamo chiarezza.

Mercurio nel pesce che mangiamo: l’allarme del CNSA e l’eco dell’EFSA

Secondo quanto riportato da Il Fatto Alimentare, un documento inedito del Consiglio Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA) inviterebbe i cittadini, in particolare le categorie più vulnerabili, a prestare maggiore attenzione al consumo di pesce per via dei rischi legati al mercurio. Questa segnalazione fa eco alle preoccupazioni già espresse dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), che da tempo sottolinea la necessità di un approccio consapevole al consumo di alcune specie ittiche.

mercurio nel pesce che mangiamo

A testimonianza dell’attenzione a livello europeo, nel 2022 era stato pubblicato il nuovo Regolamento (UE) 2022/617 del 12 aprile 2022, che modificava il precedente Regolamento (CE) n. 1881/2006, aggiornando i tenori massimi di mercurio ammissibili nel pesce e nel sale da cucina. Un aggiornamento normativo che riflette la crescente consapevolezza dei potenziali rischi per la salute legati all’accumulo di mercurio.

Il quadro normativo italiano e i controlli

È importante sottolineare che in Italia l’importazione e il commercio di prodotti di origine animale sono sottoposti a rigidi controlli, come riporta l’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Questo sistema di controllo mira a garantire la sicurezza degli alimenti che arrivano sulle nostre tavole. Ed è vero anche che il rischio di riscontrare livelli di mercurio pericolosi per l’organismo non è generalizzato a tutto il pesce, ma riguarda specificamente alcune specie e determinate categorie di consumatori.

I recenti casi di cronaca

Nonostante i controlli, il problema del mercurio nel pesce è tornato recentemente alla ribalta della cronaca. Un caso emblematico è quello riguardante il ritiro dal commercio di alcuni lotti di pesce spada per livelli eccessivi di mercurio in una catena di supermercati di Milano. Questo episodio evidenzia come, pur in un contesto di controlli, possano verificarsi situazioni di non conformità. A fornire un quadro più ampio della situazione in Italia è una recente indagine condotta da Altroconsumo, che ha rilevato come un numero significativo di specie di grossa taglia presenti sul mercato nazionale superi i limiti consentiti di mercurio. Questo dato sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori riguardo alle proprie scelte alimentari.

Quali sono i pesci più a rischio (e perché)

La concentrazione di mercurio nei prodotti ittici non è uniforme e varia significativamente a seconda della specie. Diversi fattori influenzano l’accumulo di questo metallo pesante:

  • Posizione nella catena alimentare: i grandi predatori marini, come il pesce spada, il tonno (soprattutto le varietà a pinna gialla e rossa), lo squalo (palombo) e il marlin, si trovano all’apice della catena alimentare. Essi si nutrono di pesci più piccoli che a loro volta hanno ingerito piccole quantità di mercurio. Questo processo di bioaccumulazione fa sì che i predatori di grandi dimensioni presentino concentrazioni di mercurio più elevate.
  • Longevità: le specie che vivono più a lungo hanno più tempo per accumulare mercurio nei loro tessuti.
  • Età: all’interno della stessa specie, gli esemplari più anziani tendono ad avere livelli di mercurio maggiori rispetto agli individui più giovani.

Chi sono le categorie più vulnerabili

Alcune categorie di persone sono più suscettibili agli effetti negativi del mercurio. Tra queste rientrano:

  • Donne in gravidanza o in allattamento: il mercurio può attraversare la placenta e passare nel latte materno, con potenziali effetti sullo sviluppo neurologico del feto e del neonato.
  • Bambini: il loro sistema nervoso è ancora in fase di sviluppo e quindi più vulnerabile all’azione neurotossica del mercurio.
  • Anziani: anche se gli effetti possono manifestarsi in modo diverso, l’accumulo di mercurio nel tempo può rappresentare un rischio anche per la salute degli anziani.

Per queste categorie, le raccomandazioni delle autorità sanitarie sono spesso più stringenti, suggerendo di limitare o evitare il consumo di specie ittiche ad alto contenuto di mercurio.

Come continuare a consumare pesce in sicurezza: consigli pratici

Dobbiamo smettere di mangiare pesce per via del mercurio? No, nonostante le preoccupazioni, il pesce rimane un alimento importante per una dieta equilibrata. Ecco alcuni consigli pratici per continuare a consumarlo in sicurezza:

  • Variare le specie: preferire il consumo di pesci di piccola taglia come sgombro, sardine, alici, spigola, orata e trota, che generalmente presentano livelli di mercurio inferiori.
  • Moderare il consumo di grandi predatori: limitare la frequenza con cui si consumano pesce spada, tonno, squalo e palombo. Le raccomandazioni specifiche possono variare, ma un consumo occasionale è generalmente considerato sicuro per la popolazione adulta non a rischio.
  • Preferire pesce di provenienza controllata: anche se i controlli sono in atto, informarsi sulla provenienza del pesce può essere un ulteriore elemento di sicurezza.
  • Considerare l’acquacoltura sostenibile: il pesce allevato in modo responsabile può rappresentare un’alternativa con minori rischi di contaminazione da mercurio (anche se è bene informarsi sulle pratiche specifiche).
  • Non eliminare completamente il pesce: i benefici nutrizionali del pesce (omega-3, vitamine, proteine) superano i rischi per la maggior parte della popolazione, a patto di seguire un approccio consapevole e informato.

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Conclusione

Il tema del mercurio nel pesce non deve scoraggiarci dal consumare questo prezioso alimento. Conoscere i rischi, le specie più a rischio e seguire alcune semplici precauzioni ci permette di continuare a beneficiare delle sue proprietà nutrizionali in tutta sicurezza. L’attenzione delle autorità sanitarie e i controlli esistenti sono un’importante garanzia, ma una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori è fondamentale per fare scelte informate a tavola e proteggere la nostra salute.

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