Per mettere a fuoco la situazione nel confronto Centri fitness vs Home fitness, facciamo un giro un po’ strano e partiamo dalla prima crisi dei cinema, non quella attuale. Una ventina di anni fa, le difficoltà delle sale non erano di contenuto erogato, bensì di tecnologia mediante la quale film, documentari, musica era diventato d’improvviso vittima di un nuovo avversario tecnologico: l’home-theatre. Le industrie produttrici di televisori, oggetti imparagonabili fino ad allora allo schermo di un cinema, avevano fatto uno scatto in avanti. In quella fase, molta fruizione di servizio cinematografico si trasferì dai cinema alle case. Nel frattempo, anche i produttori di tecnologie per il fitness muovevano i primi passi nella realizzazione di home-tools, ma in quel momento non vi erano condizionamenti nella mobilità come oggi e l’home fitness non esplose come l’home-theatre per due motivi che lo sconfiggevano su tutta la linea:
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niente era meglio di un paio di ore di fitness in palestra condite da qualche chiacchierata, un po di relax e socialità post giornata di lavoro;
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le tecnologie presenti in ogni palestra erano superiori anni luce a quanto reperibile allora in termini d’attrezzi per allenarsi “a casa” nel negozio di articoli sportivi.
Per queste due ragioni, quella prima fase in cui le industrie provarono a spingere i loro prodotti per l’home fitness venne accantonata. Ma torniamo a come i cinema seppero rispondere alla crisi nei confronti del “nuovo avversario”, cioè l’home-theatre. Nel giro di poco le sale fecero a loro volta un contro-scatto, dotandosi di spazi ergonomici e schermi enormi, digitalizzandosi e allargando in qualche caso a sostenibilità e servizi accessori. Dunque, la partita tra lo schermo per l’home vision e quello proposto dai cinema diventava di nuovo ingiocabile: tre a zero per i cinema. Con questa premessa particolare arriviamo a vele spiegate ad oggi. Il fenomeno COVID ha accelerato brutalmente molti processi, e tra questi la caccia alle opportunità per allenarsi in remoto a casa. Opportunità che, in una prima fase, sono state semplici: seguire trainer e corsi virtuali di qualsiasi genere messi a disposizione da ogni parte del mondo. Tutto questo all’inizio è bastato, perchè l’utente (internazionale) intendeva semplicemente “auto-gestirsi” per un periodo più o meno breve, dal quale sarebbe tornato ad allenarsi, di nuovo e per sempre, nella palestra tradizionale. Oggi sappiamo che non sarà più così. Il centro fitness dovrà progettare una linea di continuità tra la propria sede e l’abitazione di milioni di utenti che, dal prossimo anno per non dire da oggi, disporrà a costi contenuti di tecnologie intelligenti dotate di livelli d’intensità, contenuti e dati, ben superiori a quello di una stazione isotonica tradizionale. Il nodo della questione perciò è che molti hanno già capito che non occorre più ricostruirsi una palestra miniaturizzata in casa: non sarebbe possibile né per motivi di spazio né d’investimento e soprattutto perché le soluzioni tecnologiche disponibili sono cambiate e in meglio. Per chiudere torniamo ai cinema (l’equazione è crisi cinema uguale a crisi palestre). I cinema riuscirono a superare quella crisi perché con uno schermo soltanto potevano gestire un multimercato di utenti, cosa complicata da farsi per un centro fitness, salvo non investa, e per ogni stazione isotonica, su una tecnologia ormai in sfida diretta con nuove attrezzature intelligenti piazzabili ovunque. Queste, nel volgere di breve, arrederanno di tutto punto una home-workout-station come già accaduto per le home-work-station in una partita che, soprattutto per motivi extra-market, potrebbe riaprirsi.
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