Dossier outfit 2: accessori e best performance nel body building

Dossier outfit 2: accessori e best performance nel body building

Pleonastica l’affermazione che ci si possa allenare anche con la canottiera della salute, come usavano alla Gold’s Gym Arnold Schwarzenegger e il nostro Franco Columbu decenni fa. Oggi la Gold’s Gym si è evoluta, è arrivata da noi attualizzata e sintonizzata sui nuovi ecosistemi struttural-tecnologici, sui fitness-mood internazionali, sulle tendenze più avanzate nell’accessorio sportivo che a volte sono fumo, vero, ma altre sono reali necessità.

Dossier outfit 2: accessori e best performance nel body building

Vestirsi “giusto” in palestra fa differenziale. Chissà, il nostro buon Sinner avrebbe avuto comunque le sue vesciche ai piedi, per uscire un attimo dal tema palestraro che ora interessa pure lui, ma i problemi di Yannick potrebbero essere dipesi dalle calze sbagliate. Torniamo a noi fitnessisti. La necessità di supporti e ammennicoli 4.0 per performare al massimo non è legata tanto allo spingere il pesone, quanto a farlo per mesi e anni senza infortunarsi. Cosa, questa, ben più importante della cosiddetta “1RM” tanto cara ai Power Lifter e ai Body Builders.

A chi non è capitato d’essere tramortiti fisicamente e psichicamente (altro che mental coach…) da un’epicondilite che protraendosi per mesi ci blocca nell’allenare i tricipiti col french-press. Un movimento che alcuni definiscono spacca-gomiti ma che in realtà, con qualche accortezza, si può e si dovrebbe fare. E a chi non è capitato di scorgere nei video-training di Dorian Yates o Ronnie Coleman, che assieme hanno vinto quindici Mr Olympia, evidenti fasciature sui blocchi articolari ginocchia-gomiti. Se queste leggende le utilizzavano non lo facevano certo per vezzo perché questi atleti vanno sul pratico, sull’essenziale. Quando fanno una scelta è perché è necessaria. Si creda o no. A riprova di ciò quelle fasciature e gomitiere in discussione non erano “brandizzate” nei loro video.

Best performance nel body building

Or dunque prendiamo per buona e assolutamente indispensabile (nei confronti di Dorian e Ronnie) quell’iniziativa che sta a metà tra le dotazioni giuste e l’aspetto tecnico dell’allenamento. Poi, ragioniamoci su. Intanto, proviamo a fare un percorso sulle best performance e sull’allenamento in palestra svolto col giusto outfit, che hanno evidenti e comprovate interdipendenze. Che poi le sessioni siano leggere, medie o pesantissime questo è un altro tema. Volessimo comunque semplificare e tagliar corto sul tema vestibilità nell’allenamento, tuta, scarpette e un asciugamani non troppo ridotto basterebbero per allenarsi in palestra, a casa o in vacanza. Ma non è così.

Cosa, come e perché indossare durante un allenamento

Solo pochi anni fa non avremmo immaginato di trovarci davanti a una scelta infinita di accessori intimo-sportivi destinati al training: ognuno di noi optava per un sistema di vestizione più o meno casuale, dando importanza al colore della t-shirt o del pantaloncino più che alla tecnologia con cui era realizzato. Oggi, le valutazioni sul perché, sul cosa e sul come indossare un outfit piuttosto che un altro, partono da molto lontano. Sport come il calcio o il rugby, che da anni ci fanno intravedere sotto al classico pantaloncino un altro pantaloncino più aderente, quasi fosse una seconda pelle, sono un segnale chiaro. Per non parlare della calza a metà coscia, ormai un must prima relegato al portiere e oggi esteso a tutta la squadra di calcio. Da diversi anni si sono diffuse nel mondo dello sport e del fitness linee di sotto-tuta in chiave “underwear tecnico-sportivo”. Tutti questi accessori di ultima generazione sono pressoché vitali nelle attività di fitness più intense dove, oltre a temperature corporee inusuali, si va incontro a sforzi significativi, sub-massimali.

