Se ti regalassero un’esperienza con le Guide Alpine della Lombardia?

Il viaggio comincia così nel video ufficiale del Collegio Guide Alpine della Lombardia, “Da 100 a 4000”, presentato in anteprime martedì 23 a Chiareggio (SO) alla presenza dell’Assessore Sport e Turismo della Regione Antonio Rossi.

“Il video” ha spiegato Luca Biagini, Presidente del Collegio delle Guide Alpine dalle Lombardia, “è la storia di una ragazza che riceve in regalo la possibilità di fare un’esperienza con una Guida Alpina: il suo viaggio parte da Milano e attraverso diverse attività sale idealmente di quota fino ad arrivare ai 4000 metri del Bernina, il punto più alto della nostra regione. L’obiettivo è quello di dare un messaggio di accessibilità: le attività della montagna sono aperte e accessibili a tutti, perché la montagna non è riservata a un’élite super esperta e temeraria, ma a tutti“.

Anche per me il viaggio è iniziato a Milano con destinazione Chiareggio, un paesino sopra Chiesa Valmalenco (SO) dove il problema non è certo trovare parcheggio per la macchina.

Motivo del viaggio: partecipare all’Educational organizzato dalle Guide in Alta Valmalenco per conoscere i vantaggi di avere al fianco un professionista, capace di spiegare i pericoli e le caratteristiche della montagna estiva e di dare in brevissimo tempo un’infarinatura sulle tecniche base per un approccio semplice, nel nostro caso, all’alpinismo ad alta quota.

Il primo step? Attrezzatura tecnica giusta per affrontare il percorso. Ecco che alla mia guida si rizzano i capelli: lo zaino preparato meticolosamente (qui i consigli su come preparare lo zaino) da una parte si svuota di tutto l’inutile (jeans, computer, magliette, maglioni, scarpe non adatte, viene approvato solo l’abbigliamento tecnico e da riposo, una tuta e le infradito), dall’altra si riempie di oggetti che non rientrano nel mio guardaroba come scarponi, ramponi, imbragatura e piccozza. Diventa veramente importante avere l’abbigliamento adeguato per qualsiasi condizione climatica (ci si veste a strati, come abbiamo scritto qui) e per l’attività che si andrà a svolgere (alpinismo).

Secondo step. Da Chiareggio abbiamo raggiunto il Rifugio Gerli-Porro a quota 1695 m in serata, dopo un’ora circa di salita molto “istruttiva”. Le guide alpine, infatti, ti parlano, ti raccontano tutto quello che ti circonda, ti arricchiscono una camminata che, altrimenti, sarebbe stata solo un semplice strumento per andare da A a B. Ecco che oggi conosco una nuova parte dell’arco alpino quella che va da Cima di Rosso, alla Cima di Vezzeda con la Punta Sissone e la Punta Baroni per scoprire la lunghezza del Passo del Muretto (noto sentiero di comunicazione delle Alpi con la Svizzera) fino allo spuntare della cima del Monte Disgrazia (il cui nome infelice deriva da una distorsione di un verbo dialettale: desgiascia”, cioè “si scioglie”), affiancato dalle due “signore in Pizzo” Cassandra e Rachele.

Trascorriamo la notte al rifugio in buona compagnia, non solo per le Guide che ci hanno illustrato le loro numerose attività e il calendario delle uscite per l’estate 2015, ma anche per l’ottima accoglienza del gestore, la guida alpina Floriano Lenatti, che ci ha investito di pizzoccheri, sciat e buon vino rosso che ci ha permesso di ammirare in una notte stellata la lingua di ghiaccio del Ventina, nostra prossima meta.

Terzo step. Sveglia all’alba, colazione sana, zaini riposizionati in spalla (qui i consigli su come indossare correttamente le zaino), ci dirigiamo al Ghiacciaio del Ventina attraverso un’impressionante percorso glaciologico (Vittorio Sella) lungo la morena frontale che mostra i segni del ghiaccio che negli ultimi cent’anni si è ritirato a ritmi veramente devastanti (qualche decina di metri all’anno). L’aiuto dell’accompagnatore di media montagna (guida solo per l’escursionismo, no arrampicata), in questo caso sta proprio nell’illustrare le caratteristiche del sentiero e tutto lo scenario che ci circonda. Durata circa 1h 30’.

