Il senso di Anton Krupicka per la corsa, la natura e l’avventura

Anton_Krupricka_Purpose

Stare nella natura significa provare ogni giorno qualcosa di nuovo, esserne ispirato e rendere la propria vita più ricca di senso“: è uno dei concetti che Anton Krupicka esprime nel suo “Purpose”, il film che ne racconta la vita, e che ci ha detto quando l’abbiamo incontrato in occasione della sua tappa italiana, ospite di DF Sport Specialist e La Sportiva a Milano. Si è presentato esattamente come te l’aspetti, informale in pantaloncini e t-shirt, e easy-going come solo gli americani; un paio di convenevoli e strette di mano e poi siamo andati a correre con lui parlando di corsa, natura e avventura.

Grazie alla corsa ho capito chi sono

Per la verità di corsa abbiamo parlato poco, solo un piccolo accenno al fatto che “l’ossessione per la corsa è stato il modo grazie al quale ho trovato la mia identità e personalità” e che “correre rimane la base di tutto quello che fai“. Perché dall’infortunio del 2011 qualcosa è cambiato, nella sua testa e nella sua quotidianità: “Negli ultimi 5 anni sono cambiato e ho imparato a godere di più della natura e dell’avventura“.

Non più solo corsa e il bisogno di correre ogni giorno, anche se il running rimane centrale nelle sue giornate in giro per i grandi spazi di Colorado, Utah o Wyoming a bordo del furgone nel quale vive per metà dei mesi dell’anno. Ora Anton Krupicka ha scoperto la bici, lo sci-alpinismo, l’arrampicata e lo scramblig, qualcosa a metà tra lo sky-running e l’arrampicata veloce, senza corde né ausili di sicurezza.

L’avventura è quando basti a te stesso

Fare sport in montagna significa darti tu delle regole, stabilire le tue regole del gioco” ci ha detto, ed è la sua nuova filosofia, quella delle self-powered adventures: “È l’avventura autosufficiente, quella in cui basti a te stesso, che fai con poco e che ha il minimo impatto sulla natura” ci ha spiegato. Tutto muove dalla curiosità, “che è il motore di una vita ricca di senso ed esperienze“: non serve andare chissà dove con chissà quali progetti e quali budget, siamo vicini all’idea delle micro-avventure di Alastair Humphreys o di Alex Bellini: “Le self-powerd adventures sono un modo per ottimizzare la sfida, si tratta di fare qualcosa che ha un senso ma non è impossibile ed ha un minimo di incertezza“.

L’avventura inizia quando non sai come andrà a finire

È vedere una montagna davanti a te e volerci salire, fino alla vetta: “Lo puoi fare con l’elicottero, ma che senso ha? È molto più gratificante farlo con le proprie forze, senza nessun aiuto, anche a costo di non riuscirci“. Ecco, non riuscirci, fallire: sentire un uomo che ha domato gare come la Lavaredo Ultra Trail, la Leadville 100 Trail o la Ultra Trail du Mont Blanc parlare di rinuncia e dubbio fa un certo effetto ma “l’avventura inizia proprio quando non sai come andrà a finire e non sei sicuro se arriverai alla fine, altrimenti diventa tutto troppo noioso“.

È questo il senso delle self-powered adventures nonché della vita, secondo Anton Krupicka: “Avere una vita ricca e soddisfacente significa riempire le giornate di obiettivi, vivere esperienze che danno forma all’esistenza e che devi provare anche sapendo che potresti non riuscirci“.

Guarda Purpose, il film sulla vita di Anton Krupicka

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