Dossier outfit 2: accessori e best performance nel body building

Per tali ragioni non si può più correre agevolmente sul tapis roulant o al parco con lo stesso underwear indossato nell’abbigliarsi tutti i giorni. Magari con lo slip che si è bagnato durante la corsa, che sarà un fastidio e un rischio, specie quando le temperature passano dal caldo-caldo al freddo-freddo. Proviamoci un po’ a stare con la t-shirt umida sotto un condizionatore e avremo un’idea esatta di quello che succede più avanti, già nella stessa sessione, e qualche giorno dopo, al lavoro. Una mazzata.

Outfit tecnico performante per il bodybuilding

Per il body-building e il fitness impegnativo è quasi d’obbligo un pantaloncino elasticizzato che protegga i muscoli più sollecitati in uno squat pesante. Semplici esempi che fanno emergere la grande differenza tra un accessorio inadatto e uno ad alto tasso tecnico per comodità, traspirazione e sicurezza nell’allenarsi, nel muoversi. E soprattutto impariamo a valutare l’incidenza dell’outfit sulle dinamiche prestazionali, che ci obbligheranno a scegliere sempre più con cura, con più attenzione. Convergere su una t-shirt di qualità che avvolga e protegga i fasci muscolari, schiena in primis, abituarsi ad optare per shorts che proteggano fianchi e glutei con la giusta compressione, scegliere di dotarsi di una calza con fibra ad alta tecnologia che favorisca i flussi circolatori nell’area del quadricipite e del polpaccio evitando crampi e utilizzare scarpe con plantari di qualità all’interno, migliorerà la nostra performance in palestra. Innalzerà addirittura la qualità della nostra vita sportiva, qualsiasi sarà l’approccio.

Dossier outfit 2: accessori e best performance nel body building

Percorrendo dall’alto in basso il nostro territorio “corporeo-muscolare” gli accessori e le dotazioni per la best performance dovrebbero essere quelle elencate a seguire. A ognuno il suo, nello specifico, ovvio.

Dossier outfit 2: accessori e best performance nel body building

A) Area spalle-petto-braccia: optare per una t-shirt con tessuto elasticizzato a compressione graduata, traspirante e rinforzato nella zona petto-spalle. Ove si pratichi Cross Fit o Functional training, saranno utili fasce protettive elasticizzate nell’area dei gomiti e del ginocchio e “lifting-straps” per agganciarsi con le mani alla sbarra, così da evitare strappi quando la presa viene meno. E gli strappi, assieme alla balistica nel movimento, sono dei nemici agguerriti, forieri d’infortuni;

B) Area bassa schiena e addome: occorrerà una qualche protezione/sostegno in tessuto elasticizzato e rinforzato, magari appena imbottito se s’intende sollevare un carico importante, o in alternativa una fascia da allenamento non troppo sottile. Dare un’occhiata agli atleti professionisti quando eseguono le “1RM” o le sub-massimali è illuminante;

C) Area fianchi e glutei: occorrerà un sotto tuta confortevole, personalizzato, e dell’underwear sportivo con shorts a compressione graduata per cingere con sicurezza l’area del bacino mantenendo costante la temperatura, che sia perfettamente traspirante e che contrasti l’umidità;

D) Area quadricipiti: occorrerà una calza a compressione graduata con protezione attorno al ginocchio che arrivi a metà coscia, accessorio peraltro già in uso da parte delle calciatrici e dei calciatori. Una novità tecnica che sta pian piano diffondendosi;

E) Area polpaccio-caviglia: occorrerà un’accoppiata scarpa-calza perfettamente concepita per il nostro piede, privilegiando la qualità dell’appoggio a qualsiasi altro fattore (marca, design). A completare l’opera, ove l’attività fitness sportiva si protragga per ore come trail, trekking, running, verificare l’opportunità di plantari che si conformino al meglio evitando dolori e infortuni a piedi e caviglie che potrebbero insorgere nel tempo.

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Photo by Alora GriffithsAlora GriffithsVictor Freitas 

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