Arrivati alla bocca del ghiaccio si comincia con la vestizione da vero e proprio alpinista: le guide ci insegnano ad indossare ramponi e imbracatura e ci mostrano le tecniche della progressione in sicurezza (in cordata) per evitare spiacevoli incidenti a cause delle insidie e dei pericoli che qualsiasi ghiacciaio può nascondere. Questo per poter apprezzare in totale tranquillità la bellezza e il piacere di intraprendere un’attività alpinistica di alta montagna, senza essere degli esperti.

A gruppi di tre ci inoltriamo su questa distesa di ghiaccio a ritmo costante e con pause per riprendere il fiato (non bastano gli allenamenti di corsa nella metropoli!) stando attenti, come spiega la guida, a non ramponare in zone dove scorrono rigagnoli d’acqua (indeboliscono il ghiaccio) o vicino ai pietroni (scaldano il ghiaccio creando delle voragini invisibili in superficie). La camminata cambia ritmo e tecnica mano a mano che diventa ripida: non si cammina più andando dritti, ma lateralmente, incrociando i piedi per non perdere aderenza.

Dopo una meritata pausa ad ammirare il comprensorio del Disgrazia, assistiamo ad una rapida lezione di come arpionare le “viti da ghiaccio” (non esistono quasi più i chiodi, meno pratici e più dannosi) per il sistema di ancoraggio utilizzato per assicurarsi meglio sul ghiaccio. Tutte nozioni assolutamente necessarie per la propria sicurezza, che solo un esperto professionista ti può dare.

Inizia la discesa con un metodo di camminata diversa e molto prudente: peso leggermente indietro, appoggio dei ramponi “centrale” (no tacco, no punta) per una maggiore presa sul ghiaccio e via in scioltezza fino a valle con un ghiaccio che nel giro di poche ore ha già cambiato densità e aspetto a causa della temperatura relativamente alta (qualche  grado sopra lo zero).

Mi lascio alle spalle uno scenario spettacolare con una consapevolezza: più che un viaggio “nella natura”, è stata un’esperienza “dentro” la natura, con un approccio corretto grazie alla professionalità delle Guide Alpine che svolgono numerose attività sulle montagne della Lombardia, un patrimonio della natura ancora inesplorato.

Lo stesso concetto espresso dall’assessore Antonio Rossi: “Abbiamo delle montagne molto belle ma non sempre le conosciamo, la Guida Alpina può farcele scoprire, trasmetterci il fascino e l’emozione che si prova andando in cima a una vetta e al tempo stesso farci capire i rischi che si corrono e che possiamo imparare a gestire”.

La due giorni ha inoltre avuto l’obiettivo di presentare le iniziative previste dalla Guide Alpine per promuovere al largo pubblico la propria professione e l’alta quota sulle montagne lombarde. Le date e le mete delle escursioni (prezzo simbolico di 10 euro):

04/05 LUGLIO – ESCURSIONE ALLE INCISIONI RUPESTRI E SALITA MONTE AGA 
pernottamento al Rifugio Fratelli Longo (Alta Valle Brembana)
11/12 LUGLIO – ESCURSIONE AL GRIGNONE E FERRATA DEI CARBONARI
 pernottamento al Rifugio Bietti (Lecchese)
12/13 SETTEMBRE – SENTIERO GLACIOLOGICO DEI FORNI 
con pernottamento al Rifugio Branca (Alta Valtellina)
19/20 SETTEMBRE – ESCURSIONE IN VALLE DI SCALVE
 pernottamento all’Olimpic Hostel di Schilpario (Bergamo)
03/04 OTTOBRE – ESCURSIONE DI GEOTURISMO LAGO DELLA VACCA 
pernottamento al Rifugio Tita Secchi (Valle Camonica)
17/18 OTTOBRE – ARRAMPICATA IN VAL CHIAVENNA
 pernottamento all’Ostello al Deserto (Chiavenna)

Per iscrizioni e informazioni: segreteria@guidealpine.lombardia.it – www.guidealpine.lombardia.it

 

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