Reggiseno per correre: i veri consigli su tessuto, coppa, spalline, gancetti e livello di contenimento

I veri e utili consigli su tessuto, coppa, spalline, gancetti e livello di contenimento per scegliere il reggiseno per correre migliore per la propria conformazione fisica e livello di attività

Reggiseno per correre | Consigli

Il reggiseno per correre per una donna è tanto importante quanto un buon paio di scarpe da running. Tutto il resto può essere relativo ma un buon bra per il running è ciò che fa la differenza tra dedicarsi al running e non farlo. Secondo uno studio condotto dal Research Group in Breast Health (RGBH) dell’Università di Portsmouth infatti 1 donna su 5 non pratica sport a causa del proprio seno, e questa è la quarta causa per cui una donna non pratica sport, dopo la mancanza di tempo e motivazione e i problemi di salute.
Il motivo principale è il comfort, in particolare per quanto riguarda i dolori dati dal movimento mammario e i conseguenti sfregamenti e arrossamenti. E se le irritazioni sono fastidiose ma passeggere, i movimenti e il dolore, a lungo andare, potrebbero causare un deterioramento permanente dei tessuti della pelle e dei legamenti di Cooper.

Reggiseno per correre: come deve essere

Per questo la scelta del giusto reggiseno per correre non è solo una questione di stile ma coinvolge aspetti tecnici da valutare attentamente in base alle proprie caratteristiche fisiche individuali. In pratica i reggiseni running dovrebbero essere sempre specifici sia per il tipo di attività che in relazione a chi li indossa. Specifici nel senso di:

1. Tessuto
2. Categoria di contenimento
3. Spalline
4. Fascia inferiore

Tessuto del reggiseno per correre: sempre tecnico sintetico

Non sarebbe più nemmeno il caso di ripeterlo, ma è meglio farlo: il reggiseno running deve essere di tessuto tecnico sintetico e mai di cotone o altre fibre naturali. Per 3 motivi.
Il primo è che il cotone è idrofilo, quindi trattiene il sudore, con la conseguenza di appesantire il capo, farlo appiccicare alla pelle, aumentare sfregamenti e irritazioni, e a lungo andare anche puzzare.
Il secondo motivo è che il cotone, in quanto fibra naturale, tende a “cedere” più di quanto faccia un filato sintetico, stretch o meno che sia. E questo a lungo andare diminuisce il fattore di sostegno e quindi il comfort.
Il terzo motivo è che con i tessuti sintetici si possono fare confezioni a più strati, quindi con maggior capacità di sostegno (lo vedremo al punto 2 parlando di categoria di contenimento) e senza cuciture, o con cuciture nastrate. Talvolta inserendo anche rinforzi o, in alcuni casi, imbottiture, che proteggono laddove più serve, per esempio nella zona del capezzolo o dell’areola. Il che garantisce senza dubbio maggior comfort.
Infine i tessuti sintetici consentono trattamenti anti-odore, e anche questo è a tutto vantaggio della gradevolezza durante gli allenamenti di corsa.

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La categoria di contenimento dei reggiseni per il running: Low, Medium e High Impact

Ormai è consuetudine per tutti i produttori di bra sportivi suddividere i propri prodotti in base alla categoria di contenimento Low, Medium e High Impact. E questo vale anche per i reggiseni running. Normalmente è segnalato in etichetta oppure tra le caratteristiche elencate negli e-commerce.
Se per le attività più soft e meno dinamiche (come lo yoga per esempio) può andar bene un modello Low Impact, per un reggiseno per correre serve almeno un Medium Impact o meglio ancora un High Impact.
E non è una questione di taglia del reggiseno, cioè di circonferenza toracica e di coppa. La differenza tra un reggiseno Medium Impact e uno High Impact è che i secondi contengono sia i movimenti sussultori, tipici anche di molte discipline di fitness, che quelli medio-laterali, tipici invece della corsa.

Le spalline dei reggiseni per la corsa

Le spalline dei reggiseni per la corsa sono il vero cruccio della maggior parte delle donne che praticano il running. Secondo alcune indagini di mercato infatti i problemi maggiori sono dati dal fatto che scivolano ai lati oppure perché tirano troppo, lasciando fastidiosi segni sulle clavicole. Quando questo accade è perché c’è poco sostegno da parte della fascia inferiore (come vedremo al punto 4) e/o si è scelta una taglia sbagliata. Poi però ci sono diversi tipi di spalline che meglio si possono adattare a diverse conformazioni fisiche.
Le spalline dritte tradizionali assicurano un sostegno regolare, e solitamente sono consigliate a chi ha un seno piccolo o proporzionato alla corporatura;
Le spalline a X incrociate sulla schiena assicurano una maggior tenuta anche laterale, e di solito sono consigliati a chi indossa le taglie superiori oppure chi ha una coppa grande su un corpo esile;
I modelli monospallina lasciano più libertà di movimento alle spalle e sono solitamente indicati per chi indossa una coppa più piccola, tipicamente A o B, altrimenti c’è il rischio di un po’ di tensione cervicale.

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La fascia inferiore di un reggiseno running

Infine la fascia inferiore, che è tra le caratteristiche davvero fondamentali di un reggiseno running. L’80% del supporto di un reggiseno per correre deriva infatti dalla fascia inferiore, che ovviamente non deve stringere troppo né essere troppo lasca, ma questo dipende principalmente dalla scelta taglia, né arricciarsi o sollevarsi verso l’alto durante l’attività.

Gancetti e ferretti: sì o no?

Infine ci sono due aspetti che lasciano sempre molti dubbi quando per noi donne si tratta di scegliere un reggiseno sportivo: gancetti e ferretti sì o no? I ferretti, in un buon reggiseno per la corsa, per tutto quello che abbiamo detto sul sostegno non dovrebbero esserci, per nessuna ragione al mondo. Diversa invece la questione dei gancetti, che riguardano il momento in cui si indossa o si sfila il bra sportivo: spesso chi ha una coppa abbondante preferisce il gancetto, che evita fastidiosi schiacciamenti e sfregamenti, mentre chi una coppa small trova comodi anche i modelli senza gancetto. L’importante è sempre che il gancetto non sia a contatto diretto con la pelle della schiena.

Ogni quanto cambiare il reggiseno per correre?

Anche il reggiseno per correre, in quanto capo sportivo, è soggetto a deterioramento e perdita delle sue caratteristiche tecniche. Ovviamente se non si percepisce più sostegno è da cambiare, ma prima di arrivare a quel punto è una buona consuetudine tra le runner di cambiarlo insieme alle scarpe. E siccome le scarpe si cambiano tra i 700 e i 1000 km in soldoni si tratta di cambiare anche il reggiseno per il running dopo circa 70 / 100 ore di corsa. Che per una runner amatoriale che corre 2 o 3 volte a settimana significa più o meno una volta l’anno.

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